Danilo Pagni: "Non è ancora il Taranto di Campilongo"

TARANTO
Dante Sebastio
29.12.2015 14:49

È considerato uno dei "Re Mida" del calcio italiano. Tutto quello che tocca diventa oro e le innumerevoli promozioni con Salernitana, Gallipoli, Vittoria, Castrovillari stanno a testimoniarlo. Oggi, però, Danilo Pagni è un direttore sportivo senza occupazione, stranezze del calcio. "Il nostro mondo è così - spiega lo stesso Pagni a Blunote -. Sto utilizzando il tempo libero per osservare da vicino giovani calciatori e per aggiornarmi".

- In estate aveva cominciato con la Vigor Lamezia, poi...
"Poi siamo stati cancellati dalla Lega Pro e gran parte del lavoro che avevamo messo su con Erra, allenatore dal grande futuro, è andato a farsi benedire. Peccato perché avevamo allestito una squadra di giovani interessanti e gente esperta...".

- A proposito di Lega Pro, cosa può cambiare con Gabriele Gravina?
"È una persona molto intelligente, in grado di dare un nuovo impulso alla terza serie. La Lega Pro muove tantissimi tifosi e sono convinto possa rappresentare una buona palestra per giovani calciatori. Al nuovo presidente auguro buon lavoro, con la speranza che si possa davvero rivalutare tutto il movimento".

- Anche la Serie D ha un nuovo presidente, Antonio Cosentino, tra l'altro calabrese come lei.
"Lo conosco personalmente ed è una persona eccezionale, un uomo di grande carisma e spessore. La persona giusta al posto giusto. Con Luigi Barbiero, altro grande esperto, possono rilanciare la Serie D".

- Serie D che, forse, avrebbe bisogno di una ristrutturazione: nove gironi sono veramente troppi per sole nove promozioni.
"Effettivamente, nove gironi sono tanti. Bisognerebbe trasformare la categoria da dilettanti a semiprofessionisti con più incentivi economici. Anche se, personalmente sarei per il ritorno della Serie C2".

- Una regola da rivedere è quella degli under: molti giovani scendono in campo più per necessità che per reale valore. Tanti si illudono e poi si perdono.
"Molto dipende dalla bravura dei direttori sportivi e chi si muove per tempo riesce ad accaparrarsi i giovani migliori. Quando ero a Salerno, abbiamo vinto un campionato utilizzando spesso cinque under, a volte addirittura sei. Dipende da dove e come peschi. Ripeto, il calcio italiano deve basarsi sui giovani seguendo il modello di Germania e Belgio, paesi che oggi raccolgono i frutti di un lavoro ventennale che si poggia esclusivamente sui vivai. Dovremmo prendere esempio se vogliamo regalarci un futuro ad alto livello".

- Veniamo al Taranto, come giudica il lavoro di Montervino?
"Francesco è un ragazzo capace, che ha dimostrato di saper lavorare nonostante abbia cominciato da poco più di un anno. Partire da Taranto non è facile, visto che parliamo di una piazza difficile e molto esigente, ma il fatto di essere tarantino lo ha aiutato. Quello di dicembre è stato un gran lavoro, ha portato in riva allo Ionio calciatori di qualità, anche se, per la mia esperienza, cambiare tanto in corsa non sempre porta benefici. Spero che questo discorso non valga per Taranto, che meriterebbe almeno la Serie B".

- Si dice che a gennaio partirà un nuovo campionato.
"Mah, non sempre è così. Ormai i valori sono venuti fuori: a giocarsi la promozione sono le squadre che in questo momento occupano le prime posizioni, con Taranto, Virtus Francavilla e Fondi su tutte. Spero che Campilongo riesca ad amalgamare il gruppo al più presto".

- Cosa può dare Campilongo al Taranto?
"Sasà è un carissimo amico, condividiamo passioni che vanno oltre il calcio. È un allenatore esperto e preparato, ma la sua mano ancora non si vede. Ha bisogno di tempo e mi auguro possa cambiare marcia, anche se con il Francavilla non meritava di perdere".

- Facciamo un passo indietro e parliamo di Michele Cazzarò: come giudica la sua prima esperienza da tecnico?
"Conosco Michele da quando giocava per me al Castrovillari ed è sempre stato portato per dirigere. La sua prima esperienza da allenatore è più che positiva: se oggi il Taranto continua a giocarsela è anche per merito suo. È andata male, ma ha un grande futuro...

- È vero che il Girone H è il più competitivo della Serie D?
"Penso sia un luogo comune. In questo periodo ho girato in lungo e largo l'Italia e devo dire che al nord c'è molta più competizione. Al sud c'è sicuramente più passione, ma non sempre fa rima con la qualità del gioco e dei calciatori"

- In quasi 20 anni di carriera, ha collaborato con presidenti importanti come Lotito, Campedelli, Blasi, Barba, Lo Monaco e Gambardella: come sono i suoi rapporti ora?
"Splendidi. Con Lotito ci sentiamo spesso per parlare di calcio e confrontarci; con Campedelli ci siamo visti ultimamente, in Calabria, per una tournée di beneficenza del Chievo. Abbiamo trascorso insieme una giornata bellissima, non posso che parlarne bene. Prima di Natale ho incontrato due presidenti importanti e facoltosi. Ho contatti frequenti e sono legato affettivamente a tutti, è gente di calcio".

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