Turismo: Confartigianato, ‘Taranto arranca, ma non deve mollare’
‘Programmiamo insieme, con prontezza e umiltà da parte di tutti’
Su una cosa non c’è alcun dubbio, che il turismo deve rappresentare per Taranto una colonna fondamentale dell’economia del territorio, e su questo ci si può solo rimboccare le maniche. Piedi per terra e lavorare, ognuno per i propri compiti, competenze e capacità.
Il report statistico del trend turistico regionale uscito in questi giorni è una fotografia piuttosto chiara, che vede Taranto ancora arrancare tra le province pugliesi. L’unico dato percentuale buono è quello degli arrivi degli stranieri che, troviamo più o meno uguale nelle altre province, tranne BAT.
Il dato però che ci fa capire come ci sia ancora tanto da fare è quell’inesorabile 7% delle quote arrivi e presenze che, come nel 2022, ci pone troppo lontano dal dato delle vicine Bari e Lecce, da quello di Foggia ed è quasi la metà di quello di Brindisi. Quindi la crisi economica, il caro carburante e la polemica del “caro prezzi” non può, per il turista, aver inciso così nettamente solo quando si è trattato di scegliere destinazione Taranto. Allora, a prescindere dalla prospettiva dalla quale la si vuol leggere, occorre darsi tutti da fare per portare Taranto nei circuiti turistici che contano.
Dalle analisi di Jetcost.it, ormai noto strumento convenzionalmente diffuso che analizza le ricerche effettuate attraverso il suo sito web (parliamo di dati affidabili perchè sono ricerche e non sondaggi), Taranto è purtroppo ancora fuori dalle principali mete di soggiorno turistico, mentre troviamo stabilmente nella classifica dei primi 40 posti Bari, Brindisi, Gallipoli, Vieste, Porto Cesario. Siamo fuori anche dalle preferenze turistiche dei tedeschi, britannici, francesi, spagnoli, olandesi etc. Le classifiche sono pubbliche, dateci una occhiata. Gli stessi dati di agosto 2023, indicano però che una bella maggioranza dei turisti ha optato per destinazioni con una grande ricchezza culturale, oltre a una buona e variegata enogastronomia e a una intensa vita notturna. Beh, questo è confortante, perché se queste sono le tendenze, a Taranto le prime due sono risorse che non mancano. Allora occorre provare a tirar fuori e far brillare tutta l’argenteria di casa, per competere con gli altri territori, perché di competizione si tratta.
Ma non ci arrendiamo e nemmeno ci dobbiamo illudere. E’ palese che il turismo croceristico, del quale riaffermiamo all’Amministrazione Melucci il merito di averci creduto e lavorato molto bene, non è sufficiente perché non coinvolge l’intero settore dell’industria turistica tarantina, specialmente quella più a reddito per la spesa dei turisti, notoriamente concentrata per il 40 % in alloggio, nella ristorazione con il 25%, lo shopping con il 15%, il trasporto delle persone con l’10% e il restante 10% è destinato ad altre tipologie di spese. Con arrivo e partenza delle navi nella stessa giornata, con una buona parte dei turisti che sceglie i tour organizzati fuori città e provincia, è evidente che i benefici sono solo per un pò di ristorazione e qualcosa di shopping, limitata a città vecchia ed una piccola parte del borgo; un risultato comunque positivo, un valore aggiunto per la nostra economia, che come ogni cosa si può migliorare, ma non basta e lo sappiamo.
Quindi, al di la della narrazione che ognuno vuol dare, crediamo sia invece più utile guardare avanti lavorando insieme, pianificando con chi opera sul territorio, con chi è chiamato poi a investire ed a fornire quei servizi e prodotti che possono qualificare l’offerta turistica tarantina. E’ questo che bisogna fare.
Come Confartigianato siamo ovviamente molto interessati a seguire questo settore importante dell’economia, perchè sappiamo che una quota rilevante dei consumi turistici può essere intercettata dalle piccole imprese e dall’artigianato, come avviene in tanti altri territori, anche a noi vicini. Ed è proprio grazie all’artigianato che nel settore turismo vediamo finalmente Taranto primeggiare in Puglia e in Italia. Infatti, fonte Centro studi Confartigianato nazionale, nella classifica delle province a più alta incidenza percentuale di imprese artigiane interessate da domanda turistica sul totale complessivo dell’artigianato, Taranto insieme a Foggia occupa la 32° posizione, distaccando le altre province pugliesi. Quindi l’offerta c’è.
