Taranto: Tutte le curiosità sulla Fiera del Mare 2021

Cultura, musica e spettacolo
20.10.2021 17:58

(Servizio e foto di Fabio Dal Cin) Domenica scorsa si è ufficialmente chiusa “la Fiera del Mare 2021”, evento, inaugurato dal Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ricco diappuntamenti con Talk, incontri d'autore, Wine&food ed oltre 80 stand espositivi che hanno raccontato la blu economy in tutte le sue sfaccettature. La storia ci riporta al lontano 1946: la manifestazione si prefiggeva di promuovere Taranto e le sue attività marinare, “di contribuire alla ripresa industriale della città e della provincia e, con la cooperazione della Marina, ad una più larga e più precisa conoscenza delle attrezzature e delle capacità produttive del nostro Arsenale M.M”, e, forse, contrastare la Fiera del Levante dell’antagonista Bari sospesa durante l’ultimo conflitto mondiale. Era il 16 maggio 1946, quando la Giunta della Camera di Commercio di Taranto, costituita da Avv. Giuseppe Acquaviva (presidente della Giunta stessa), Dott. Nicola d'Ammacco (presidente dell'Ascom), Dott. Nicola Resta (presidente dell'Assindustria), Avv. Leonardo Arnese e Giuseppe Giancane, deliberò di «promuovere l'organizzazione di una "Fiera del mare" nel capoluogo e di allestire la prima manifestazione, possibilmente entro il corrente anno; di convocare per giovedì 23 maggio corrente i rappresentanti delle categorie economiche, dei lavoratori, dei tecnici e della stampa locale per un preliminare scambio di idee circa la possibilità di realizzazione immediata della prima manifestazione fieristica e per concretare eventualmente il piano dei lavori e procedere alla nomina del Comitato organizzatore». Al successo della prima Fiera del Mare seguirono altre tre edizioni, poi l’oblio (tra gli altri, problemi di bilancio). Furono due i presidenti della Repubblica che vennero a visitarla (De Nicola e Einaudi). Il 19 luglio 1948 il ministro Grassi definì la Fiera quale“punto d’incontro con le civiltà dei grandi Stati di tutto il mondo”. La Fiera del Mare 2021 non nasce dalle rovine di un conflitto mondiale, ma è comunque il momento del riscatto di una città che tenta di recuperare la sua innata vocazione marinara. Il prodotto offerto ai visitatori è vasto: sono diverse le associazioni sportive presenti per promuovere escursioni, immersioni, canottaggio (siamo pur sempre la città del Palio!); ampio spazio è dedicato alla cultura del territorio: il Museo Nazionale, il Museo della Civiltà Piscatoria, l’emozionante Mostra Storica dell’Arsenale Militare, L’Ecomuseo Palude la Vela e del Mar Piccolo sono alcuni esempi delle opportunità di approfondimento messe a disposizione dei visitatori.Presenti gli stand delle Forze Armate, rappresentanti della blu economy, promotori della tutela del mare attraverso opere di sensibilizzazione ambientale e angoli dedicati ai prodotti enogastronomici locali. Tracciare un bilancio, non è semplice, ma possono aiutarci i social. Essi, infatti,costituiscono il giusto termometro di gradimento: il dibattito “fino all’ultima tastiera” si svolge sinteticamente sulla definizione stessa di “Fiera del Mare”. I partiti contrapposti sono due: quelli della “fiera” e quelli della “sagra”. Tralasciando le polemiche di chi non ha gradito l’obbligatorietà di esibire il greenpass, i “sagristi” hanno commentato di aver assaggiato degli ottimi vini pugliesi, ma senza l’auspicata valorizzazione della nautica d’imprenditori provenienti dall’intero Mediterraneo; di aver trovato stand di gioielli, vestiti e bigiotteria; forse, dicono, è stato inopportuno svolgerla in contemporanea alla "Fiera Nautica di Puglia" di Brindisi. Di tutt’altro avviso i “fieristi”: la Fiera del Mare non è stato un percorso enogastronomico locale, la presenza delle già citate aziende e associazioni di promozione della cultura del mare lo dimostrano. Come spesso accade, la verità è nel mezzo: il mare di Taranto è stato sicuramente protagonista di questa edizione della Fiera; forse è mancata un po’ di convinzione dei propri mezzi o la consapevolezza delle proprie tradizioni, ma la “cultura del mare” si radica in decenni per cui, su questo, i “sagristi” devono convenire. L’organizzazione può migliorare, maggior pubblicità (poche condivisioni sui social), forse uno speaker che rievochi la storia di Taranto, il “perché” della scelta della Villa Peripato, racconti aneddoti; più impulso alle attività pratiche e dimostrative che, si sa, riescono a trattenere i più curiosi; la presentazione di progetti concreti di recupero del mar piccolo (vero patrimonio di Taranto) come quelli degli ex cantieri Tosi e del tanto “cantato” fiume Galeso. I dibattiti costruttivi sono sempre utili, ci sono margini di miglioramento e non c’è tempo da perdere, la pianificazione della Fiera del Mare 2022 è già iniziata! (CS)

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