Taranto: Cultura, i segreti del museo Diocesano
(intervista e foto di Fabio Dal Cin) Si dice spesso che i borghi antichi rappresentino il volto originale di ogni città, i suoi contrasti le sue storie e i suoi segreti. Taranto non fa eccezione. Attraversato il ponte girevole (rigorosamente a piedi) si ha giusto il tempo di ammirare parte del castello aragonese, le colonne doriche ed immediatamente ci si ritrova immersi in un’altra atmosfera, più genuina, caratterizzata da intriganti e magici vicoli della città vecchia. Percorrendo via Duomo si susseguono locali tipici, negozi di antiquariato, ipogei, la più antica cattedrale pugliese, quella dedicata a San Cataldo, mentre, ad un certo punto, un cartello turistico indica la via per raggiungereil Museo Diocesano di arte sacra di Taranto (MuDi). Inaugurato il 6 maggio 2011, come riporta il sito web, nasce dall’intuizione di S.E. Mons. Benigno Papa, il quale, recependo l’importanza di promuovere la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico della Diocesi di Taranto, da avvio ad un accurato progetto museografico condotto dall’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici. Incuriosito, decido di scrivere all’Ufficio dei Beni Culturali Arcidiocesi di Tarantocon la speranza di approfondire la conoscenza del museo e della sua storia. La risposta non si fa attendere e Don Francesco Simone, Direttore del Museo Diocesano di Taranto, accetta d’incontrarmi. Don Francesco, il museo compie dieci anni, è tempo di bilanci: “Curo il museo dal 2007; devo dire che a causa della pandemia il bilancio dell’ultimo anno e mezzo non è positivo. Precedentemente si riuscivano adorganizzare eventi culturali, creando occasioni per far visitare la realtà museale. La vita ordinaria del museo stava andando bene, con molte prenotazioni. Pensi che nei mesi primaverili dell’anno scorso abbiamo perso quasi 5000 visite prenotate di gruppi, scuole ecc. Anche per gli stessi eventi, abbiamo registrato una forte riduzione. Il bilancio in epoca pandemica è quindi negativo. Analizzando il periodo pre-Covid, invece, siamo andati ben oltre le aspettative, sia come visite che eventi e, cosa più gradita, il museo è stato oggetto di visita soprattutto da parte dei tarantini: questo era uno dei nostri obiettivi, far avvicinare gli abitanti del borgo antico alnostro museo". MSC Crociere punta a rilanciare il turismo a Taranto… “Abbiamo perso solo il primo mercoledì in quanto ancora in zona arancione, però non appena gialli, abbiamo aperto il museo ai crocieristi ottenendo unanimi consensi. Mercoledì 12 e mercoledì 19 maggio abbiamo accolto in totale 19 gruppi da 15 persone, nel rispetto delle misure anti – Covid. Tra l’altro, quando agli organizzatori del tour fu proposto il museo Diocesano, quest’ultimi rimasero perplessi, immaginando forse fosse poco interessante l’oggettistica sacra, salvo poi ricredersi durante il tour durante il quale hanno potuto ammirare le formidabili e uniche opere esposte". All’ingresso del museo, ad accogliere i visitatori, ci sono dei ragazzi. “Nel programmare la gestione del museo, la Diocesi si è un po' interrogata:inizialmente, dopo l’inaugurazione, fu supportata da alcuni volontari, successivamente da una cooperativa a cui la Diocesi affidò alcuni servizi museali, quali apertura e chiusura, biglietteria, accoglienza ecc. A distanza di tempo, a questa gestione oramai superata, è subentrata un’associazione di ragazzi della città vecchia denominata “Obiettivo Borgo Antico”. Associazione con varie competenze, magari non strettamente legate ad attività museali, ma ci piacque l’idea, come Diocesi, di valorizzare questi ragazzi residenti nel borgo antico, offrire loro anche delle nuove opportunità. Devo dire che hanno preso molto a cuore questo incarico contribuendo a far conoscere la nostra realtà attraverso attività promozionali e divulgative sul territorio. Hanno fatto tantissimo, sentono il museo di loro proprietà trasmettendo questa passione a tante persone". Parliamo delle opere esposte. “Ogni pezzo ha la sua importanza, una sua storia, un suo valore storico – artistico soprattutto dal punto di vista della fede cristiana. Il percorso di visita diventa oltre che una riscoperta della storia e dell’arte del nostro territorio, una riscoperta dei principali contenuti della fede. Questo è un nostro punto di forza. Tra le opere esposte, ci sono quelle che hanno un valore simbolico per la nostra città molto elevato: parliamo ad esempio della crocetta in oro del VII secolo, l’oggetto più antico tra le opere esposte nel museo, ritrovato nel sarcofago contenente il corpo di San Cataldo esattamente 950 anni fa (1071). Proprio il 30 aprile si è aperto l’anno giubilare di celebrazioni del ritrovamento del corpo di San Cataldo. Sempre nell’ambito del Santo Patrono, c’è parte del famoso tesoro con dei pezzi davvero straordinari e di valore. Poi c’è il topazio di 1.5 kg scolpito su sportello di tabernacolo. È considerato il gioiello artistico più grande del mondo. Esistono altre pietre preziose più grandi, ma non scolpite. Rappresenta la figura di Cristo che spezza il pane. Tra i dipinti ce ne sono diversi di molto valore come quelli di Paolo de Matteis, stesso pittore che ha affrescato il cappellone di San Cataldo". È tempo di riaperture, come si prepara il museo. “Si potrà visitare il museo dal martedì alla domenica dalla 0930 alle 1230 e dalle 1630 alle 1930; in estate cambieremo promuovendo visite serali. Inoltre, già allestita prima di Natale, il mese prossimo contiamo di inaugurare, per i suoi 50 anni di vita,la mostra di “Gio Ponti e la concattedrale”. Con tutta probabilità, sponsorizzata dalla Direzione Generale della creatività contemporanea del Ministero della cultura, vedrà l’intervento del Ministro Franceschini". Buona visita!