Palmisani: ‘Polo Grottaglie è supporto più importante per Zes interregionale ionica’
‘Necessario riacquistare centralità alla vigilia del negoziato con l’Europa, attraverso il Recovery fund’
Il polo di Grottaglie è il secondo polo della Zes (zona economica speciale) interregionale ionica Taranto - Basilicata, dopo il polo di Taranto. Il polo di Grottaglie comprende: l’aeroporto di Grottaglie; il centro intermodale di Francavilla Fontana; l’area di sviluppo aeroportuale e l’area Pip di Grottaglie; le aree industriali di Faggiano, San Giorgio, Monteiasi, Manduria, Carosino e Francavilla Fontana. Un’area che si sviluppa su circa 670 ettari, rispetto ai 1500 della parte pugliese ionica del polo di Taranto. Ad essi si sommano i poli lucani di Melfi con i loro circa 200 ettari e quello di Ferrandina circa 200, quello di Galdo di Lauria circa 120 ettari, l’area industriale del Val Basento, La Martella, ecc...per circa altri 500 ettari. Il polo di Grottaglie è il supporto più importante per la Zes interregionale ionica, grazie alla sua esistente infrastrutturazione e logistica riguardante l’aeroportualità, la retroportualità, la mobilità ferroviaria e stradale in grado – portate ad efficienza totale – di movimentare le merci e le produzioni esistenti, da Francavilla Fontana fino a Melfi. Di conseguenza offrire agli investitori e ai grandi player internazionali, uno dei più importanti punti di approdo per l’economia meridionale e nazionale e per l’intera Europa. Già oggi il polo di Grottaglie è fornitore e movimentatore di produzioni industriali che sono aeronautiche, agroalimentari, della logistica e dell’ICT (tecnologia dell’informazione e della comunicazione). Il sedimento del polo aeroportuale di Grottaglie ha una destinazione - prevista da almeno 15 anni dal piano regionale dei trasporti - di aeroporto cargo, a cui successivamente si è aggiunto nell’ambito della negoziazione politica territoriale, la riattivazione dell’aeroporto civile. Opzione e vocazione che non può essere sottovalutata alla luce dei nuovi programmi per quest’area. Non dimenticando che le decisioni sono in capo ad “Aeroporti di Puglia” (AdP) SpA, che gestisce gli aeroporti di Bari, Brindisi/Lecce, Foggia e Grottaglie. Perché oggi la Zes diventa più importante, più centrale e più urgente? Troppi ritardi e omissioni si sono registrati fra tra la fine del 2017 e soprattutto nel 2018 con lo sforamento fino agli inizi del 2019, che non hanno agevolato e non agevolano la Zes come leva importante per il Piano per il Sud 2030 che il ministro Provenzano propone. Ora, è necessario riacquistare centralità perché siamo alla vigilia del negoziato con l’Europa, attraverso il Recovery fund, perché sarà primario ciò che il ministro Provenzano intenderà proporre nei primi titoli dell’ agenda. Personalmente penso che le Zes (e non necessariamente tutte insieme), siano mature per stare in testa alle opzioni che il ministro dovrà presentare in queste settimane. La Zes interregionale ionica costruisce un distretto industriale e della logistica inedito per il Mezzogiorno che va da Gaudo di Lauria a Melfi, passando per Ferrandina, che per noi significa anche il collegamento ferroviario per il Tirreno e con l’alta velocità Salerno-Milano, partendo dal porto di Taranto e dal polo di Grottaglie che diventa un terminal del Salento attraverso Francavilla Fontana. Punto questo, rilevato dal ministro Provenzano, in occasione della sua visita a Grottaglie, quando ha asserito che quella interregionale ionica (Taranto-Basilicata) è una delle Zes che più rispecchia, non solo per la sua perimetrazione, la natura originaria delle Zes. E aggiungo che da alcuni mesi, il porto di Taranto è anche Zona Franca Doganale Interclusa, che significa l’abbattimento dei dazi all’export e all’import, ecc. Occorre “non commettere l’errore di considerare la Zes il rimedio di tutti i mali della crescita. Essa è solo il martello di una cassetta di attrezzi che deve altresì contenere