Stefano D’Agostino: ‘Non sarei mai andato via da Taranto’
L’ex rossoblu: ‘Dopo tutto quello che ho dato, trattato male a livello umano. Con Giove alcun litigio. Con Ragno alcuna incomprensione’
A due mesi dal suo addio "forzato", Stefano D'Agostino torna a parlare di Taranto e del Taranto. Fermo anche il campionato maltese per via del coronavirus, l'ex fantasista si apre ai colleghi di giornalerossoblu.it attraverso un'intervista molto interessante, rilasciata al collega Andrea Loiacono, di cui vi proponiamo qualche stralcio.
ADDIO FORZATO "Non so cosa sia stato detto a Taranto dopo che sono andato via. Onestamente, alla teoria che un giocatore tecnico in D possa essere meno utile al progetto perché corre meno, non ci credo. Rispetto la decisione, ma in questo caso parlano i fatti per me: nonostante i problemi, specie in avvio di stagione, ho realizzato 7 gol in 13 presenze. Non ce l’ ho con nessuno per come sono andate le cose, una persona molto tranquilla e con il presidente Giove non è successo assolutamente niente. Non volevo lasciare Taranto in un momento così brutto e difficile. Da capitano e per tutto quello che ho ricevuto in questi anni con la mia famiglia, non avrei mai preso una scelta del genere. Sono stato avvertito del mio allontanamento solo all’ultimo, se me lo avessero detto il primo dicembre ci sarei rimasto male ma avrei capito. Ci sono rimasto male per come sono stato trattato a livello umano. In ogni caso, la gente di Taranto continua a riversarmi una valanga di affetto tramite messaggi e telefonate. Me lo aspettavo, ma non così: sono ancora innamorato del Taranto".
PUBALGIA "Ho avuto qualche problema a inizio stagione, ma con allenamenti differenziati e trattamenti specifici si può comunque scendere in campo la domenica. Magari non sei al 100%, ma non si diventa mica zoppi. Se la scelta di mandarmi via è dipesa dalla pubalgia, avrebbero potuto mandarmi via subito. Ad Andria e a Brindisi quando ho segnato non avevo la pubalgia?".
NICOLA RAGNO "A chi dice che io e alcuni ex compagni non andassimo d’accordo col mister, anche per una questione tattica, sostiene un’enorme fesseria. Ho sentito queste storie troppo spesso, è il momento di dire che mai nessuno di noi ha giocato contro nessuno. Scendeco in campo per me e il Taranto, non contro qualcun altro. Chi avvalla questa teoria non fa altro che nascondersi: non giocavo per Ragno, Panarelli o D’Agostino, ma solo per il Taranto. Il mio sogno era vincere il campionato. E a chiunque mi avesse portato a vincere il campionato avrei steso tappeti rossi".
IN FUTURO, CHISSÀ "Dopo quello che è successo, non avevi voglia di indossare, in Italia, una maglia diversa da quella rossoblu. Sono arrivate offerte anche da categorie superiori come la Lega Pro, anche pugliesi, ma e ho rifiutate. Ho scelto Malta perché avevo voglia di staccare la spina per quattro mesi, in un luogo dove potessi non pensare a quello che era accaduto. In più, sto vivendo un’esperienza nuova, stimolante, ho la possibilità di vincere un campionato è disputare i preliminari di Champions. In Italia ho fatto bene, ma voglio mettermi in evidenza anche qui. Un ritorno a Taranto? Ho sempre sostenuto che il mio è stato un arrivederci. Nella vita bisogna lasciare le porte aperte perché un domani tutto può succedere. Non posso dire addio al Taranto dopo tutto quello che ho vissuto in questi anni: non on ho ancora esaudito il mio sogno di vincere con la maglia rossoblu".