Taranto: Riqualificazione città vecchia, riflessioni Ordine Architetti

CRONACA
01.12.2017 17:15

Sulla riqualificazione della Città Vecchia di Taranto, negli ultimi anni, l’Ordine degli Architetti si è speso moltissimo finanche a sostenere posizioni critiche scomode e spesso non completamente comprese, come quella che ci ha visto fortemente in disaccordo nei confronti del processo che ha portato alla definizione e gestione del Concorso di idee promosso da Invitalia.
Ormai tutto ciò fa parte della storia della nostra città. Il Concorso è stato ultimato da mesi e ci ritroviamo ai nastri di ripartenza per verificare quanto di positivo riusciremo a cogliere dalle sollecitazioni culturali che sono state proposte da ciò che è stato comunque un momento qualificante per la città, ossia la partecipazione di grandi professionalità del mondo dell’architettura per il ridisegno del nostro Centro storico.
Ora la governance di tutto il processo torna al Comune di Taranto che però mostra, nei fatti, di non volere invertire la tendenza degli ultimi anni, già da noi decisamente contestata, di non voler procedere a visioni e strategie condivise con la Città.
All’indomani della premiazione dei vincitori del Concorso nulla è stato fatto né da Invitalia, né dal Comune di Taranto per socializzare i risultati del Concorso con l’intera comunità cittadina. Da quel 24 marzo 2017 nessuna presentazione pubblica, nessun confronto con la cittadinanza, con gli attori sociali, economici e professionali del territorio, neanche con il Consiglio comunale. Nessun tentativo di condivisione di strategie possibili per giungere ad una visione realmente partecipata che vedesse insieme, per la prima volta da anni, le varie anime del nostro territorio intorno ad un progetto comune. Ne’ la passata amministrazione Stefàno, né quella attuale del Sindaco Melucci.
Se si eccettua la riproposizione della mostra già esposta per qualche giorno dopo la cerimonia di proclamazione dei vincitori del Concorso, la base conoscitiva delle proposte presentate si esaurisce a poche tavole grafiche e testi di accompagnamento visibili sul sito web del Comune, materiale assolutamente idoneo per partecipare ad un Concorso di idee ma del tutto insufficiente ed inadeguato per formulare valutazioni di merito e conseguenti scelte che abbiano uno spessore tecnico, economico finanziario e culturale ragionevole.
Ne’ possiamo considerare momenti partecipativi e di condivisione di strategie le “occasioni” fornite da Palazzo di Città e dall’Assessorato ai Lavori Pubblici in particolare, di esprimere pareri e condividere percorsi comuni attraverso l’invio ad una mail istituzionale di contributi non meglio specificati da parte di chi ne avesse avuto intenzione. Invito formulato solo a mezzo stampa e fatto circolare sui social senza che vi fossero altri canali di comunicazione certamente più idonei che permettessero a tutta la cittadinanza di prendervi parte.
Né vogliamo considerare partecipazione l’incontro organizzato il 25 novembre scorso presso l’androne di Palazzo Pantaleo a cui sarebbero stati invitati i cosiddetti Stakeholder cittadini. Anche in questo caso l’invito ad una importante occasione di confronto con la cittadinanza ci è pervenuto con meno di un giorno di anticipo e la scarsissima, quasi nulla, partecipazione di rappresentanti istituzionali e di categoria conferma il sospetto che oltre l’aspetto puramente formale e procedurale, perché richiesto dalle normative, il Comune non abbia davvero alcuna intenzione di informare la cittadinanza e le sue rappresentanze di ciò che si sta immaginando per il futuro della Città Vecchia. Anche il termine concesso a tutti per formulare eventuali osservazioni al documento di vision presentato a Palazzo Pantaleo (peraltro introvabile anche sul sito web del Comune di Taranto), il 30 novembre, conferma quanto affermato in precedenza.
Comprendiamo tutti che i tempi siano strettissimi e che si debba finalmente fare in fretta ma non accettiamo l’idea che, dopo mesi di inattività, nonostante ripetute sollecitazioni ed appelli, richieste di incontro tutte rimaste senza risposta, non vi sia ora più lo spazio per costruire insieme, nell’interesse dell’intera città, un percorso di scelte e strategie condivise.
Restano però tutte una serie di fortissime perplessità sul metodo che si vuole adottare per scelta delle proposte da ritenersi idonee. Dalle dichiarazioni delle ultime settimane sembrerebbe concretizzarsi più solo un grande piano di opere pubbliche che non un doveroso ragionamento sulle grandi trasformazioni urbanistiche che caratterizzeranno una parte importantissima della città.
Da quel che abbiamo letto ed ascoltato, è forte la preoccupazione che tutto il processo in atto si concretizzi solo come una mera “lista” di interventi con difficili momenti di collegamento fra loro, specie se proposti da più soggetti diversi e con proponimenti differenti.
Sulla Città vecchia si giocherà, come abbiamo ripetuto spesso inascoltati, il futuro vero della nostra comunità. Dalla capacità che avremo tutti insieme di recuperare e rivitalizzare questa parte di città scaturiranno i primi veri segni di cambiamento.
E’ indispensabile perciò una visione quanto più unitaria degli interventi da eseguire che sappiano raccontare la complessità di una città che si è costruita per strati e in migliaia di anni. Rispetto assoluto per la memoria e capacità di usare il linguaggio contemporaneo dove necessario in modo chirurgico. La città vecchia ha soprattutto bisogno di conoscenza e di rispetto, venuto meno negli anni proprio per le dimenticanze colpevoli di una città che ha rinnegato il proprio centro storico e che ha scelto di trasferire altrove i suoi centri di interesse.
E’ necessario procedere con urgenza ad interventi di riqualificazione generalizzati che partano, innanzitutto, da una messa in sicurezza di tutto il patrimonio di proprietà pubblica e che, per l’immenso patrimonio privato, obblighi i proprietari almeno ad interventi minimi di consolidamento e di decoro. Senza tali interventi minimi ogni azione volta alla riqualificazione anche solo dell’immagine prima che della struttura del centro storico può divenire vana. 

