Pesca sostenibile: Legambiente e Capitaneria incontrano pescatori e sommozzatori
A Taranto, nell’ambito del progetto L’Isola che accoglie
Prosegue “Il mare che vorrei”, incontri rivolti agli operatori del mare ed organizzati da Legambiente Taranto nell’ambito del progetto l’Isola che Accoglie, che vede capofila l’associazione Symbolum nel trasformare in hub sociale il Centro San Gaetano in Città Vecchia. Un progetto sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD.
L’obiettivo degli incontri è far conoscere le pratiche di pesca sostenibile e trovare soluzioni per migliorare il reddito e la qualità della vita dei pescatori, promuovendo la strada della legalità come la più sicura ed economicamente conveniente. Il secondo incontro nel Centro san Gaetano si è svolto qualche giorno fa ed è stato molto partecipato, dai toni talvolta accesi ma al contempo efficace per delineare alcune strade possibili, come quella della costituzione di cooperative etiche. Erano presentialcuni pescatori e sommozzatori di Città vecchia, il comandante della Capitaneria di Porto di Taranto Rosario Meo, il parroco della basilica Cattedrale mons. Emanuele Ferro, la presidente di Legambiente Taranto Lunetta Franco, con il direttivo e i soci e Confcommercio, con il delegato di settore Luciano Carriero.
Durante la serata spazio anche a testimonianze ed esperienze concrete: lavoratori un tempo fuori dai circuiti della legalità, oggi pescatori dell'Area Marina Protetta di Torre Guaceto. Sono intervenuti Gianfranco Ciola, esperto di sviluppo locale, già direttore del GAL Alto Salento 2020 e del Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere, e Cosimo De Biasi, pescatore di Torre Guaceto. Poi il dibattito, che si è sviluppato soprattutto sull’ascolto delle difficoltà di chi non è in regola e vive di pesca vietata di “bianchetto”, ricci di mare, oloturie o datteri, sentendo su di sé “l’accanimento” delle istituzioni.
«Questo incontro è stato un passo importante – è il commento di mons. Ferro, che durante la riunione ha mediato tra le varie istanze - ed è ovvio che bisogna prendere in considerazione il dato emergenziale dei pescatori e dei mitilicoltori dell’isola. Perciò guardo con tanta fiducia a questa attività di Legambiente, svolta in concomitanza con il comandante della Capitaneria di Porto, perché aldilà di quelle che possono essere le progettualità realizzabili, si può al contempo aggredire il problema legato a tutto il discorso del mare e della sua sicurezza e soprattutto stare accanto a queste famiglie che davvero arrancano e non riescono a provvedere alle loro necessità».
«La pesca– ha commentato a margine della serata il comandante De Meo - in questo territorio è uno dei patrimoni identitari. C’è un indotto professionalmente strutturato che sta cercando di portare avanti le proprie istanze, mentre dall’altro lato c’è un indotto che deve ancora maturare e professionalizzarsi sotto il profilo del concetto di legalità e di comportamenti che abbiano una loro coerenza rispetto al dato normativo. Avvicinare le istituzioni alla gente, credo che in questo momento sia fondamentale. C’è bisogno di buone prassi, di indirizzare al meglio verso modalità di sviluppo che, se strutturate come si deve, in un contesto economico così sofferente, possono fare da traino. Un crisma cooperativistico, societario, agevolato da chi è un professionista del settore, può permettere un salto di qualità da una mentalità individualista e contraria alla legge, adun percorso di condivisione che si orienti all’imprenditorialità, mettendo al sicuro le economie delle stesse famiglie».
Lunetta Franco traccia un primo bilancio. «Sono incontri che ci teniamo siano informali, in cui è il confronto ad essere centrale. Siamo soddisfatti perché ci sono stati diversi operatori che hanno espresso anche in modo vivace le loro difficoltà. Attraverso il comandante della Capitaneria di Porto, che ringrazio per aver partecipato all’incontro e le testimonianze di pescatori, vogliamo far capire che la pesca sostenibile conviene. Hanno ascoltato tutti Cosimo De Biasi, che faceva il contrabbandiere e praticava la pesca di frodo, vivendo di illegalità sistemica. Lui ha fatto una scelta di campo e ha detto e ridetto ai suoi colleghi di non aver mai guadagnato così tanto nella vita da quando ha deciso di intraprendere un percorso di legalità e che non tornerebbe mai indietro. A margine gli hanno fatto tante domande, speriamo di aver fatto breccia».
Prossimo incontro previsto mercoledì 28 febbraio alle 17.00, sul tema “Aspetti normativi e fiscali dell'attività di pesca” a cura di Gianfranco Ciola, esperto di sviluppo locale e Claudio Longo, presidente di una cooperativa di pescatori di Torre Guaceto. Anche questo incontro si svolgerà nel Centro san Gaetano.