ArcelorMittal: Consigliere Battista, ‘Né salute né lavoro’
A chi continua a sostenere e difendere la continuità produttiva dello stabilimento ex Ilva, ora in mano a gestori Franco Indiani, per salvaguardare i livelli occupazionali dopo l'accordo sottoscritto al Mise il 6 Settembre 2018, vorrei ricordare che MITTAL dal 30 settembre chiederà la proroga della cassa integrazione per 1.395 lavoratori. A questi vanno aggiunti, a fine mese, i lavoratori dell'indotto che in alcuni casi vedranno trasformarsi il proprio contratto di lavoro in altri la cassaintegrazione. Ieri si sono incontrati i rappresentanti di ArcelorMittal Italia e Confindustria Taranto, hanno parlato di un incontro positivo, vogliono trovare soluzioni adeguate alle criticità emerse nelle ultime settimane rispetto alla questione degli appalti. Una di queste soluzioni sarebbe che le aziende del territorio potrebbero lavorare all’estero, nella rete europea del Gruppo e quindi competere anche per altri contratti. Quindi aziende e lavoratori fuori dalla nostra città, oltre il danno anche la beffa morte del commercio e morti di malattia. Lo diciamo e lo ripetiamo, lo stabilimento ILVA, non solo é un ferro vecchio, non è sicuro per i lavoratori, inquina, non sviluppa nessuna alternativa per il nostro territorio, e come se non bastasse produce malattie e morte. Un fallimento totale e chi continua a perseguire la strada dell'industria inquinante rimarrà deluso, Arcerol Mittal sta completando l'opera di smantellamento non solo dei lavoratori diretti ma anche dell'appalto, il tempo è abbondantemente scaduto, quando si completerà l'opera ognuno degli attori si dovrà assumere ogni responsabilità. L'unica strada percorribile è una riconversione complessiva dell'economia del nostro territorio, questo è possibile se tutti i soggetti istituzionali con un accordo di programma, cosi come previsto all'art 34 del tuel, mettono fine alla monocoltura dell'acciao e pensano seriamente di programmare un futuro diverso per i nostri figli. Il nostro tempo è scaduto abbondantemente facciamolo per le nuove generazioni.