Per avere uno spaccato del perimetro dell’artigianato nei settori interessati, alla fine del primo trimestre 2023 le imprese artigiane operanti in attività interessate dalla domanda turistica nella nostra provincia sono 1.345 pari al 18% dell’artigianato totale e danno lavoro a 3.375 addetti. In chiave settoriale il comparto principale è l’Agroalimentare che conta 411 imprese (30,1% del totale) e produce cibo e bevande, prodotti per cui siamo primariamente famosi presso i turisti nazionali e stranieri e la cui qualità permette al nostro Paese di primeggiare per numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea.
Seguono le 323 imprese delle Altre attività manifatturiere e dei servizi (24%) che comprendono importanti attività dell’artigianato quali la produzione di gioielleria e bigiotteria, ceramica, vetro e cornici, lavorazione artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, la fotografia, cure per animali domestici e servizi alle persone come ad esempio centri benessere e palestre. Sono 116 le imprese di Abbigliamento e calzature (8,6%) che contribuiscono al successo nel mondo della moda, tra i comparti più rappresentativi all’estero del made in Italy e dello stile italiano. A seguire 51 imprese (3,8%) del Trasporto persone integrano l’offerta dello spostamento dei turisti mentre 346 Ristoranti e pizzerie (25,7%) e 94 Bar, caffè e pasticcerie (7%), seguono poi altri settori più di nicchia.
Allora, alla fine dei conti, i dati regionali ci dicono che in Puglia, da gennaio ad agosto, la movimentazione complessiva dei turisti è sostanzialmente cresciuta ovunque, mentre molto poco a Taranto, penultima, e BAT ultima, staccatissime. Ora però non demordiamo, visto che negli ultimi due anni Taranto è stata protagonista di un profondo cambiamento turistico, dopo diversi anni di crisi. Deve solo sforzarsi di proporsi come destinazione di turismo non solo per le spiagge, il castello ed il museo archeologico, ma anche culturale di più ampio respiro e quindi non solo stagionale o per business (visto che la maggior parte delle prenotazioni alberghiere ed extra sono per motivi di lavoro).
Taranto può avere la capacità di adattamento veloce alla domanda, per diventare una nuova o ritrovata destinazione per le vacanze in ogni mese dell’anno. Il turismo deve diventare una leva dello sviluppo economico di Taranto ed in questo concordiamo col Sindaco, ma è necessaria una programmazione, e soprattutto uno sforzo collettivo. Come Confartigianato crediamo che il territorio tarantino debba dotarsi di un proprio Piano di sviluppo e marketing turistico territoriale, con un duplice obiettivo:
- Definire una volta per tutte la situazione attuale e il livello di potenzialità di Taranto come destinazione turistica per tutto l’anno;
- Stabilire le linee sulle quali la città, gli operatori e le amministrazioni pubbliche dovranno continuare a lavorare con obiettivi a breve, medio e lungo termine, perseguendo obiettivi quali la quantità (soprattutto delle strutture ricettive), qualità, la sostenibilità e la redditività della destinazione, passando da una concreta e non aleatoria strategia di creazione e sviluppo di un brand territoriale.
Per fare tutto questo c’è però da superare un problema, un vecchio problema di Taranto che è sempre attuale, quello della metodologia. Non è normale, all’uscita dei report statistici, leggere puntualmente sulla stampa e sentire direttamente le lamentele degli operatori, di chi li rappresenta, che sollecitano e invocano “una programmazione turistica che vada oltre le estemporaneità di eventi ed iniziative”, che chiedono costantemente un tavolo di confronto con l’amministrazione comunale,etc.. Così la situazione diventa paradossale e contraddittoria, poco comprensibile per chi deve investire e operare.
Confartigianato fortunatamente è una grande confederazione, dove vi si può osservare quanto avviene praticamente in tutta Italia. Bene, dalle altre parti quando si discute di sviluppo del turismo, e non solo, si parla di progetti frutto dell’impegno congiunto delle rappresentanze degli operatori del turismo e della cultura, degli amministratori pubblici, che partecipano insieme ad un lavoro frutto della condivisione e dell’analisi delle problematiche, ma anche della ricerca delle soluzioni e delle strategie che possono essere fondamentali per il consolidamento del turismo nel territorio.
La scelta di adottare una metodologia partecipata è obbligatoria per il solo fatto che non può non vedere coinvolti gli attori del territorio per generare quel confronto al fine di acquisire una conoscenza condivisa dell’attività turistica e dei suoi effetti sulla città. Proviamoci, perché le capacità e la volontà ci sono, e Taranto ce la può fare, con più prontezza e umiltà da parte di tutti. (Comunicato stampa)