Asilo comunale (foto Massimo Todaro)
Asilo comunale (foto Massimo Todaro)

A Taranto, la gestione degli asili nido comunali è al centro di un acceso dibattito. La questione riguarda la possibile esternalizzazione del servizio, sollevando preoccupazioni tra cittadini, educatori e sindacati.

L’istituzione degli asili nido pubblici in Italia risale alla legge del 6 dicembre 1971, che ne sancì il valore come servizio sociale di interesse pubblico. A livello locale, le prime strutture a Taranto furono avviate negli anni Ottanta grazie a scelte amministrative mirate, con l’obiettivo di garantire un’offerta educativa di qualità.

Negli ultimi mesi, tuttavia, l’amministrazione comunale uscente ha inserito nel Documento Unico di Programmazione (DUP) una proposta di esternalizzazione del servizio. La decisione ha innescato una mobilitazione che ha portato l’ex sindaco a fare marcia indietro, con il Consiglio Comunale che ha approvato all’unanimità una mozione per mantenere la gestione pubblica.

Nonostante ciò, le recenti dichiarazioni del Commissario Prefettizio, Perrotta, hanno riacceso le preoccupazioni. Educatori ed educatrici temono per il proprio futuro professionale, considerando che la privatizzazione potrebbe comportare un declassamento delle loro mansioni e una riduzione della qualità del servizio offerto.

L’abbandono della gestione pubblica solleva interrogativi anche in termini di finanziamenti: l’amministrazione ha rinunciato a oltre cinque milioni di euro destinati agli asili nido, una scelta che ha sollevato critiche e proteste da parte dei cittadini.

Le manifestazioni iniziate il 19 dicembre scorso dimostrano come la comunità si opponga all’esternalizzazione, rivendicando il diritto a un sistema educativo pubblico accessibile e di qualità. In un contesto di denatalità e povertà educativa, investire sugli asili nido pubblici significa garantire un servizio fondamentale per il futuro della città e delle nuove generazioni.

Il sindacato FP-CGIL ha ribadito la propria contrarietà alla privatizzazione, sottolineando l’importanza di un sistema educativo integrato 0-6 anni che garantisca inclusione e pari opportunità. La tutela della qualità del lavoro del personale educativo è vista come un elemento centrale per mantenere alto il livello dei servizi per l’infanzia.

Il dibattito resta aperto, con la cittadinanza e i sindacati determinati a difendere un sistema pubblico che rappresenta un diritto essenziale per le famiglie e un pilastro per la crescita sociale della comunità.