Taranto: Bilancio di fine stagione, promossi e bocciati
Come a scuola, i giudizi dopo un’annata in chiaroscuro
Fine stagione, tempo di bilanci. Una stagione, con la sua nube di dispiacere per lʼobiettivo mancato, si conclude facendosi sbranare dallo scorrere del tempo. Si buttano i calendari, si chiudono i conti, si volta pagina e si inneggia allʼanno che verrà con il cuore trepido di speranze. E mentre la società del Taranto è impegnata a gettare le basi per il futuro, noi proviamo a sviscerare un poʼ di numeri del passato recente. La formazione ionica è giunta quarta nel campionato di serie D – girone H a 68 punti, perdendo in finale play-off contro la Cavese, mentre in Coppa Italia si è congedata nel turno preliminare con la sconfitta ai rigori contro il Nardò.
In 37 partite giocate ha segnato 65 gol e ne ha subiti 41, collezionando 22 vittorie, 6 pareggi (inclusa la coppa) e 8 sconfitte. In casa ha avuto un ruolino di marcia esaltante: prima per numero di vittorie a pari merito con il Potenza (14) ma seconda nel totale per via delle due sconfitte; in trasferta lʼandamento è stato da medio-bassa classifica con 25 punti accumulati. Da notare lʼinvoluzione che ha subito lʼattacco dentro e fuori le mura amiche: 39 reti siglate allo “Iacovone”, seconda solo al Potenza, 23 lontano dallo “Iacovone”, una manciata in più rispetto al retrocesso Manfredonia.
La gara casalinga con il maggior numero di spettatori è stata Taranto-Audace Cerignola (2-1) del 28 gennaio 2018 con 7.785 presenti, mentre il dato negativo è stato raggiunto da Taranto-San Severo (2-0) del 1° ottobre 2017 con 500 anime.
Tra le note stonate ci sono le ammonizioni ricevute: 88 cartellini gialli, prima in tutto il girone, tallonata dallʼAversa Normanna, ferma a 82. Il più sanzionato è Miale che ne conta addirittura 10. Le espulsioni, invece, sono state a carico di Scoppetta, DʼAngelo e Palumbo. I rigori ricevuti sono stati 5, più del doppio quelli subiti, 11 per la precisione, di cui uno parato da Pellegrino nella trasferta contro la Sarnese e un altro da Pizzaleo nel match casalingo contro la Turris. A proposito di portieri, sono stati 3 i guardapali rossoblù: Spataro ha cominciato la stagione, sostituito poi da Pellegrino; Pizzaleo, invece, computa una sola apparizione.
Nel conteggio delle presenze al primo posto cʼè Galdean con 35 partite giocate, seguito da Ancora (33) e Pellegrino (31), ma questʼultimo è al comando nel minutaggio con 2.790 minuti giocati contro i 2.744 del rumeno. Ancora è il giocatore più sostituito con 17 cambi, invece Diakite è quello che è entrato più volte a gara in corso con 13 cambi. Quindici gli uomini che sono andati in rete: DʼAgostino è al comando con 14 gol, seguito da Favetta a 8, Diakite a 7 e Ancora a 6. Esorbitante è il numero di calciatori impiegati nel corso della stagione: ben 35 ragazzi utilizzati con il solo Pellegrino che nella totalità non arriva a disputare nemmeno un incontro (45ʼ); sopra di lui Pizzaleo e Savanarola (90ʼ).
Due gli allenatori che si sono seduti sulla panchina del Taranto: a luglio del 2017 viene ufficializzato lʼingaggio di Francesco Cozza, il quale ha registrato il pareggio e la conseguente eliminazione in Coppa Italia contro il Nardò, 1 vittoria e 2 sconfitte; a metà settembre è già un lontano ricordo perché la dirigenza Zelatore-Bongiovanni lo esonera per lasciare il posto a Michele Cazzarò, che ha concluso la stagione.
