NESSUNO SI SALVA DA SOLO, uno spettacolo inedito tutto da vivere
La compagnia teatrale Tra genio e follia presenta un lavoro di arte emergente
di MARIA PASTORELLI “Nessuno si salva da solo” è il titolo dello spettacolo messo in scena ieri 16 settembre all’ auditorium del divino amore di Martina Franca. Blunote ha chiesto a uno spettatore appassionato di teatro di raccontare cosa aveva visto e dove era stato, viste le premesse dell’autrice del lavoro nonché interprete. Vito Abbondanza è uno spettatore qualunque ma neanche più di tanto visto che è solito masticare moltissimi spettacoli teatrali di tutti i generi. Allora Vito dopo aver visto lo spettacolo così lo racconta a Blunote: “La scena è rappresentata da una seduta psicoanalitica dove sono presenti Luce (Rossella Carbotti ) un’adolescente che ha tentato il suicidio e una psicologa (Monica Montanaro). Nei loro dialoghi interverranno per tutto il tempo : la coscienza di Luce (Lorenza Basile) e le due coscienze della psicologa: la coscienza buona(Alessandra Miola) e la coscienza cattiva (Valentina Brolli). Dopo momenti di sfiducia e di durezza nei confronti della psicologa Luce tira fuori tutto quello che ha dentro: il senso di colpa per la morte della sua amica, l’infanzia difficile e il rapporto ormai logoro tra i suoi genitori . Dopo aver confidato tutto questo alla dottoressa, la ragazza spinge la psicologa ad aprirsi e dopo una piccola incertezza anche la psicologa mostra le fragilità della sua vita. Le due erano state distanti tutto il tempo senza mai guardarsi negli occhi, nel finale dello spettacolo di contro si avvicinano e si lasciano andare in un abbraccio tenero e drammatico allo stesso tempo. Fondamentale il dialogo che le coscienze hanno tra di loro quasi come se volessero parlare con la coscienze del pubblico , nessuno si guarda più negli occhi in pochi cercano lo sguardo dell’ altro ma tutti abbiamo bisogno di qualcuno perché come dice il titolo dello spettacolo nessuno si salva da solo! E io trovo che sia terribilmente vero”! Dopo lo spettacolo, Blunote ha fermato la regista che ha rilasciato una breve intervista.
Perché uno spettacolo così psicologico ? Qual è l ‘idea di fondo?
“L’ idea di fondo è quella di far capire che nessuno si salva da solo appunto io in generale vorrei che il teatro fosse molto sociologico oltre che psicologico per cercare di far comprendere alla gente che viene a vedere lo spettacolo che il teatro non è soltanto quello che fa ridere ma fa anche molto riflettere e mi piace il fatto che la gente venga a teatro per riflettere e per capire molto di più su se stessa e sulla società che la circonda .”
Vedi margini di sviluppo per l‘ industria culturale di questo paese? Per la puglia o per l‘ Italia?
“Ci speriamo tanto, in particolar modo noi giovani, ritengo che questo sia un ambito molto sottovalutato maltrattato soprattutto dalla politica in generale .”
Regia, drammaturgia, recitazione pensi di dedicarti ad uno di questi campi o bisogna sperimentarsi in tutto?
“Io sono per lo sperimentarsi in tutto come si è potuto notare dallo spettacolo, devo dire la verità quello che mi riesce meglio probabilmente è la scrittura però mi sento più attrice e sicuramente più stimolata come regista quindi non penso che rinuncerò ad una delle tre parti”
La scelta registica di non far guardare le due protagoniste è dettata da che fatto?
E’ data proprio dal fatto che le due guardandosi si sarebbero capite, è proprio su questo che si basa tutta la comunicazione, secondo me sullo sguardo ecco perché loro si guardano solo alla fine”.