 Se sull’asse via Duomo diviene fondamentale ragionare di nuove funzioni, destinazioni d’uso, presidi culturali e di legalità, nella parte bassa dell’Isola c’è da conservare l’unicum di quell’insieme di memoria e architettura che sono i vicoli, del loro rapporto col mare, con il salto di quota.
E’ giunto il momento di pensare ad una programmazione nel medio-lungo periodo che, partendo da ciò che di prezioso è stato fatto nel passato, in termini di pianificazione e programmazione, possa aggiornare ed adeguare alla situazione attuale nuovi strumenti urbanistici ed attuativi per ridare slancio ai processi di riqualificazione attraverso interventi di restauro, di conservazione, di manutenzione straordinaria ed anche di sostituzione edilizia, ove strettamente necessario, di un patrimonio edilizio che, nonostante il degrado, mantiene intatta la sua carica di significati e di valori culturali. Tutto questo attraverso il reperimento di nuove fonti di finanziamento pubblico e privato che possano rendere concreto questo processo di trasformazione.
Quanto da noi sollevato in questa sede conferma pienamente i contenuti dell’importante documento di intenti e di vision presentato qualche settimana fa dal nostro Ordine professionale insieme alle altre sedici sigle, tra associazioni di categoria ed Ordini professionali che fanno parte del raggruppamento denominato Taranto Opera Prima, documento da cui riportiamo qui alcuni significativi passaggi e che l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Taranto conferma e sottoscrive nuovamente:
“Il passaggio amministrativo in Comune, che dovrà far sintesi delle proposte vincitrici ed esprimere il suo assenso al Piano degli interventi da candidare al CIPE per il finanziamento, non può risolversi in un mero adempimento politico amministrativo. Piuttosto deve essere impostato come fondamentale occasione per aprire un confronto su strategia, soluzioni e interventi prioritari attraverso un processo di larga partecipazione e condivisione. Se la Città Vecchia è patrimonio identitario ed occasione primaria di rilancio della città, allora la partecipazione è indispensabile per aggregare e motivare la comunità su obiettivi e strategie di valorizzazione”.
“....C’è però bisogno di ritrovare fiducia, capacità di dialogare e stare insieme, qualità primarie indispensabili che la nuova amministrazione dovrà da subito ricostruire per puntare a rigenerare la città ed il suo centro storico”.
La soppressione degli spazi di partecipazione – perché tali non possono definirsi quelli aperti da una generica richiesta della amministrazione Comunale, a mezzo stampa, di contributi - si è poi accompagnata all’impossibilità di analisi ed approfondimento, essendo venuta a mancare una più compiuta e dettagliata informativa sulle proposte vincitrici.
La documentazione osservabile, on line sulle pagine dedicate di INVITALIA e dal vivo per alcuni giorni al Castello Aragonese, solo alcune tavole ed un abstract per ciascuna proposta, non si ritiene adeguata e sufficiente ad una piena comprensione di visioni, strategie, modelli di gestione ed interventi delle diverse proposte. Sarebbe stato pertanto necessario che non solo la documentazione costituente le proposte presentate, ma anche le analisi alla base delle diciotto proposte pervenute al Concorso, quali analisi multi settore, potessero divenire patrimonio conoscitivo dei cittadini e dei portatori di interesse che vivono le problematiche di una città complessa come Taranto, ed ai quali spetta, con pieno diritto e dovere, di
 Ad oggi ci troviamo a constatare, non senza amarezza, come tale auspicio non abbia trovato riscontro nei fatti di queste settimane, mettendoci di fronte, come l’intera città, ad una responsabile presa d’atto. Quella di un procedimento, del tutto confinato negli spazi istituzionali ed amministrativi preposti alla decisione, e schiacciato, nei tempi e nei modi, dalla urgente necessità di completare il suo iter alla massima velocità per poter giungere al CIPE entro l’anno corrente.

