Statte: Covid, sindaco Andrioli su situazione critica ospedale Moscati
Chiesto un confronto all’ASL per attrezzare zone per area accoglienza pazienti
Parlo da Sindaco di un Comune che ha sotto la sua giurisdizione l’Ospedale Moscati di Taranto e ho l’urgenza di dover rispondere ad una condizione di gravità straordinaria e inedita, che ha bisogno di buon senso e prassi amministrative che accelerino le soluzioni. Per questo occorre subito avviare una fase di confronto reale con i vertici ASL per assicurare un riparo degno e sicuro alle centinaia di pazienti (la stragrande maggioranza oncologici) che ogni giorno sono al Moscati per usufruire di tutte le cure afferenti alle strutture (oncologia, ematologia, pneumologia e otorinolaringoiatria) lì esistenti, e per porre in atto tutte le azioni per continuare a curarli lì. Il sindaco di Statte, Franco Andrioli, alza una barriera di protezione attorno al nosocomio tarantino, e riporta l’attenzione sul polo oncologico oggi in affanno per via della pressione esercitata sullo stesso dall’emergenza Covid. In giornata piovose, fredde, ventilate, o anche nei giorni di grande caldo, i centinaia di pazienti che arrivano al Moscati spesso sono costretti ad aspettare per strada, senza un luogo idoneo per accoglierli – dice Andrioli – C’è bisogno di pensare ad un ricovero immediato per persone che in molti casi arrivano ai cancelli dell’ospedale nord provati nel fisico e nell’animo. Vanno trattati adeguatamente e a loro vanno garantite condizioni di sicurezza e dignità. Il sindaco vorrebbe proporre una soluzione all’ASL di Taranto, ma attende che si possa fare il punto in materia. Io metto a disposizione tutti i miei uffici tecnici per rendere i percorsi autorizzativi e concessori celeri – commenta ancora il Sindaco – ma nell’Ospedale Moscati vanno subito cantierizzati interventi che pongano fine a questa condizione di assoluta disumanità. Ci sono spazi e soluzioni anche veloci ed economiche che si possono mettere in campo, ma l’ASL riconosca il problema e agisca di conseguenza. Poi Andrioli punta i riflettori sulla ventilata ipotesi di trasferimento dei malati oncologici. Quei pazienti non possono essere spostati da lì – dice – ci troveremmo ad aggiungere emergenza ad emergenza con tutto quello che ne conseguirebbe: spostamenti difficili, dilazioni e ritardi nelle risposte terapeutiche e diagnostiche. Il Covid ci impone rigore e attenzione, ma proprio per questo non possiamo esporre quelli più deboli.