Taranto, Editoriale: Z&B, libri contabili subito in tribunale...
E se il debito del Taranto fosse di un milione di euro? Stipendi ai tesserati che non risulterebbero pagati e che avrebbero bloccato lo svincolo della fidejussione deposita in Lega di Serie C. La vertenza economica, promossa dai tre calciatori aggrediti lo scorso marzo, tuttora pendente presso la stessa Lega che, alla luce dei motivi della squalifica comminata alla presidentessa Zelatore, non prometterebbe nulla di buono. Iva, Irpef e contributi, arretrati, non pagati che sarebbero stati dilazionati nel tempo con delle rateizzazioni. Alcuni debiti che risulterebbero nei confronti dei fornitori. Un sostanzioso finanziamento che sarebbe stato necessario contrarre, presso un Istituto Bancario del territorio, per onorare l’impegno del fondo perduto riguardante il ripescaggio in Lega Pro.
La somma delle poste sopra citate, che rappresenterebbero la massa debitoria del Taranto, sarebbe appunto molto vicina al milione. Un importo esorbitante per la categoria e non solo. Ove questa indiscrezione rispondesse a verità escluderebbe la Società da ogni ipotetica trattativa, seria, di cessione. Il club sarebbe da considerare fuori mercato.
Nessun imprenditore/investitore, degno di tale nome accetterebbe mai di accollarsi oneri tanto gravosi. Al Taranto, che realmente versasse in quelle condizioni economiche, potrebbero avvicinarsi soltanto degli avventurieri.
Nel frattempo filtrano le prime indiscrezioni. L’ambiente societario sarebbe una polveriera. Nel calcio non si sa quello che non si fa, si usa ripetere nell’ambiente. I malesseri tra Damaschi, Volume e Roselli avrebbero avuto origini remote. Non sarebbero stati rispettati gli accordi sui ruoli e sulle competenze reciproche. Ecco spiegate le dimissioni del direttore generale. Cozza avrebbe realmente manifestato l’intenzione di mollare tutto per divergenze con il diesse già durante il ritiro, non avrebbe condiviso la scelta fatta su alcuni calciatori. Zelatore e Bongiovanni non avrebbero totalmente digerito i modi con i quali sono stati chiusi alcuni accordi economici con i giocatori. Non tutte le mensilità maturate, nella stagione in corso, sarebbero state corrisposte. Lo spogliatoio risulterebbe oppresso dai modi non proprio urbani di qualche addetto e dal sistema bulgaro adottato dalla proprietà. Diversi tesserati avrebbero manifestato l’intenzione di andarsene.
In questo ipotetico bailamme trapela la notizia che è in corso una trattativa per la cessione, delle quote di maggioranza del club, al signor Luca Tilia. Un avvocato romano, con esperienze non esaltanti a Martina Franca e Caserta, sul quale la piazza ha già espresso la propria avversità.
Un quadro certamente non esaltante ove fosse vero. Una situazione che sarebbe deprecabile. Imbarazzante. Irrecuperabile. L’inizio di un percorso senza ritorno. Quello che condurrebbe all’inevitabile deposito dei libri contabili in Tribunale.