Ordiniamo, ora, la squadra in reparti:
PORTIERI: Inizia lʼestremo difensore di proprietà del Catania, Luigi Spataro, che colleziona 4 presenze e 7 gol; impreciso e indeciso viene messo in panchina per lasciare il posto a Paolo Pellegrino, che alla distanza risulta il migliore dellʼintera rosa per le sue buonissime capacità; troppo poco ha giocato Pierluca Pizzaleo per meritare un giudizio completo ed esaustivo, anche se nel match con la Turris ha fatto una buona prova.
LUIGI SPATARO: BOCCIATO
PAOLO PELLIGRINO: PROMOSSO
PIERLUCA PIZZALEO: SV
DIFENSORI: Da sempre il tallone dʼAchille della squadra rossoblù. Debole sulle fasce con Under non proprio allʼaltezza dellʼincarico, vulnerabile, lenta e macchinosa al centro con qualsiasi elemento messo in campo. Paradossalmente lʼuomo migliore è stato Rocco DʼAiello, che allʼinizio ha dato lʼimpressione di essere un muro umano e abile nellʼimpostazione da dietro, dopodiché subisce un calo e si adegua al livello dei compagni di reparto. A metà campionato rescinde il contratto per ragioni non esplicitate e la difesa ionica non si rinforza, anzi, peggiora. A parte i giovani, a cui si perdona lʼingenuità e lʼinesperienza dei propri anni, insoddisfacenti e deludenti le prestazioni di Miale e Rosania.
AMADOU TIDJANE CORBIER: RIMANDATO
GABRIELE CACCIOLA: BOCCIATO
FRANCESCO DʼANGELO: BOCCIATO
ALESSIO GIANNOTTA: RIMANDATO
ANDREA BILOTTA: BOCCIATO
DANIELE ROSANIA: BOCCIATO
CLAUDIO MIALE: BOCCIATO
STEFANO BOCCADAMO: RIMANDATO
FRANCESCO LI GOTTI: BOCCIATO
SIMONE MILIZIA: BOCCIATO
SALVATORE SCOPPETTA: BOCCIATO
ROCCO DʼAIELLO: RIMANDATO
CENTROCAMPISTI: La mediana è il reparto che ha subito maggiori scossoni ed ha avuto difficoltà ad avere una propria identità. In principio si è messo in evidenza Antonio Crucitti, che ha dimostrato di avere un buon mirino, però poi ha subito un crollo nel rendimento che lʼha portato alla partenza. Non sufficiente il cammino di Davide Corso che, arrivato con discrete referenze, è risultato un doppione di Marian Galdean. Il rumeno è stato come un diesel, ha impiegato tempo per inserirsi, tuttavia alla fine ha palesato testa e piedi validi. Altalenante Eugenio Lorefice, che ha una buona castagna e due reti siglate; Vittorio Palumbo segna anche lui due gol, ma al contrario del compagno è troppo falloso tantʼè che subisce una squalifica di tre giornate per un rosso ricevuto a causa di una manata a un avversario e viene messo persino ai margini dalla società per un breve periodo di tempo. Poche chance per Mauro Gori e Giuseppe Capua, questʼultimo, soprattutto, avrebbe meritato qualcosa in più. Dulcis in fundo, Max Marsili. Sicuramente tra i tre migliori della rosa. Delizia per gli occhi per le capacità di tiro, cross, assist, lanci, ordine e rottura delle azioni avversarie.
