Fondazione Taras: La società va sostenuta e incoraggiata
Lo sconforto che adesso governa il cuore di ogni innamorato del Taranto non deve avere la meglio. Se è vero, per un verso, che l'epilogo del campionato sembra scritto, questo supporters' trust non crede sia utile dare spazio alle letture catastrofiste di chi, a ogni intoppo, chiede di azzerare tutto. A guardar le cose con onestà, non è la prova sconfortante di Marcianise ad aver detto la verità su questo Taranto, la cui sfrenata rincorsa alla vetta della classifica, solo un paio di settimane fa, appariva a tutti come miracolosa e possibile. Se dagli errori è doveroso ripartire, il compito della società, e di tutti i tifosi, è di cercarli, conoscerli e passarli in esame con rigore. La priorità in questo momento, tuttavia, è mettere in salvo quanto di buono è stato fatto finora.
Molti dei limiti di questa stagione rivengono dal tempo, dalla pressione imposta dai ritardi accumulati nell'estate, quando il Taranto ha rischiato di annegare in un oceano di indifferenza e opportunismi. La nuova compagine societaria, definita in extremis, ha provato a rimediare agli handicap di partenza serrando i tempi della costruzione di un organico che, nelle intenzioni, doveva essere competitivo e vincente. La storia della stagione che si chiude andrà letta con lucidità a tempo debito, quando questa sarà conclusa.
La Fondazione Taras è comunque certa che la società saprà operare le giuste valutazioni per programmare la prossima stagione al riparo da vizi che sembrano quasi essere genetici da queste parti. Perché da qui bisogna ripartire: dall'auspicio che l'attuale proprietà continui la sua avventura alla guida del club rossoblù, dando seguito al programma pluriennale che ha promesso alla città e intrapreso quest'anno. Al presidente Elisabetta Zelatore e al socio Antonio Bongiovanni, infatti, va riconosciuto il merito di non aver lesinato alcuno sforzo, di aver assicurato finora equilibrio e serenità a tutto l'ambiente, anche nei momenti più bui della stagione.
Per questo, la società va incoraggiata e sostenuta, contrariamente a quanto avvenuto nei recenti fatti di Marcianise, che nulla hanno a che fare con lo sport. Ma comportamenti di singoli, per quanto stigmatizzabili, non possono e non devono pregiudicare un futuro fatto di impegno e passione da parti di tutti. Soprattutto dopo i recenti anni di delusioni e crisi societarie, Taranto non se lo può permettere.
La strada della continuità è dunque l'unica percorribile.
Alla squadra questo supporters' trust chiede di assicurare massimo impegno e determinazione per la parte restante della stagione. Per poter alimentare e praticare in estate qualsiasi possibilità residua di salto di categoria, occorre chiudere il campionato con il miglior piazzamento possibile e poi affrontare l'odiosa ma necessaria appendice dei playoff. Piaccia o non piaccia, questo è il presente del Taranto e dei suoi tifosi, e nulla deve rimanere intentato.
Qualora, al di là di ogni sforzo della società, il Taranto fosse costretto a rimanere in questa categoria, ci sarà comunque, per la prima volta nella storia recente, il tempo necessario per preparare adeguatamente l'anno che verrà.
Il futuro si deve ancora scrivere, tutti insieme, e sarà tanto più bello quanto più l'ambiente saprà essere unito. Rintracciando, in mezzo a quello che adesso sembra il deserto, semi di speranza per il futuro.
Il Taranto non muore.
Forza Taranto.