Taranto: Dionisio, ‘Con me e Di Costanzo si apre nuovo ciclo’

Il ds: ‘Montervino e Laterza hanno lavorato bene, ma abbiamo idee diverse’

Foto Max Todaro
TARANTO
18.06.2022 10:56

Quando nel prologo alla chiacchierata-intervista gli è stato fatto presente che non si sarebbe parlato di trattative di mercato, di nomi, di rumors, il direttore sportivo del Taranto FC 1927, Nicola Dionisio, si è sentito molto più a suo agio, come se fosse seduto a bere un caffè al bar.

“Per carità è il gioco delle parti, specie in questo periodo, ma si leggono e si sentono tante chiacchiere riguardo nomi accostati a noi, che a volte sorrido da solo. Le voci non si possono controllare questo lo so. Ad esempio ho letto recentemente da qualche parte che rinuncio al portiere over…”, si schernisce Dionisio.

Ok non parleremo di mercato ma cosa pensa riguardo le uscite mediatiche dei procuratori di Saraniti e Giovinco, che tra le righe avrebbero chiesto un ritocco dell’ingaggio nonostante un biennale firmato l’estate scorsa?

“Si commentano da sole. Il fatto di chiedere qualcosa alla società, a mezzo stampa, di per sé è quantomeno curioso. Ma va bene così, a suo tempo incontreremo tutti”.

Inoltre il procuratore di Civilleri lamenta il fatto che il suo assistito non sia stato trattato bene.

“Resto basito, sempre a mezzo stampa poi. Io ho semplicemente detto che il giocatore non rientra nei nostri piani tecnici, non ho detto che è scarso. In tanti anni di carriera da dirigente forse è la prima volta che mi capita una cosa del genere”.

A proposito di biennali, dalle sue recenti dichiarazioni è parso di capire che trovare una situazione con tanti giocatori già contrattualizzati non le sia andato molto a genio.

“Premesso che non parlerò mai male di chi mi ha preceduto perché nutro profondo rispetto nel lavoro altrui e sicuramente i giocatori che sono stati nel Taranto sono dei buonissimi elementi e chi li ha scelti ci ha visto bene; però è normale che quando si cambia la gestione tecnica di una squadra ognuno ha un suo modo di intendere il calcio. Aggiungo che è difficile, quando ci sono troppi contratti pluriennali, trovare il modo giusto per poter dare seguito alle proprie scelte tecniche. Si è chiuso un ciclo a Taranto e ora se ne aprirà un altro, io e mister Di Costanzo abbiamo delle visioni differenti rispetto a chi ci ha preceduto”.

Altre dichiarazioni che hanno colpito, sono la sua quando è stato presentato alla stampa “Non ho più niente da dimostrare” e quella di mister Di Costanzo strappata da un sito web alla notizia dell’accordo con il Taranto, “Non sono l’ultimo arrivato”. Sono state sollecitate da un’iniziale fase di diffidenza nei vostri confronti di parte della piazza?

“Io e Nello (Di Costanzo, ndc) siamo dei professionisti che operano nel mondo del calcio da 30 anni. Abbiamo dimostrato ampiamente le nostre capacità, io con la mia umile carriera ed il mister, che ho ritrovato dopo 20 anni circa a Brindisi la scorsa stagione, che ha allenato in B ad Ascoli, Padova e Messina e fatto tanti campionati di C. Sappiamo che molti tifosi sono legati a Montervino e Laterza per via degli ottimi risultati ottenuti in questi ultimi due anni, però vorrei evidenziare che io e Di Costanzo non siamo proprio di primo pelo. Siamo due grandi lavoratori, due persone per bene e quindi faremo tutto il possibile per il bene del Taranto. Abbiamo le spalle larghe, sappiamo che Taranto è un piazza difficile, siamo onorati di esser stati chiamati dal presidente Giove. Speriamo soltanto di aver un pizzico di fortuna, quella ci vuole sempre”.

Quali sono le priorità del Taranto in questo momento? Si sente parlare di fase di stallo…

“Guardate che non esiste solo il mercato. Stiamo lavorando 10-12 ore al giorno per organizzare il ritiro, la società, lo staff. C’è tanto lavoro dietro le quinte da fare oltre le trattative per portare giocatori a Taranto. E’ tutto un cantiere aperto in questo momento”.

Si dice che dei 15 calciatori sotto contratto attualmente ne rimarranno più o meno la metà…

“Non è facile mandare via calciatori sotto contratto, non mi voglio sbilanciare. Di sicuro ne resteranno almeno 4-5, i nomi li conoscete già (Marsili, Diaby, De Maria, Loliva, ndc). Gli altri vediamo. Ce ne sono alcuni che rientrano nei nostri piani, ma dobbiamo parlare con i procuratori, ed altri che non rientrano nella nostra programmazione tecnica”.

La scelta, pubblicamente dichiarata, del portiere over, da quali motivazioni è dettata?

“A me da più sicurezza. In una piazza come Taranto dove il pallone scotta, un portiere esperto, che per carità può anche commettere degli errori, rispetto ad uno giovane ha un approccio differente, regala maggiore tranquillità al reparto difensivo. Come si dice nel nostro ambiente, nel calcio non sbagliare mai il portiere. I migliori risultati si ottengono quando subisci poche reti”.

L’identikit del giocatore ideale per il suo Taranto è: giovane, fisicamente prestante, che corra in campo per tutti i novanta e oltre minuti di gioco?

“La nostra sarà una squadra fisica, da corsa, da combattimento, composta da tanti giovani ma anche da qualche giocatore esperto in determinati ruoli”.

Sarà anche una squadra propositiva visto che la scorsa stagione si è assistito a tante gare da difesa e ripartenza?

“Come tutte le squadre di Di Costanzo, ogni partita si gioca sempre per vincere. E’ vero che cura molto la fase difensiva ed in passato gli hanno anche affibbiato l’etichetta di difensivista ma le sue squadre creano sempre tante occasioni da reti sebbene vincano generalmente sempre di misura”.

Taranto qualche giorno fa era in campagna elettorale ed i politici hanno fatto diversi appelli agli astensionisti. Ha qualcosa agli astensionisti del calcio a Taranto o ai tifosi diffidenti?

Mi sento di dire che noi abbiamo bisogno di tutti, sia di quelli che credono nel nostro progetto che di quelli che ora non ci credono. Le critiche fanno parte del gioco, ci stanno ma che siano costruttive e non strumentali, fatte per discriminare. Io non leggo quasi mai i giornali e soprattutto mi tengo distante dai social perché non mi voglio far condizionare. Dico solo che è sbagliato giudicare a priori e che le somme si tirano sempre alla fine. Sembra una frase fatta, magari lo è, ma io credo veramente all’unità di intenti nel raggiungimento di un determinato risultato. Quindi mi auguro che si remi tutti dalla stessa parte nel rispetto ognuno del proprio ruolo”. (intervista Corriereditaranto.it)

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