TARANTO: Pieroni, "Montervino responsabile del fallimento"
"Come avevo anticipato, visti anche i tantissimi messaggi pervenutimi da amici e sportivi da Taranto, desidero esprimere un mio parere sul Taranto Calcio - scrive Ermanno Pieroni su Facebook-. Premetto che il mio intervento non va letto come polemica contro qualcuno in particolare, tant'è che ho evitato di parlare ancora a campionato in corso, sperando come tanti che con il ritorno di Cazzarò alla guida, la squadra avrebbe potuto tagliare il traguardo da prima. Avendo vissuto in prima persona pagine esaltanti sia da DS che da Patron del Taranto, con lo Iacovone ricolmo di gente appassionata ed entusiasta dei successi sul campo, non posso che condividere che è impensabile ripetere per il quinto anno consecutivo la via crucis di un campionato tra i dilettanti. C'è da sperare che il prossimo Consiglio Federale della FIGC in tema di ripescaggio in Lega Pro possa rivedere la ventilata tassa dei 500.000 euro a fondo perduto. Ove così non fosse va fatta una riflessione: per fare un campionato di serie D di vertice con una squadra super attrezzata (vedi il caso Parma) guidata è costruita da gente esperta ed all'altezza, quanto costa alla Società in termini di disavanzo di gestione? Sicuramente molto di più che iscriversi a un campionato di Lega Pro, almeno per il primo anno da dare come assestamento alla categoria, contenendo il budget di spesa al minimo, badando di costruire comunque una squadra giovane ma comunque competitiva, valorizzando calciatori della serie D (ce ne sono tanti in giro,basta saperli scegliere affidandosi a persone giuste) o godere dei rapporti e delle amicizie con società di serie A e di B che desiderano che i loro giovani debbano fare esperienza in Lega Pro (quale piazza migliore di Taranto per formare un giovane se non altro a livello caratteriale) usufruendo anche come è prassi del loro intervento economico in termine di valorizzazioni. Dopo i casi Frosinone, Carpi e non ultimo Crotone, non è evidente che idee e competenza a volte fanno superare il valore del denaro? Ed è soprattutto sul piano tecnico che il Taranto quest'anno ha fallito l'obbiettivo. La sostituzione di Cazzaro' con altro allenatore (deleteria la gestione) ed il rafforzamento tardivo della squadra (perché non dall'inizio?) hanno segnato il passo in negativo. Responsabilità che vanno totalmente ascritte al DS Montervino che in due anni, con Proprietà che gli hanno dato i mezzi, non è riuscito nell'obiettivo. A dimostrazione che non ci si improvvisa direttori sportivi dalla mattina alla sera, in speciale modo in una piazza come Taranto che ambisce giustamente ad un calcio migliore, dove alla base ci sia un progetto tecnico basato su una seria ed affidabile programmazione. A mio avviso va considerato oggi il principale responsabile dei mancati successi. Per quanto concerne la Società dico la mia. Ho personalmente conosciuto la Dott.ssa Zelatore e l'avv. Bongiovanni, persone per bene che hanno avuto a cuore le sorti del Taranto Calcio, sborsando denaro proprio e pertanto lì rispetto ancora maggiormente. Saranno i primi in questo momento a soffrire di questo insuccesso. Debbo confidare che ho nei loro confronti il rammarico, dopo essere stato avvicinato anni fa per una consulenza, di avere accettato per troppo amore alla maglia rossoblu decidendo per il sì troppo in fretta, affidandomi a persone sbagliate, con il grande rammarico di non avere dato il giusto contributo alla causa. Già allora però constatai che certi personaggi alla loro corte erano lì solo per ambizione o passerelle televisive. È nata poi la Fondazione Taras. Bella idea sulla carta, ben reclamizzata sui media nazionali. Ma i soldi chi li mette amici cari? Ora che siete dietro alla scrivania, avete potuto constatare che senza il denaro, non bastano solo le idee, non si va da nessuna parte. Nel Taranto il sottoscritto ha messo di proprio ben sei milioni di euro! Per iscrivere il Taranto alla allora C2 versai 1,2 milioni di euro e per ricapitalizzare, per coprire le perdite rinunciai ad anticipazioni personali per 2,3 milioni di euro (basta chiedere alla Re.se.co di Taranto, vero rag. Lo Cascio?). Con il risultato che allora sono stato nonostante ciò messo alla gogna, per poi essere rimpianto nel tempo che è sempre lungo è galantuomo. Molti mi chiedono oggi di riprendere il Taranto. Se avessi i mezzi, nonostante tutto lo rifarei, proprio per rispetto verso i colori rossoblu e grande desiderio di vincere un'altra scommessa per i più quasi impossibile di riportare il Taranto in serie B, che non mi è riuscito nel giugno 2002 solo perché qualcuno ha sicuramente pugnalato alle spalle me ed i 30.000 cuori sanguinanti dello Iacovone. Oggi non posso, un domani... chissà che non ritorni a prendermi le mie rivincite. Mi auguro fortemente che qualcosa di positivo possa accadere dal punto di vista calcistico, in questa stupenda ma martoriata città con le sue tante problematiche, ma sempre con il. Grande fascino ed amore incancellabile per chi come me l'ha potuta vivere in prima persona. Sempre Forza Taranto!".