Giochi del Mediterraneo: ma che brutto il video promozionale

TARANTO
Francesco Caroli
15.08.2019 19:44

Come già scritto in un precedente editoriale, i Giochi del Mediterraneo dovrebbero rappresentare una grossa opportunità di rilancio per la città di Taranto: un volano tanto sotto l’aspetto economico quanto, soprattutto, per quello che concerne l’immagine. Eh sì, perché purtroppo Taranto vive di un danno d’immagine arrecatogli dalla grande industria, sempre presente sulle emittenti nazionali e sulle prime pagine dei quotidiani, nera e fumante, inquinante, sempre pronta ad oscurare tutto ciò che di bello gravita attorno alla Città dei Due Mari. Così capita che per rilanciare l’immagine di una città bisogni affidarsi ad eventi come quello dei Giochi del Mediterraneo, in grado di portare lustro e visibilità ad un territorio devastato da malapolitica e malaffare.

Eppure, se di immagine dobbiamo parlare, appare quasi sconcertante la scelta dell’amministrazione comunale di lanciare un video promozionale di dubbio gusto per la candidatura della città come host dell’evento. A partire dall’infelice scelta di incaricare una società di comunicazione di Bari, tale Proforma, per lo sviluppo di questo video (e che video…); la stessa Proforma all’interno della quale ha collaborato Doriana Imbimbo, controversa figura precedentemente addetta stampa del Comune, già finita al centro di un precedente scandalo legato proprio alla sua assunzione non del tutto legittima, "costata ai contribuenti ben 31mila euro", come racconta Il Corriere del Giorno.

Se non bastasse la delocalizzazione a far storcere il naso al tarantino medio, potrebbe essere invece l’infima qualità del contenuto – il quale scopo, vogliamo ricordare, dovrebbe essere quello di “promuovere” il territorio. Si potrebbe iniziare chiedendo il perché di un montaggio tanto scadente e pieno di luoghi comuni sulla nostra città; si potrebbe continuare parlando dell’ennesimo “inchino” dell’amministrazione comunale a don Marco Gerardo, che altrimenti chi lo sente… anche se riteniamo la parte migliore quei tre secondi di Ilva, lasciata passare per un’industria all’avanguardia e non per il ferro vecchio che tutti noi conosciamo, che cade quotidianamente a pezzi lasciandoci piangere 1500 morti l’anno per tumore.

Abbiamo chiesto il parere di un esperto, il quale, senza mezzi termini, ci ha parlato di “Un minestrone senza cozze, copiato male. Sono stato a Napoli per le Universiadi, se vedete su Youtube alcuni video promozionali l’impostazione è quella, ma riescono davvero a raccontare qualcosa, portando sullo schermo una fotografia ed una colonna sonora di qualità. Una cosa che qui non si vede. Ma quant’è costato? – Chiede, e ci chiediamo. “Hanno preso immagini un po’ in giro dai tg locali: sono immagini da news, per niente rivisitate; non hanno curato la colorimétria, sono immagini che vanno bene per uno spot locale, non certo per una promozione internazionale. È solo un pessimo collage d’immagini recuperate in giro, alcune davvero brutte.

Riproponiamo, dunque: quant’è costato questo video? Perchè è stato deciso – e chi lo ha deciso - di incaricare una società barese – all’interno della quale ci è parso di capire ci fosse sempre “l’amico dell’amico” – per un video di infima qualità? Davvero questo è il massimo cui una città come Taranto può ambire? Eppure gli esempi di bravi videomaker sono in giro, anche solo sul web: basti pensare ad un ragazzino di scarsi 23 anni come Marco Carrano, autore del remake della sigla del Trono di Spade in salsa tarantina. Insomma, queste sono solo alcune delle domande che vanno ad aggiungersi a quelle che già abbiamo posto all’amministrazione comunale ed al sindaco Melucci riguardo ai dubbi che fuoriescono dalla gestione di questo evento. Avremo risposta?

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