Taranto: Workshop Brave, appendice a eventi per il One Billion Rising 2021
Nel primo pomeriggio di Martedì 16 Febbraio Luigi Pignatelli ha facilitato, in remoto, il workshop Brave (Coraggiose/u in italiano), in appendice agli eventi ionici promossi per il One Billion Rising 2021.In apertura le e lu partecipanti hanno fatto una breve restituzione degli eventi legati al OBR2021 e hanno celebrato il proprio lavoro, il proprio impegno e, soprattutto, il proprio coraggio.Ha fatto seguito la visione del cortometraggio Speciale Servizio TG - Tirare fuori se stessi S.p.A., scritto e montato da Eva Cassano, che lo ha introdotto così: «Questa è la storia di Marta, Sofia, Johnny-Jo, Sonia e del loro coraggio. Tirare fuori se stessi è un’impresa! Il video è un po’ trash, però ci ho provato. Sono andata a comprare le bambole ed ero imbarazzatissima a questa età.»La storia ha rappresentato una occasione per riflettere su storytelling, su giochi e stereotipi di genere nell’educazione dei bambini e delle bambine, sui cerchi di donne, sui cerchi AMA, sulla personale percezione di coraggio, non dimenticando il concetto di catena su cui si era lavorato durante il percorso di costruzione del OBR. Ciascuna partecipante è stata invitata a scrivere un testo che esprimesse le proprie emozioni e le nuove consapevolezze raggiunte.La condivisione dei testi ha previsto letture e risonanze. Ne riportiamo stralci di alcuni. Silvana ha scritto quanto segue. «Il video “Tirare fuori se stessi” di Eva mi è piaciuto moltissimo (come sempre). Stavolta mi ha anche colpita la capacità di modificare le voci e di mantenere la coerenza dei personaggi. Nonostante essi siano stati intervistati individualmente, ho immaginato che il Signor Coraggioso tenesse anche sedute di gruppo in cerchio come gli alcolisti anonimi. Io ne ho frequentato uno per i tabagisti e penso il gruppo rafforzi e incoraggi i piccoli progressi di ciascuno. Tra i personaggi mi ha colpito la bionda impiegata in banca. Non le assomiglio fisicamente e, fortunatamente, nessuno mi ha mai chiesto di rifarmi il seno o altro. Però mi hanno chiesto più volte di rifarmi il senno ed anche sono spesso stata tentata di fare cose per “ravvivare” il rapporto. Che p…e! Di solito lo suggeriscono nelle rubriche delle riviste femminili e spesso significa vestirsi sexy, accettare scambi di coppia e tutte le altre menate che piacciono agli uomini. Di cosa piace alle donne, nel mio caso un po’ di ironia, di gioco, di complicità, di progettualità comune… si parla ben poco. Quindi un applauso alla tipa che ha spezzato la catena e si è rifiutata di farlo!». Simona ha parlato di voglia di rinascere. «Io ultimamente di coraggio sento di averne davvero poco e di fare fatica a parlarne, tantomeno scrivere. Il TG mi è piaciuto parecchio e, d’altronde, coincideva anche il fatto che sulla mia scrivania ci fossero già 2 bambole molto simili. Mi ha rincuorato pensando che non sono l’unica a cercare nuovi modi di comunicare, soprattutto di discutere di argomenti che non si ha quasi mai il coraggio di affrontare. Certo che l’esperienza di nascondersi, avere paura di apparire per una danzatrice come me che ha iniziato i saggi di danza a 5 anni, immaginate che difficoltà a non poter mai esprimere liberamente la mia arte preferita. Così, infine, ho creato una foto con le barbie e la riflessione sull’amicizia mi pare che sia l’unica salvezza per ricominciare ad avere coraggio. Anche in questo laboratorio mi trovo bene e sento affetto, quindi voglia di rinascere. Besos». Lu ha confidato una esperienza personale. «Coraggio comincia con c, come comunità, come catena. Che cavolo combino? Tirare fuori se stessə è un’impresa. Oggi so che, per capire me stess*, ho bisogno di confrontarmi con altre persone, con una comunità coraggiosa. Per parlare, per ascoltare, per condividere ci vuole coraggio. Sì, il mio coraggio risiede nella mia apertura. Il mio coraggio risiede nella capacità di adattamento. Il mio coraggio risiede nella capacità di credere. Io credo. Credo che nulla sia impossibile. Credo in me stess*. Forse per alcune persone io sono il Signor Coraggioso, mentre per altre persone sono una persona inconcludente. Io posso essere qualsiasi persona io voglia, perché nulla è impossibile. Non amo indossare maschere nella vita di tutti i giorni. Oggi vorrei indossarne una, perché è carnevale e voglio divertirmi. Voglio ballare, baciare, fare l’amore. [...] Ehi, tu, vuoi divertirti un po’? Me lo chiese un ragazzino di 14 anni sul lungomare, dieci anni fa circa. Aggiunse: Io mi prostituisco, ma per te lo faccio gratis. A quel ragazzo, seduti di fronte all’acqua cristallina, parlai per due ore di luce, di quella luce che risiede in ciascun* di noi. Gli parlai di Dio (ai tempi ero un sacerdote mormone). Quel ragazzino crebbe. Molto probabilmente non si prostituiva per davvero. Venni a sapere che la sua famiglia era benestante e che lo amavano tantissimo. Quel ragazzino lo incontrai tante volte in giro per la città e nei vicoli di Martina Franca. Camminava da solo, come me. [...]. Ho incontrato tante persone come lui. Non so se a loro ho infuso coraggio. So che oggi ho bisogno di ballare. Perciò ora lo chiedo a te: Ti va di divertirti un po’?». Nel tardo pomeriggio ARTivistə di Hermes Academy, Arcigay Strambopoli QueerTown Taranto e Coordinamento Taranto Pride hanno avuto modo di incontrarsi per una pizzata in maschera, in occasione del Martedì Grasso, presso il Centro Interculturale Nelson Mandela. In serata, come ogni martedì, la Rete Donne Transfemminista di Arcigay ha offerto un laboratorio online. A partire dalle ore 21, Sabrina Russo ha dialogato con Benedetta Pintus, una delle fondatrici di Pasionaria.it, nel corso dell’incontro Giornalismo Transfemminista. Sconfiggere le narrazioni tossiche. Prossimi appuntamenti Terminata la serie di iniziative legate al One Billion Rising, prosegue il Gorge Festival, tra incontri online e in presenza al Centro Interculturale Nelson Mandela (ogni Martedì, Giovedì, Venerdì e Domenica) e in Piazza Maria Immacolata a Taranto (tutti i sabati). (Comunicato stampa)