Cronaca: Taranto, ci rubano anche i "cetrioli di mare"
Altro che mitili, il vero business milionario si chiama "oloturie" ol come si usa chiamarle dalle parti di Taranto, pizze marine o cetrioli di mare. Nella mattina di venerdì 27 maggio, gli agenti della Questura di Taranto e la Guardia di Finanza della sezione Operativa Navale hanno posto i sigilli a due depositi di prodotti ittici, dando esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo emesso dalla Procura della Repubblica. Sono stati rinvenuti oltre 10 quintali
di oloturie, o cetrioli marini, che riforniscono un traffico illegale con i paesi asiatici, in particolare la Cina. La raccolta indiscriminata,crea grossi problemi all'ecosistema marino, in questo caso si è scoperto che era stata messa in piedi una vera e propria filiera produttiva per esportare le oloturie. La raccolta, perché in fondo questo si tratta, non una vera attività di pesca, sarebbe avvenuta in una zona di mare che va da Punta Prosciutto a Capo S.Vito. Gli utilizzi dei cetrioli di mare sono i più vari: da quello farmaceutico a quello cosmetico e, non ultimo, quello alimentare. Il prodotto, al termine delle operazioni di eviscerazione, bollitura e sezionamento, è pronto per l'esportazione, principalmente Hong Kong, e quota dai 200 ai 600 dollari al chilogrammo, un vero affare milionario costruito sul depauperamento dei nostri fondali marini.
Di Adolfo Giusti