“Non conta il colore del gatto, conta che acchiappi il topo. Grottesco siparietto social da parte del Presidente di Kyma Ambiente (Giuseppe Mancarelli, ndr), appena riconfermato, il quale è personalmente intervento su un post pubblicato da parte di un cittadino, su noto social network, in ordine alla presenza di un ratto morto da giorni in una una via del centro cittadino”, comincia così una nota di Gianluca Mongelli, coordinatore di Fratelli d’Italia Taranto.

”Ebbene, lui, da Presidente Kyma ambiente, ha inteso bacchettare l'autore del post sul fatto che il ratto non è un rifiuto (e quindi non compete a Kyma rimuoverlo), non mancando di stigmatizzare, incomprensibilmente, l'appartenenza dell'autore del post a Fratelli d'Italia - aggiunge Mongelli -. Indipendentemente dall'ente competente allo smaltimento del ratto giacente da giorni accanto al marciapiede, insieme ad altra immancabile sporcizia, spiace dover rilevare che il Presidente di Kyma Ambiente, oltre a prendersi la briga di intervenire polemicamente nei commenti, abbia inteso sottolineare l'appartenenza a Fratelli d'Italia dell'avv. Emidio Attavilla che, come migliaia di altri cittadini, ha evidenziato (con relativo report fotografico del ratto), il grave stato di degrado igienico della nostra città”.

”Evidentemente il Presidente, che non dovrebbe fare il politico censore, ma agire, da tecnico, nell'interesse di tutti i cittadini, ritiene che la condizione della nostra città sia frutto di strumentale polemica politica, non rendendosi conto della realtà e della situazione disastrosa dell'igiene delle nostre strade che è tragicamente sotto gli occhi di tutti“, sottolinea Mongelli.

”In attesa del pifferaio magico che possa occuparsi dei ratti ( vivi o morti che siano), nonché del resto  della sporcizia, ricordiamo al Presidente Mancarelli che lui dovrebbe rispondere alla città della gestione fallimentare, sotto ogni profilo, di Kyma Ambiente, piuttosto che sprecare il suo prezioso tempo a polemizzare circa l'apparenza politica di chi scrive post sui social. I fatti parlano da soli“, conclude Gianluca Mongelli.