BASKET B: Ingrosso: "Con il Cus condivido un lavoro paziente e lungimirante"

Il titolare dello sponsor Casa Euro: "Vorremmo altri partner con noi" ."Torneremo nelle scuole". "Le istituzioni? Poco entusiaste..."

BASKET
12.11.2015 15:28

 

Sergio Cosenza e Umberto Ingrosso

Umberto Ingrosso, da quanti anni ti lei è innamorato del basket e del Cus Jonico?

Sono tre anni che seguo la squadra. Inizialmente mi ha fatto avvicinare l'amicizia con alcuni dirigenti, in particolare, i fratelli Conversano. Poi, una volta “catturato” mi sono anche appassionato a questo sport. Insomma mi hanno stregato, per non dire che “mi hanno fregato” (sorride, ndr)".

Andando sul profondo della riflessione, cosa l'ha ammaliato di questo sport?

Ho potuto constatare che è uno sport che ti prende molto. E' veloce nel suo gioco e, quindi, ti appassiona perché il risultato, spesso, è sempre in bilico fino al fischio di chiusura. Ti fa scaricare molta adrenalina, insomma. Prima, ho sempre seguito il calcio che, però, ammetto ha frequenti cali di tensione e di lentezza di movimenti di gioco, rispetto al basket, dove, invece, i cinque che si alternano sul parquet sono tutti coinvolti con la stessa intensità, per cui le emozioni sono forti, anche di chi guarda la partita. In più, riconosco che è un ambiente pulito, uno sport sano dove si può partecipare con un buon tasso di genuinità di comportamenti. E' bello vedere tanti ragazzini che fanno il tifo per la propria squadra senza offendere mai gli avversari. Un comportamento davvero educativo e non molto frequente nel calcio, purtroppo”.

Bisogna però constatare che, nonostante quest'acclarata   sportivività che tutti riconoscono al basket, gli spalti del PalaMazzola non sono così frequentati come al tempo dei fasti del mitico Cras, nonostante la società pratichi prezzi bassi e non commisurati alla valenza di un campionato di B. Cosa occorre fare per riempire le tribune?

Noi, io come main sponsor e la società, ce la stiamo mettendo tutta. Con l'ultimo acquisto del pivot, Salvatore Orlando, il roster si è arricchito di un buon elemento che va a coprire la casella che mancava sotto canestro. Riavvolgendo il nastro del Cras, ricordo che anche nei primordi fu lo stesso, più o meno. Poi dal limbo della serie C alla A, fu tutto un crescendo rossiniano di passione e di appassionati. Con il Cus dobbiamo lavorare allo stesso modo, con pazienza e lungimiranza. Come si sa, servono le vittorie per conquistare la prima pagina. Al momento non sono molte ma bisogna considerare che il nostro bravo coach Giovanni Putignano ha preso in mano la squadra a poco meno di due settimane dall'inizio del campionato, dopo l'abbandono da parte di Dante Calabria, per cui ha bisogno ancora di un po' di tempo per amalgamare i ragazzi ai suoi schemi. Non bisogna nascondere che il girone del Cus è molto più competitivo della stagione scorsa, annoverando squadre che vantano un lignaggio davvero ragguardevole.”

Ingrosso con il pivot Salvatore Orlando e il dirigente Roberto Conversano

Al momento, non ha preso ancora corpo la buona abitudine dell'anno scorso di “esporre” la squadra, in particolare, nelle scuole, sonoche  le "incubatrici" principali del basket. Insomma, non sembra opportuno andare verso il cuore della città per svegliarne i soliti torpori?

Non abbiamo abbandonato affatto questo tipo di “educazione al basket” fuori dal parquet. Ce l'abbiamo nell'agenda di lavoro, insieme al presidente Cosenza, ai suoi dirigenti, giocatori ed allenatore. In questo periodo, però, abbiamo dovuto pensare di più all'allestimento della squadra, per consentire al coach di lavorare con intensità alla migliore chimica di squadra. Non appena riusciremo ad ottenere migliori risultati sul campo, potremo andare a sollecitare migliore e maggiore visibilità all'esterno. Ne sono sicuro. Non bisogna dimenticare, però, che sono proprio le scuole che ci forniscono adepti, come sempre. Ne sono felice testimonianza i circa 400/500 ragazzi di tutte le età che la lodevole consorella Virtus fa crescere e bene. Essi, secondo me, sono il migliore biglietto da visita che si possa presentare ai giovani”.

Come fanno quelli del Cus Jonico Casa Euro a far fronte finanziariamente ai numerosi impegni che quest'intensità attività comporta, tenendo presente anche quello, forse più oneroso, della gestione di un palazzetto come il PalaMazzola? Il riferimento è a ciò che dovrebbe fare l'istituzione locale.

Bella domanda, mai troppo scontata! Io con la mia Casa Euro Immobiliare ed i solerti e bravi dirigenti facciamo già tanto, costretti comunque a centellinare le risorse per non farci trovare scoperti. Naturalmente sarebbero ben accetti altri compartecipi al progetto, per cui non servono soldoni ma tanti buoni soldini che messi insieme ci farebbero stare più sereni e tranquilli. Le istituzioni? Purtroppo non ci aspettiamo molto da esse, sia perché le loro casse piangono “eternamente” e sia perchè, a mio parere, non mi hanno dato dimostrazione di grande entusiasmo e sostegno. Quando il Cras ha chiuso i battenti, c'è stata solo indifferenza. Eppure, quella società aveva saputo aggregare un gran numero di appassionati che la seguiva dappertutto. Un vero e proprio felice e, genuinamente sportivo, fenomeno sociale”.

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