EBW 2021: Italia-Svezia, ritratto di un movimento che continua a non funzionare
(Di Ilaria Petruzzi) Inaccettabile. Questa è una delle prime cose a cui si è pensato terminata la partita di spareggio, valevole il pass per i quarti di finale, tra Italia e Svezia. Nei 40 minuti in cui si giocava, invece, altri sono stati gli epiteti associati alla situazione, un po' meno carini. Anche "incredibile" ben dipinge lo sconcerto degli appassionati. Incredibile perché non ci si può capacitare di una partita giocata in questo modo contro una squadra tremendamente alla portata delle Azzurre. Da sottolineare che, proprio queste ultime, erano andate ad un passo dal vincere contro la Serbia, tra le potenze europee e mondiali del basket femminile. Ed è proprio in quel piccolo passo di 5 miseri, ma allo stesso tempo giganteschi, punti (è terminata 86-81 per le serbe) che si cela l'inizio del grande fallimento. L'Italia ha in mano la partita per ben 38 minuti e poi, forse per l'incredulità di stare compiendo un'impresa enorme, cola a picco. Ed è in quei minuti finali che va iniziata l'analisi di questo ennesimo infelice Europeo. Spesso ci si lamenta delle troppe straniere nel campionato di serie A1 LBF e delle troppe responsabilità affidate loro nelle partite che contano. Ora, un po' si spiega perché le responsabilità importanti vengano affidate alle straniere. Evidentemente all'estero sono bravi a creare una mentalità solida che regga anche sotto pressione anzi, soprattutto sotto pressione. In Italia, si parla del mancato salto delle ottime Azzurrine degli ultimi anni nella squadra senior. Perché il gap, probabilmente, va cercato nel cuore, nello spirito e nella testa dei giovani talenti. Torniamo a noi. Italia-Svezia 46-64. I numeri già parlano. 46 punti segnati in 40'. 2/21 dall'arco dei tre punti. È vero, molto spesso i numeri ingannano o non premiano anche delle buone prestazioni. In questo caso dicono tutto. Anche chi non ha visto la partita si rende conto di un palese approccio superficiale e insufficiente ad una gara, purtroppo, decisiva: da dentro o fuori. I campanelli d'allarme stavano già suonando contro la Grecia, al ritorno in campo dagli spogliatoi si stava rischiando di buttare quanto di buono fatto nel primo tempo. Quindi, più importanti sono le partite più si ha paura? Ci può stare, ma non è ammissibile non sapere come gestirla in un campionato continentale in cui tutti gli abbinamenti avuti premiavano la delegazione azzurra. È forse qui il problema? Si è data troppo per scontata una vittoria che poi, alla fine, tanto scontata a quanto pare non lo era per niente? Una gara che si pensava di vincere giocando una contro cinque. 19 punti sui 46 totali portano la firma di Cecilia Zandalasini. Le responsabilità non sono patate bollenti da scaricare a chi ha più punti nelle mani. Come si divide e si festeggia insieme la vittoria, va diviso anche il momento di difficoltà, il suo peso e la caduta che ne consegue. È quasi sempre vero che per capire una circostanza bisogna trovarsi dentro, viverla sulla propria pelle. Quando ciò non è possibile si provano ad indossare i panni degli altri. Adesso, chi si metterà nei panni degli appassionati italiani (amareggiati ancora una volta) che da anni aspettano di vedere "il cambiamento"?