Federmoda Taranto: Mario Raffo, ‘Siamo delusi, ci sentiamo abbandonati’
Il 4 maggio sarà ricordato per un bel po’ di tempo dai commercianti del dettaglio, non come la fine delle attese, il Covid day dell’ingresso nella seconda fase del lockdown, ma come la giornata delle speranze tradite. Le aspettative erano altre, e buona parte delle categorie del commercio, tra queste quelle del settore ‘Abbigliamento, calzature e accessori’, avevano già iniziato a riscaldare i motori in vista della ripartenza del primo turno di maggio. Convinzione rafforzata dai dati dell’andamento dei contagi, decisamente incoraggianti in buona parte delle regioni del Mezzogiorno, tanto da immaginare che si potesse programmare una ripartenza scaglionata per aree. Così non è stato, i commercianti di Taranto, e questa volta da giorni buon ultima in Puglia nel bollettino epidemiologico regionale, dovranno attendere il 18 maggio. Due settimane in più, troppe per un settore già fuori stagione e che è andato oltre il tempo limite, utile per smaltire gli approvvigionamenti primaverili. Gli stand dei negozi, carichi di capi primaverili invenduti (ordinati per le cerimonie e gli appuntamenti di aprile/maggio), a fine mese dovrebbero far posto alla merce estiva già pronta negli imballi o in arrivo. “Due settimane ancora – commenta Mario Raffo, presidente provinciale di Federmoda - ci privano dell’ultima speranza di riuscire ad alleggerire, seppure in minima parte, i carichi di merce invenduta”. Federmoda provinciale, come le altre categorie del commercio al dettaglio di Confcommercio Taranto, è in stato di allerta: i contatti in queste ore tra la base e i dirigenti della associazione sono febbrili e si sta puntando sui percorsi di sostegno al commercio e agli operatori che sono stremati dai quasi sessanta giorni di chiusura. Federmoda Taranto, intanto, scrive al numero uno della Federazione nazionale, Renato Borghi, a sostegno dell’azione di pressing sul Governo, e ricorda che la pandemia Covid19 ha aggravato una situazione già di per se drammatica e compromessa da vari fattori, non da ultimo il cambiamento climatico, e che la provincia di Taranto era già in difficoltà per la sua particolare situazione economico-finanziaria e sanitaria dovuta alla crisi industriale dell’ex Ilva. “E’ reale la possibilità che per molte imprese l’impatto con la riapertura sia devastante e che non tutte possano farcela ad andare avanti, ciò sarà - commenta Mario Raffo - una tragedia per tante famiglie e colpirà commercianti e collaboratori. Proviamo dolore e rabbia perché ci sentiamo abbandonati e lasciati al nostro destino, come se il dramma di noi piccoli imprenditori, che abbiamo scommesso tutto nelle nostre aziende che ci siamo costruite con sacrifici e rinunce personali, non fosse degno della dovuta attenzione. Vi sono aspetti sui quali riteniamo che si sia fatto davvero poco a sostegno delle imprese: dall’andamento a rilento nell’erogazione dei finanziamenti al rilascio ed estensione della cassa integrazione in deroga, non diversamente per la moratoria sui titoli in scadenza. Non sarà certo lo slittamento dei tributi locali di qualche mese a risolvere i nostri problemi: dobbiamo andare al 2021 e il Governo deve dare ai Comuni i mezzi economici per rinunciare per quest’anno alla riscossione dei tributi. Riteniamo infine che il costo per l’acquisto dei presidi sanitari, ormai obbligatori (mascherine guanti gel e prodotti per la sanificazione ambientale), non debba gravare sulle nostre aziende. Abbiamo bisogno di liquidità, di aiuti concreti, e l’appello lo rivolgiamo anche alla Regione. E’ evidente che - conclude Raffo - si ignora cosa vuol dire fare impresa, e che si sottovaluta che se chiudiamo noi, che non siamo le cosiddette imprese strategiche, ma che rappresentiamo il cuore pulsante dell’economia, salta il ‘Sistema Italia’ basato sulla operosità e il lavoro di migliaia di micro e piccole attività del commercio".