Taranto: Aggressioni in chiesa, arrestati restano in carcere. ‘Sono pericolosi’
Sono state eseguite dalla Squadra Mobile di Taranto due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due soggetti, rispettivamente di 42 e 38 anni, già tratti in arresto lo scorso 13 giugno per resistenza e violenza a Pubblico Ufficiale. Si ricorderà che, in quell’occasione, i due, identificati come gli autori di una violenta aggressione sul sagrato della Chiesa Sacro Cuore di via Dante, avevano impedito la perquisizione all’interno del bar dove avevano trovato rifugio, proseguendo con violenza e minacce anche all’interno delle vetture di servizio e nei confronti dei poliziotti intervenuti. La meticolosa attività di indagine svolta dalla Squadra Mobile ha consentito di ricostruire quanto accaduto nel tardo pomeriggio della scorsa domenica. I due, dopo aver percosso un anziano signore sulla pubblica via, mediante l’uso di una pistola, hanno impedito ai soggetti accorsi in soccorso della vittima che fossero chiamate le forze dell’ordine. In particolare, si è appurato che i due hanno puntato una pistola per costringere ad allontanarsi il conducente di un’auto che lì transitava e voleva soccorrere la vittima. Successivamente, l’arma è stata puntata contro il volontario che, sul sagrato della chiesa, disciplinava l’ingresso dei fedeli ed era intervenuto in soccorso dell’anziano. Terza aggressione, anche schiaffeggiandolo, al parroco della chiesa, accorso sul sagrato per impedire ulteriori aggressioni ad altri volontari ed fedeli. L’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere trae origine dall’eccezionale pericolosità e insofferenza alle prescrizioni dettate dalle forze dell’ordine da parte dei pregiudicati i quali, anche attraverso l’uso di una pistola, hanno aggredito, minacciato e picchiato soggetti diversi dall’anziano, obiettivo primario della violenta condotta. La gravità delle condotte e la particolare e violenta attitudine emergono in modo particolare dall’aggressione al volontario, costretto ad inginocchiarsi dopo aver scarrellato l’arma come per preparare lo sparo, colpendolo al capo col calcio della pistola. I due pregiudicati dovranno rispondere, in concorso, oltre che di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, anche di lesioni aggravate, violenza privata, detenzione e porto in luogo pubblico di arma da fuoco e turbamento di funzioni religiose. (CS)