Chiacchio salva l’Avellino. Corsa aperta in Figc
di Vittorio Galigani
Campagna elettorale già in fermento, per la corsa alla poltrona di presidente della Federcalcio, dopo le dimissioni forzate di Carlo Tavecchio. A livello di televisione di Stato è stato un weekend promozionale per Damiano Tommasi, presidente della Associazione Italiana Calciatori. Un vero e proprio redazionale. Un chiaro sostegno a voce univoca. Senza nessun confronto. Trascurando, palesemente, un principio imprescindibile. La “scelta” sarà fatta in assemblea. Su votazione dei delegati di tutte le componenti del calcio. Una “scelta” che dovrà scaturire da un inevitabile accordo politico. Il prossimo governo della Federcalcio, per avere un futuro, deve essere partorito da una maggioranza qualificata. Solida. Inattaccabile.
Le schermaglie attuali coinvolgono anche Gabriele Gravina. Il presidente della lega nazionale di Serie C. Di recente si era parlato di lui come possibile amministratore delegato, se non presidente, in Serie A. Ipotesi entrambe tramontate nella ridda delle candidature che si sono alternate, senza alcun successo, tra i papabili della massima categoria. Gravina sarebbe intenzionato a competere in Figc. Avrebbe già sviluppato una piattaforma di lavoro esposta ad alcune società di A e B che sarebbero anche disponibili nel sostenerlo.
L’assemblea elettiva si terrà il prossimo 29 gennaio. Quindici giorni prima gli eventuali candidati dovranno depositare i loro programmi. Peserà sulla decisione finale, come in passato, il 34 per cento rappresentato dalla Lega Nazionale Dilettanti. Difficile che la base decida di schierarsi, a priori, con Gravina. Nel gioco delle alleanze sono coinvolti tutti. Calciatori, arbitri e allenatori inclusi. L’uscita di Renzo Ulivieri, in coda all’ultimo Consiglio Federale, lascia alquanto perplessi. Quella strizzatina d’occhio ai calciatori nasconde “voglie” al momento irrealizzabili.
In una valutazione complessiva che reciteranno le parti non va sottovalutata la professionalità e l’esperienza di Carlo Tavecchio. Il “grande vecchio”, grazie all’ottimo lavoro svolto da commissario di Serie A, ha acquisito fiducia e credibilità nel “pianeta” che fa da volano per tutto il calcio italiano. Il sistema si regge sul denaro introitato/prodotto in quella categoria. Con i criteri informatori ha fatto approvare il nuovo statuto. Si è così stabilito che la gestione non sarà più subalterna. La nuova governance sarà autonoma nelle decisioni. Il voto espresso all’unanimità in via Rosellini, con richiesta di prolungare il commissariamento della massima serie sino al 29 gennaio, la dice lunga sulla buona volontà di giungere all’accordo sulla governance che gestirà la massima serie. In molti hanno verificato che le dimissioni di Tavecchio sono state affrettate. Figlie di una aggressione mediatica emotiva.
Cosimo Sibilia, ove fosse sollecitato dall’assemblea delle sue Società, non potrebbe tirarsi indietro e rifiutare la competizione. Ipotizzare un accordo con Gravina appare improbabile. Il contendere nascerà attorno alle preferenze espresse dalla A e dalla B. Difficile che i club della massima Serie e lo stesso Sibilia si pieghino dinanzi al volere totale dei calciatori. Le schermaglie sono ancora all’inizio. Tempo tre settimane e si entrerà nel vivo della competizione. In diversi, riconoscendone i meriti, si rivolgeranno al “grande vecchio” per chiedere consiglio. Il suo parere potrà avere un peso determinante sianell’indirizzare le scelte che nella composizione di una solida alleanza. Anche a dispetto di tutte le complicanze recentemente alimentate da Giovanni Malagò.
CATANZARO E AVELLINO In un mio predente editoriale ho argomentato diligentemente sulle motivazioni che hanno determinato il deferimento di Catanzaro e Avellino. In relazione all’ipotesi di illecito (non consumato) riscontrato dal Procuratore Federale per una partita del campionato di Lega Pro della stagione 2013, vinta dai bianco verdi campani. In virtù di quel risultato gli stessi furono promossi in serie B. Il tentativo di illecito venne alla luce a seguito di indagini di malaffare condotte dalla Procura della Repubblica di Palmi.
Più di qualcuno ha inteso interpretare male il significato delle mie espressioni. Equivocando, da tifoso, sul loro contenuto. Non si trattava di una sentenza anticipata né di un auspicio a ledere. Rimane il fatto che sulle due Società vi è il fuoco di mira della Procura sportiva.
Il processo si svolgerà a Roma il 15 dicembre.
Scontata la richiesta di estromissione dal campionato per entrambe, che sarà avanzata dall’accusa. Diversa, logicamente, la posizione delle due Società. I collegi legali chiamati a difesa (gli interessi dell’Avellino saranno tutelati dallo studio Eduardo Chiacchio) si opporranno producendo argomentazioni che si ritengono oltremodo fondate. Pertanto meritevoli di una sentenza d’assoluzione.
In tal senso le riconosciute capacità professionali di Eduardo Chiacchio e di Michele Cozzone sono una garanzia. Inducono a ritenere positiva la chiusura del dibattimento. Con reciproca soddisfazione di tutti. Me compreso. A scanso di ulteriori, inutili equivoci di interpretazione.