partecipare e condividere le scelte potendo essere determinanti nella fase successiva riguardante le decisioni da prendere.
In sintesi, in solo pochi giorni e con a disposizione solo esigui elaborati di progetto, non si reputa possibile né opportuno procedere ad indicazioni concrete e puntuali su scelte e soluzioni progettuali prioritarie.
In conclusione, proviamo a ribadire quelli che a nostro avviso sono gli elementi prioritari che dovrebbero guidare l’Amministrazione nella definizione di un piano di interventi in grado di aprire, definitivamente, la stagione del recupero e della rivitalizzazione della Città Vecchia di Taranto.
La Città Vecchia ha bisogno di una visione, di una strategia di lungo periodo e di un sistema di azioni che ci consenta, come comunità, di traguardare l’obiettivo di una piena rigenerazione.
Il piano degli interventi, da portare all’attenzione del CIPE, deve dare queste risposte. Non potendo essere un mero elenco di opere pubbliche, deve ambire ad un più ampio ed ambizioso disegno programmatico nel quale i singoli interventi, e le relative risorse finanziarie acquisibili, facciano da felice innesco del lungo processo di rigenerazione.
La strategia deve in ogni caso prendere avvio dalla messa in sicurezza e dalla infrastrutturazione di base, per dare il giusto senso e la giusta solidità alle restanti azioni ed interventi da mettere in campo.
Il piano per la Città Vecchia non può prescindere da una chiara definizione del modello di gestione, fondamentale garanzia di continuità ed efficacia dell’azione pubblica, nonché di partecipazione attiva della comunità in tutte le sue espressioni, sociali, economiche e tecniche.
La strategia individuata, per essere credibile, deve poggiarsi su una articolata strumentazione finanziaria che parta dal CIS ma che sappia guardare oltre, ad ulteriori risorse pubbliche, a soggetti finanziari ed investitori professionali, al partenariato pubblico-privato ed al privato investitore, impresa o semplice cittadino.
La strategia non può fare a meno del protagonismo dal basso, di una rete locale di attori ed una comunità attiva in grado di dare le giuste gambe per affrontare un cammino lungo e complesso, ma decisivo per il futuro di Taranto.
In conclusione, atteso che il Consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Taranto ritiene indispensabile mantenere rapporti costruttivi ed operativi con il Comune di Taranto purché basati sul reciproco rispetto istituzionale e nella piena distinzione di ruoli e responsabilità, nell’interesse generale della città chiede al Sindaco Rinaldo Melucci e all’Assessore ai Lavori Pubblici Aurelio Di Paola un incontro urgente finalizzato a definire la metodologia per la individuazione di interventi che costituiranno, insieme, la base di una strategia urbanistica da sviluppare nei prossimi anni per giungere ad una visione organica e realmente partecipata che veda la Città Vecchia di Taranto reale protagonista del futuro del nostro territorio.

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