In memoria di Angelo Paina e della ‘bella Taranto’

Il ricordo del tifoso Rino Maglione

Angelo Paina in rossoblu (foto Wikipedia)
TARANTO
28.06.2024 02:19

Anche il nostro caro Angelo Paina ci ha lasciato. Angelo non è stato solo il centravanti rossoblu tanto amato ed apprezzato, ma un simbolo per noi tifosi del Taranto dei primi anni '70.

Nell'estate del 1971, il Taranto aveva appena conquistato la seconda salvezza consecutiva all'ultima giornata in Serie B, grazie alla differenza reti. La squadra era composta per lo più dagli artefici della promozione del 1969, rappresentanti della classe operaia calcistica dell'epoca. Tuttavia, per fare il salto di qualità desiderato dalla città, erano necessari giocatori di alto calibro, ma spesso gli sforzi del presidente Di Maggio si scontravano con ostacoli insormontabili, come il rifiuto dei giocatori del Nord di trasferirsi nelle squadre del Sud.

Noi tifosi ci sentivamo tollerati a stento nel consesso della Serie B, ma l'annuncio dell'acquisto di Angelo Paina cambiò tutto. Angelo veniva dal Milan, era un vero centravanti di appena 21 anni, non una vecchia gloria in cerca di un ritiro tranquillo. E aveva scelto Taranto.

Dalle prime partite, il pubblico si innamorò di lui: bello, alto, possente, elegante, con lunghi capelli, forte di testa e di piede. I suoi gol erano spettacolari e lui era felice di essere a Taranto, diventando rapidamente l'idolo dei tifosi. Nei tre anni con noi, la squadra crebbe e nel 1974 raggiunse il quinto posto, il miglior risultato di sempre del Taranto.

Il grande merito di Angelo Paina fu dimostrarci, con la sua scelta di venire a Taranto, che nessun traguardo era precluso e che potevamo sognare la Serie A. Quella era la nostra età dell'innocenza, fatta di genuini entusiasmi e di amore infinito per il Taranto e per il nostro campione, in cui tutto sembrava possibile. Un'età che finì bruscamente in una fredda domenica sera di febbraio del 1978, quando un incidente stradale cambiò tutto.

Quella di Angelo Paina è una storia che va oltre il calcio, rappresenta una città che in quegli anni sognava un futuro di sviluppo e benessere. Erano gli anni della Grande Illusione, prima che il tradimento della grande industria si rivelasse. Anche quella, forse, era la più Bella Taranto di sempre, ma noi non lo sapevamo.

Grazie di tutto, Angelo. Buon viaggio. Che la terra ti sia lieve.

Rino Maglione

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