MAURO GORI: RIMANDATO
EUGENIO LOREFICE: PROMOSSO
MASSIMILIANO MARSILI: PROMOSSO
VITTORIO PALUMBO: RIMANDATO
MARIAN GALDEAN: PROMOSSO
GIUSEPPE CAPUA: RIMANDATO
MICHELE PORTOGHESE: RIMANDATO
DAVIDE CORSO: BOCCIATO
ANTONIO CRUCITTI: RIMANDATO
PIETRO MARIA PELLEGRINI: SV
ATTACCANTI: Si parte con Manuel Pera e Bojan Aleksic, che mettono a referto appena quattro reti a testa. Entrambi risultano impalpabili, poco convincenti sotto porta, e vengono spediti al primo acquirente. Nel corso del mercato di riparazione si cambia: arrivano Stefano DʼAgostino, Adama Diakite e Ciro Favetta. I tre aggiungono numeri e prestigio al reparto offensivo. In particolare, il trequartista genovese dimostra di essere di unʼaltra categoria, mettendo in evidenza capacità che non hanno nulla a che vedere con la serie D. Non a caso, nonostante non abbia giocato lʼintero torneo con la maglia del Taranto, risulta il capocannoniere con 14 gol. Discorso a parte per gli altri due. Diakite vive di fiammate: nel gioco aereo e in velocità sa essere devastante, ma deve imbroccare la giornata positiva per essere determinante; Favetta ha una partenza sprint che lo porta a segnare 8 reti, poi però un infortunio al ginocchio lʼha messo fuori gioco e il suo rendimento è calato vistosamente. Cristiano Ancora è encomiabile quando ha il colpo di genio (tantissimi gli assist) o quando affonda la fascia con le sue galoppate furiose, ma ha dato dimostrazione che la porta non è il suo bersaglio preferito tanto è vero che nellʼintero campionato ha siglato a malapena 5 gol. Stroncatura per tutti gli Under proposti.
STEFANO DʼAGOSTINO: PROMOSSO
ADAMA DIAKITE: PROMOSSO
CIRO FAVETTA: PROMOSSO
CRISTIANO ANCORA: PROMOSSO
KEVIN GIORGIO: BOCCIATO
MANUEL PERA: BOCCIATO
BOJAN ALEKSIC: BOCCIATO
MADALIN VIRGIL TANDARA: BOCCIATO
LION GIOVANNINI: BOCCIATO
GIUSEPPE SAVANAROLA: SV
ALLENATORI: Francesco Cozza è arrivato con i galloni del tecnico vincente, ma la sua esperienza non ha lasciato un buon ricordo. Probabilmente in un contesto diverso, avulso da tanti corpi estranei al calcio, avrebbe reso decisamente meglio, tuttavia i numeri non sono stati dalla sua parte e, si sa, lʼallenatore è sempre il primo a pagare dazio. A gran voce, alla quarta giornata, viene richiamato Michele Cazzarò, il quale ha lʼobbligo di recuperare il terreno perduto. Ha un poʼ di problemi a trovare la quadratura, anche perché la rosa viene fatta, disfatta e rifatta. Dopo un breve periodo di tempo, trova i suoi titolari e difficilmente si smuove da quegli uomini. I risultati gli danno ragione. Ciononostante rischia poco, adotta sempre le solite sostituzioni e non riesce a migliorare un reparto difensivo che appare pedissequamente in affanno. Alla fine dei conti raggiunge un quarto posto insoddisfacente, però la dirigenza pare che voglia confermarlo.
FRANCESCO COZZA: BOCCIATO
MICHELE CAZZARÒ: PROMOSSO
DIRIGENTI: La gestione Zelatore-Bongiovanni è stata la peggiore della storia del Taranto. Troppo impegnata a badare alle apparenze e allʼambiente esterno, mette da parte il calcio giocato e i risultati ottenuti sono solo il prosieguo della fallimentare stagione passata. Scadente è anche lʼoperato del direttore sportivo Luigi Volume, che in pochi mesi ha stravolto la rosa inimicandosi quasi tutta la tifoseria locale. L’nesperienza non lʼha di certo aiutato. Massimo Giove ha il grande merito di aver tolto il Taranto da mani incapaci, riportando un poʼ di serenità in un ambiente sin troppo disturbato. Questo, però, non basta perché nel calcio, come nella vita, servono i fatti, espressi in parole precise e chiare. Il nuovo presidente non si è mai esposto, se non quando gli è squillato il telefono per unʼintervista di circostanza. Mai una conferenza, mai unʼuscita pubblica, mai una presa di posizione netta. Al suo posto parla il direttore generale Gino Montella, il quale segue la scia del suo presidente dimostrando spesso di essere troppo vago.
ELISABETTA ZELATORE: BOCCIATA
ANTONIO BONGIOVANNI: BOCCIATO
LUIGI VOLUME: BOCCIATO
MASSIMO GIOVE: RIMANDATO
GINO MONTELLA: RIMANDATO