chiodi solidi (le imprese), l’incudine (un porto efficiente ed efficace con terminalisti di eccellenza ed interporti e/o aree retroportuali e aeroportuali strutturati), la chiave inglese (un sistema burocratico solido e snello), l’olio lubrificante (un sistema logistico di primordine), un giravite (il sistema degli incentivi) e la tenaglia (il supporto delle istituzioni). Sono questi i tools che devono girare insieme per poter far valere sul territorio di riferimento, la Zona Economica Speciale” [SRM, 2017, pag. 145-146]. Le scelte del Ministro saranno importanti e io mi candido al consiglio regionale per sostenere queste linee, alle quali aggiungo la ripresa del transhipment dei container sul porto di Taranto, che dopo due anni di pausa riaccende nel mondo marittimo e delle marinerie, la luce del porto che trasborda container. Anche su questo io direi che Suez è indispensabile per Taranto e se le compagnie turche, franco cinesi cercano approdi, il porto di Taranto deve essere ospitale. Dal mese scorso, le città marittime di questo pianeta sanno che il porto di Taranto esiste perché sono riprese le attività di transhipment. Il porto di Taranto esiste e chi ha lavorato affinché ciò non accedesse se ne deve fare una ragione. Non ci possono essere ragioni che diventano commerciali in Liguria o a Trieste, e che diventano politiche a Taranto o comunque nel Mezzogiorno. Il contributo che ci è stato annunciato dal ministro dei trasporti è importante: il collegamento con l’altavelocità del Tirreno e dell’Adriatico. Noi siamo in questo coacervo: Taranto, Napoli via Adriatica e via Tirrenica. L’importante è che le cose si facciano e per questo c’è bisogno di un contributo dei consiglieri regionali e del governo. In questa stagione in cui le risorse europee sono ingenti, la crisi del post Covid diventi un’occasione concreta di ripartenza per il Mezzogiorno. È noto che il Governo Gentiloni prima e Conte 2 dopo, hanno confermato la destinazione del 34% della quota meridionale, nota come “la riserva del Sud”. In questi giorni siamo preoccupati del fermo delle consegne di Leonardo. Il Pd sostiene le preoccupazione dei sindacati che stanno lottando affinché le riduzioni siano inferiori a quelle previste. Con Leonardo bisogna aprire una discussione significativa sul processo di diversificazione delle attività produttive, sapendo che nell’area industriale, che è nel sedime aeroportuale, sono insediate iniziative industriali importanti che certamente vanno sostenute. Perché oltre alla Leonardo, sono a rischio anche le imprese dell’indotto. Desidero ricordare che nel 2006 il gruppo Alenia Aeronautica (oggi Leonardo) diventò partner della Boeing per la realizzazione delle fusoliere e del piano di coda del nuovo Boeing 787. L'insediamento di Grottaglie si prestava benissimo per la realizzazione delle fusoliere in fibra di carbonio, ma per il trasporto delle stesse occorreva che potessero atterrare nel vicino aeroporto i pesanti Boeing 747-400 LCF cargo appositamente modificati. Venne pertanto indetto un bando per l'allungamento della pista dagli originari 1.860 m agli attuali 3.800 m, per la modifica della strada provinciale San Giorgio Jonico-Grottaglie, per la realizzazione di un nuovo piazzale, di nuove bretelle di collegamento e di una nuova caserma dei Vigili del fuoco. Il 15 dicembre 2006, venne inaugurata la nuova pista (che risulta essere una della più lunghe d'Italia), unitamente al nuovo piazzale Alenia e il 21 marzo 2007 atterrò il primo Boeing 747-400 LCF cargo. Tra l’altro, non possiamo dimenticare che ogni significativo passo che è stato compiuto da Leonardo (ex Alenia ed ex Finmeccanica) è sempre stato accompagnato da significativi finanziamenti regionali attraverso i contratti di programma regionali. Abbiamo bisogno di avviare un dialogo costruttivo e ad ampio spettro nel settore aerospaziale meridionale ed europeo, sostenuti dalle politiche governative verso il Mezzogiorno e nel contempo regionali.