Aria sempre più malsana allo “Iacovone”. Il Taranto continua a perdere pezzi come mai accaduto nella sua storia, seppur tribolata. Un fuggi fuggi generale che alimenta i dubbi sulla gestione dei due presidenti e di chi li coadiuva. Dopo gli addii di Beppe Savanarola e Lion Giovannini, bisogna registrare anche quelli di Salvatore Scoppetta e Simone Pantò. Il primo sarebbe stato allontanato perché considerato “uomo di Cozza”, il secondo perché non ritenuto all’altezza nonostante i 6 mila euro versati al Catania per il prestito. Senza dimenticare che Manuel Pera ha già le valigie pronte e, come lui, altri calciatori avrebbero manifestato la volontà di partire a dicembre, alla riapertura del mercato. Ci chiediamo: in un clima del genere, come si può pensare a una rimonta? La situazione è diventata insostenibile e ripropone i soliti dubbi sulle capacità gestionali di Elisabetta Zelatore e Antonio Bongiovanni. Considerando la stagione ormai compromessa e manifestata l’intenzione di lasciare, il duo presidenziale farebbe bene ad accelerare i tempi mettendo pubblicamente in vendita il club. Il Taranto deve essere ceduto in mani sicure non ad affaristi o avventurieri. La situazione comincia a diventare insostenibile anche per Michele Cazzarò, il quale sarà costretto a gestire una rosa ridotta all’osso almeno per un altro mese e mezzo. Questo non è più calcio...