ArcelorMittal: Presentato piano a Governo, 3300 esuberi
Rinviato anche il rifacimento di Afo5
Tremilatrecento esuberi già nel 2020 e rinvio rifacimento Afo5. Sono alcuni dei punti del nuovo piano industriale di ArcelorMittal per Ilva arrivato in serata sui tavoli dei ministri competenti, Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico), Roberto Gualtieri (Mef) e Catalfo (Lavoro) A rivelarlo è il segretario della Fim Cisl Marco Bentivogli. Secondo il sindacalista "il piano presentato non sarebbe lontano dall'accordo raggiunto a marzo scorso al Tribunale di Milano, quando si chiuse il contenzioso tra Ilva in amministrazione straordinaria e ArcelorMittal" "Ci aspettiamo un piano in linea con l'intesa del 4 marzo" aveva detto ancora una volta in mattinata il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli in un'intervista radiofonica, ma adesso il tono era di chi ha perso la pazienza. Al clima sempre molto teso fra Governo e Azienda, non ha giovato l'incidente diplomatico del primo giugno scorso, quando ai cancelli di Taranto si sono presentati i commissari straordinari per l'annunciata ispezione agli impianti, e si sono trovati i cancelli chiusi. I top manager che dovevano accompagnarli erano in vacanza per il ponte del 2 giugno. Nel corso della giornata prima il segretario della Fim-Cisl Marco Bentivogli in un post e poi il segretario della Uilm Rocco Palombella in un comunicato hanno fatto trapelare la cifra monstre di 8.200 esuberi che ArcelorMittal vorrebbe attuare mettendo la stragrande maggioranza dei suoi dipendenti in cassa integrazione. Gli accordi siglati il 4 marzo prevedeva invece da parte della società la garanzia di mantenere i livelli occupazionali di 10.700 posti, in linea con gli impegni del settembre 2018 siglati con Governo e Sindacati. Quello di settembre è il solo accordo che i sindacati riconoscono e che si traduce nei fatti in zero esuberi "Se Mittal ha deciso di andarsene se ne andasse e la finiamo qui" - scandisce il ministro non nascondendo irritazione "Troviamo il modo per farlo andar via. ci sono delle clausole, delle penali che lo rendono possibile" dice in un'intervista mattutina a Radio anch'io dopo aver ribadito che pur comprendendo le difficoltà della filiera, il Governo considera i tagli "inaccettabili". Patuanelli è pessimista: "Do' ormai per scontato che arriverà un piano che non è assolutamente in linea con quanto abbiamo discusso per mesi fino a marzo e con quanto si aspetta il governo" ammette. A non avere fiducia in Mittal c'e' anche l'indotto. La ditta d'appalto Ferplast ha ritirato i lavoratori dallo stabilimento siderurgico di Taranto. Si tratta di un'azienda con oltre 200 addetti tra contratto a termine e a tempo indeterminato, lamentando una 'situazione insostenibile' che riguarda i pagamenti: "hanno promesso un acconto che non è mai arrivato". Patuanelli, uno dei ministri di punta del M5S non nasconde che preferirebbe avere le mani libere sull'Ilva di Taranto per mettere a punto il suo piano nazionale strategico dell'acciaio, annunciato nei giorni scorsi, una piano che porti tutta la filiera a una rivoluzione eco-sostenibile, già intrapresa da altre acciaierie come Arvedi. Lo società data come possibile acquirente delle acciaierie di Terni oggi ha comprato una pagina pubblicitaria per dire che "All'Acciaieria Arvedi le Istituzioni, controllano, verificano, e certificano il rispetto della qualità ambientale nella produzione". Nel pomeriggio l'ex ministra del Sud Barbara Lezzi (M5S) chiama in causa il ministro dell'economia Roberto Gualtieri (l'altro ministro in campo per risolvere il caso Ilva con un ingresso dello Stato nel turnaround dell'acciaieria) "Mi risulta incomprensibile la posizione di Gualtieri che preferirebbe trattenere Arcelor pur sapendo che questo comporterebbe esborsi a carico dello Stato per poi ottenere una morte graduale del polo siderurgico. Con tutto il disastro ambientale che ne deriverebbe. Perché dovremmo, noi tutti cittadini italiani, erogare soldi ad Arcelor che in meno di due anni ha cambiato idea e programmi già troppe volte ?". (ANSA).