LSU per ex ILVA in AS: Dura presa posizione segretario generale CGIL Taranto
Peluso: ‘La storia degli LSU non depone a favore della scelta paventata dalla Regione’
Resilienza e Ripresa, termini così tanto abusati nel lessico contemporaneo, che evidentemente non prendono in considerazione un altro termine più desueto come “diritti”. Perché a fronte di corposi finanziamenti rivenienti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) o da altre azioni europee che prevedono fondi per il Mezzogiorno, con l’intento di ridurre le disuguaglianze, la disoccupazione e creare lavoro vero, stabile e adeguatamente retribuito, in Puglia si pensa a un nuovo serbatoio di lavoratori di serie B, da “usare” all’occorrenza. La Task Force regionale sull’occupazione, in questi giorni starebbe infatti paventando la costituzione di un bacino di LSU, lavoratori socialmente utili, in cui dovrebbero confluire i dipendenti ex ILVA in Amministrazione Straordinari. E pensare che sugli LSU più di una volta si era pronunciato il Consiglio di Stato costretto a richiamare l’attenzione su una platea storica finita per essere organica agli enti in cui era stata collocata, ma costretta ad aspettare quasi vent’anni per una definitiva stabilizzazione. L’invenzione di una collocazione temporanea per i lavoratori temporaneamente sospesi dal lavoro con fine di pubblica utilità, è infatti degli anni ‘80. 170 mila persone costrette in un “purgatorio” che ha riguardato la stragrande maggioranza della loro vita lavorativa, con una indennità di circa 850 euro, poche tutele, costretti a lavorare fianco a fianco con lavoratori con identiche funzioni ma buste paga regolamentate, economicamente e normativamente, dai Contratti Collettivi Nazionali. Per alcuni di loro, dal 2010 si è avviato un processo di stabilizzazione, anche in virtù degli accordi che dal 2016 in poi hanno riguardato il Ministero del Lavoro e la Regione Puglia, ma a Taranto, in uno scenario post-bellico con vertenze vecchi e nuove ancora calde e con pochi spiragli risolutivi, restano ancora una decina di LSU da stabilizzare. Vent’anni e oltre per dare una risposta ai 270 lavoratori della platea storica tarantina che non depongono a favore della scelta avanzata dalla task force regionale. Tornando ai lavoratori in AS ex ILVA, resta, inoltre, tutto da verificare, il Piano industriale che Acciaierie d'Italia presenterà alle Organizzazioni Sindacali quando si avvierà la trattativa sui livelli occupazionali, ricordando che per le stesse Organizzazioni l'obiettivo resta sempre la piena occupazione. Un obiettivo che dovrebbe essere considerato alla stessa stregua dalla Regione Puglia, che invece, a quanto pare, ai destini di questi lavoratori, così come a quelli senza ammortizzatori sociali, o ormai allo scadere di ogni tipo di tutela, sembra non dare il giusto peso o l’adeguata considerazione. (CS)