Taranto: Surgo, ‘Governo entri a gamba tesa su gestione ex Ilva’

‘Ditte indotto su lastrico causa mancato pagamento delle fatture scadute’

CRONACA
29.10.2021 11:44

Perché lo Stato, che tra qualche mese sarà l'azionista di maggioranza di Acciaierie d’Italia attraverso Invitalia, non prende in mano le redini dell'azienda siderurgica ormai al collasso? Il Movimento Socialista Europeo, per voce di Antonio Surgo, responsabile delle relazioni industriali per Taranto, Brindisi e Lecce, sposando la tesi già espressa dal segretario provinciale Usb Francesco Rizzo, sollecita il Governo centrale a intervenire a gamba tesa nella gestione dello stabilimento ionico dove la precarietà, l’incertezza, la confusione regnano sovrane. Surgo elenca le principali criticità in cui versa l'azienda. A cominciare dalle ditte dell'indotto che sono sul lastrico a causa del mancato pagamento delle fatture scadute da parte di Acciaierie d’Italia. E’ il caso della Semat, i cui lavoratori sono in sciopero per il mancato pagamento degli stipendi del mese di settembre. La Semat non riuscirebbe a erogare quanto dovuto ai propri dipendenti proprio a causa dei ritardi nella liquidazione delle fatture da parte di Acciaierie d’Italia. Molte ditte dell'appalto sono in difficoltà a prendere in carico commesse perché il saldo delle relative fatture avverrebbe dopo sei mesi. Altre aziende locali, che invece vorrebbero lavorare, pur invitate a Milano non vengono ricevute stante l'assenza del direttore dell’ufficio acquisti. Surgo ricorda inoltre la grave situazione strutturale in cui versa l'altoforno numero 4 che sarebbe stato danneggiato nel corso di un'ispezione nelle scorse settimane e lo strano caso delle navi mercantili, una decina, cariche di materie prime, necessarie per la marcia degli impianti, che stazionano nella rada di Mar Grande dagli inizi di ottobre. Per ogni giorno di fermo vengono pagate centinaia di migliaia di euro di controstallie (penali), il tutto a spese della collettività. Il Mes, nel denunciare  la discutibile gestionè dell'azienda, richiama l'attenzione sul fatto che a fronte di sacrifici richiesti a dipendenti, fornitori e ditte dell'indotto si assiste a spese incontrollate che riguardano la sede milanese dell'amministratore delegato e i costi di viaggio onerosissimi con una compagnia privata. Al ministro dello sviluppo economico Giorgetti. il quale ha annunciato che entro maggio Invitalia avrà il 60% del capitale sociale, e al Presidente di Acciaerie d’Italia Franco Bernabé il Movimento Socialista Europeo sollecita nuovamente un intervento che ponga fine a questa grave situazione che rischia di mandare al tracollo la più grande acciaieria d'Europa.

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