Cirulla: il re dei giochi di carte liguri
La cirulla è senza dubbio uno dei giochi di carte più iconici della Liguria, amatissimo anche nelle zone del basso Piemonte. Questa variante della Scopa, conosciuta per la sua dinamicità e complessità, offre partite ricche di colpi di scena, dove la fortuna è sovrana e le strategie classiche possono rivelarsi inutili. Se vi state chiedendo quali siano le regole della cirulla e in cosa si differenzia dagli altri giochi di carte, questo articolo vi guiderà alla scoperta di questo passatempo tanto caro ai liguri.
La cirulla è conosciuta anche come ciammachinze o ciapachinze in dialetto genovese, che si traducono rispettivamente con “chiama quindici” e “prendi quindici”. Questo richiama una delle regole fondamentali del gioco, ovvero la possibilità di prendere carte dal tavolo sommando fino a quindici. L’origine del nome "Cirulla" è meno chiara, ma potrebbe derivare dal termine spagnolo chirola, che indica monete di scarso valore, forse un riferimento all’entità della posta in gioco.
Cirulla regole: Per giocare a cirulla si utilizzano un mazzo di carte genovesi da 40 carte o, in alternativa, carte francesi da cui sono stati rimossi 8, 9, 10 e i jolly. Si può giocare in due, in tre o in quattro, e in quest'ultimo caso si formano due coppie. L’obiettivo del gioco è raggiungere o superare i 51 punti accumulando carte, combinazioni e scope, e sfruttando al meglio le peculiarità uniche della cirulla.
Le regole base si rifanno alla Scopa, ma con alcune aggiunte che rendono il gioco unico. Ad esempio, la “presa 15” consente di catturare carte che, sommate alla carta giocata, raggiungono il valore di quindici. Inoltre, l’asso piglia tutto: giocare un asso permette di raccogliere tutte le carte sul tavolo, una mossa spesso decisiva. Non mancano poi le particolarità, come il 7 di Cuori, detto la “Matta”, che può assumere qualunque valore per creare combinazioni vincenti.
A differenza della Scopa, il ritmo di gioco in cirulla è incalzante e imprevedibile. Questo è dovuto ai continui ribaltoni nei punteggi, che possono cambiare radicalmente il destino della partita. Ad esempio, se un giocatore ha tre carte con un valore complessivo pari o inferiore a nove, deve dichiararlo all’inizio della mano e gioca con le carte scoperte per il resto del turno, guadagnando tre scope. Ancora più eclatante è il “buona da dieci”, che si verifica quando un giocatore ha tre carte uguali: in questo caso si ottengono ben dieci scope.
Alla fine della partita si calcolano i punti secondo un sistema che premia sia la quantità che la qualità delle prese. Come nella Scopa, vengono assegnati punti per:
● Il maggior numero di carte;
● La primiera, basata sul valore delle migliori carte di ciascun seme;
● Il Settebello (il sette di denari);
● Il maggior numero di denari.
Un punto viene aggiunto per ogni scopa effettuata, mentre combinazioni speciali come la “Piccola” (Asso, 2 e 3 di denari) e la “Grande” (Fante, Donna e Re di denari) portano punti bonus. Infine, se un giocatore o una coppia riesce a catturare tutte le carte di denari, si dice che ha fatto “cappotto” e vince la partita immediatamente.
Pur essendo un gioco che si basa molto sulla fortuna, la cirulla richiede anche una certa attenzione strategica. Ad esempio, gestire con saggezza la Matta o bloccare gli avversari nel completamento di sequenze vincenti può fare la differenza. Tuttavia, il carattere imprevedibile del gioco rende ogni partita unica, mantenendo alta l’adrenalina.
La cirulla non è solo un passatempo: è un pezzo di cultura ligure, capace di unire generazioni intorno a un tavolo. Tra risate, sfide e immancabili “bussate”, è facile comprendere perché la cirulla è considerata il re dei giochi liguri.