Taranto città pirotecnica: una piaga sociale da combattere
La storia della pirotecnica affonda le sue radici in epoca remota, l’VIII secolo, in Cina. Da 1300 anni, dunque, i nostri cieli sono soliti ospitare spettacoli pirotecnici per le svariate ragioni. A Taranto sembra che la cosa sia sfuggita di mano.
Da qualche mese, infatti, parecchi cittadini lamentano l’abuso di questa pratica, soprattutto in determinati quartieri della città. Sui social il tam-tam mediatico sul fenomeno ha raggiunto migliaia di utenti, tutti uniti contro i fuochi d’artificio che ogni sera, in maniera del tutto abusiva, anche contemporaneamente in più punti della città, disturbano la quiete pubblica dei tarantini, magari per festeggiare il compleanno di qualche “principessa” arrivata ai diciotto anni, il rientro a casa di qualche amico o parente dopo una sosta a Via Speziale o, come una nota leggenda metropolitana cita, l'arrivo della droga.
Ma non si tratta solo di quiete pubblica: come molti video in rete testimoniano, spesso i fuochi vengono sparati tra i palazzi, al centro di Via Cesare Battisti ad esempio, a volte esplodendo proprio davanti le finestre e i balconi degli appartamenti. Non serve certo dire quanto può essere pericoloso per le persone: è un miracolo che non si sia ancora consumata una tragedia. Senza contare quanti animali vengono terrorizzati ogni sera.
Non ce ne vogliano i venditori di attrezzatura pirotecnica: queste pratiche sono una barbarie, un fenomeno assolutamente da combattere. Peccato che ci sia ben poco da fare, come sottolineano al comando dei Vigili Urbani: “L’unico modo per punire queste persone è la flagranza di reato. Purtroppo, l’esplosione abusiva dei fuochi d’artificio avviene quasi sempre di sera, ma dopo le 22:30 scatta il servizio notturno per tutte le Forze dell’Ordine lasciandoci poche volanti per contrastare questo fenomeno.”.
Quello che ci viene da consigliare all’interna cittadinanza è di filmare l’atto attraverso un telefonino, o una videocamera, avendo accuratezza di riprendere i volti di chi commette il reato e di recarsi appena possibile alla questura più vicina per denunciare l’atto. La civiltà si costruisce anche attraverso questi piccoli gesti.