Nucré: Rassegna di arte contemporanea a Ceglie Messapica
Fra trulli, terrazze e mura storiche a Ceglie Messapica, in Puglia, nel cuore della Valle d’Itria, artisti contemporanei mostrano il loro sguardo sui luoghi, sui paesaggi e sul patrimonio culturale e antropologico del territorio con “Nucré”, rassegna di arte contemporanea che apre al pubblico dal 6 agosto al 15 settembre. Siamo nella città che ha dato i natali a Emilio Notte (Ceglie Messapica, 30 gennaio 1891 – Napoli, 7 luglio 1982) uno dei più importanti esponenti del movimento futurista italiano. Notte nel 1977 donò una parte della propria collezione personale alla sua Ceglie Messapica, oggi nel Castello Ducale, in particolare nelle sale della Pinacoteca intitolata all’artista, sono custodite 10 opere, che finalmente il pubblico potrà ammirare.
Il progetto Nucré porta la firma di Rita Urso e Arechi Invernizzi ( Artopiagallery, Milano) e si articola in due esposizioni: il Castello Ducale − Pinacoteca Emilio Notte di Ceglie Messapica sarà la sede della mostra collettiva “Frammento e ornamento”, in dialogo con le opere di Emilio Notte, a cura di Roberto Lacarbonara; il Trullo Rubina, in contrada Menzella, ospiterà la mostra collettiva “Dove la terra incontra il cielo”, progetto a cura di Giulia Bortoluzzi, dedicato a Rubina Ciraci.
Nucré, è una parola composta dai termini dialettali “nu” + “cré” e rappresenta una ricorrente formula vernacolare del territorio con cui si indica generalmente “un domani”, allusione e suggestione usata in forma di speranza, di promessa, di destino. Il termine fa riferimento a una delle più celebri poesie di Pietro Gatti, autore cegliese tra i più influenti poeti regionali del Novecento, cui è dedicata la Biblioteca civica.
In stretta relazione con l’opera Oggetti (1969) di Emilio Notte, ospitata nel Castello Ducale − Pinacoteca Emilio Notte di Ceglie Messapica, l’esposizione “FRAMMENTO E ORNAMENTO”, a cura di Roberto Lacarbonara, include i lavori di artisti contemporanei, italiani e internazionali, chiamati a indagare il carattere sempre parziale, frammentario, indiziario dell’opera, intesa come elemento di una unità perduta o indefinita. Oggetti appartiene alla serie delle "nature morte" e dei collage che Emilio Notte realizza nel pieno di una crisi della figura e della composizione: una lacerazione in grado di privilegiare la parzialità all’unità, il dettaglio all’interezza. Con la sua forma irregolare, l’aspetto di un antico mosaico, i contorni segnati dalla linea spezzata, ulteriormente accentuata dall'impiego di cornici a zig-zag, questa tela – insieme con le coeve Frammento e Composizione – mostra un debito nei confronti dell’amato Braque e del cubismo, pur nella consapevolezza di radunarne i frammenti alla luce di nuove esigenze spaziali. Le opere degli artisti in mostra definiscono pertanto un’ipotesi di ritrovamento, il rinvenimento di lacerti visivi residuali e discontinui, presenze “quasi-archeologiche” che riattivano segni immaginifici di grande potere evocativo. Una suggestione che sembra ulteriormente rafforzata dalla memoria dei preziosi apparati iconografici e ornamentali che decoravano il castello, riccamente affrescato nel XV secolo dalla famiglia Sanseverino, le cui tracce ancora visibili appaiono sulle mura dell’adiacente Biblioteca “Pietro Gatti”.
Opere di: Emanuele Becheri, Max Bill, T-Yong Chung, Gabriella Ciancimino, Benjamin Cohen, Antonio Corpora, Francesco Gennari, Giorgio Griffa, Franco Guerzoni, Jean-Baptiste Maitre, Vincenzo Marsiglia, Elizabeth McAlpine, Diego Miguel Mirabella, Davide Monaldi, Emilio Notte, Achille Perilli, Markus Saile. Inaugurazione: sabato 6 agosto 2022, dalle 19 alle 21.,Apertura: Lun-Ven 9.30-12.30, 18.00-21.00; Sab e Dom: 18.00-21.00. Ingresso gratuito.
Il progetto “DOVE LA TERRA INCONTRA IL CIELO”, a cura di Giulia Bortoluzzi, si propone come una riflessione sulla relazione tra la tradizionale vocazione agricola dei Trulli e l’importanza che l’osservazione e la conoscenza della natura, in particolare del cielo, da sempre caratterizzano il lavoro della terra. Queste antiche costruzioni, tipiche del territorio pugliese, sono infatti legate a origini contadine tanto nella loro forma architettonica quanto in un’accezione storico-antropologica − i Trulli originariamente erano costruiti utilizzando materiali ricavati dallo spietramento del terreno per renderlo più facilmente coltivabile ed erano utilizzati per alloggiare contadini e animali. Con la loro forma quasi a cupola i Trulli si slanciano verso l’alto e spesso all’esterno riportano segni e simboli, appartenenti a diverse culture (cristiana, ebraica, pagana etc.), che rimandano alla conoscenza dei regimi atmosferici, della natura del clima, e dell’osservazione delle stelle. La relazione tra terra e cielo emerge spontanea nell’incontro col territorio, ed è osservata sia dal punto di vista materico, nella sua architettura e artigianalità, sia da quello metaforico, legato a visioni cosmologiche ed esistenziali. Con le loro opere, gli artisti coinvolti invitano a osservare l’architettura che li ospita e il paesaggio circostante in nuove relazioni capaci di attivare inediti significati e sensazioni.
Opere di: Pamela Diamante, Elise Eeraerts , Andrea Francolino, Luigi Ghirri, Carlo Guaita, Bea McMahon, Niamh O’Malley, Fabio Roncato, Martinelli Venezia. Inaugurazione: sabato 6 agosto 2022, dalle 21 alle 23 6 agosto – 4 settembre 2022. Trullo Rubina, Contrada Menzella, Ceglie Messapica.
«Questo progetto è un ritorno a casa, al grembo materno in una sorta di doppio movimento. Come per mia madre e per mio padre che negli anni sessanta mossero da Ceglie Messapica verso Milano e lì trasformarono la loro vita nell’incontro e nella frequentazione assidua con gli artisti dell’epoca. Ma che ogni anno in estate ritornarono a riportare nei loro luoghi d’origine i semi del proprio cambiamento e la propria esperienza. Ma questi sono anche i luoghi dove ha origine l'arte di Emilio Notte, l'artista futurista cui è dedicata la Pinacoteca civica e dal cui confronto è nata la mostra "Frammento e Ornamento", una collettiva che apre allo scambio tra autori di differenti generazioni in dialogo con un'opera del maestro cegliese. Un'iniziativa che crediamo serva a riportare l'attenzione sulla ricerca di uno dei massimi interpreti della pittura italiana del XX secolo. Le foto, i dipinti, le sculture, i video dell’esposizione “Dove la terra incontra il cielo” dialogano in modo spontaneo con la semplicità archetipica dell’architettura del trullo, la sua forma primaria e la sua paradossale imponenza fatta di pietre povere raccolte nei campi, con i colori accesi della terra e delle piante e l’azzurro intenso del cielo», commenta Rita Urso di Artopiagallery, Milano, ideatrice di Nucré assieme ad Arechi Invernizzi. (Comunicato stampa)