‘Taranto sotto assedio: il riavvio dell’altoforno 1 e le conseguenze’

Il comunicato di cittadini, associazioni e comitati contro ministro Urso

La vignetta di Vauro
CRONACA
10.10.2024 11:44

Ministro Adolfo Urso, nei giorni scorsi ha annunciato con entusiasmo che il prossimo 16 ottobre sarà a Taranto per riavviare personalmente la produzione dell’altoforno 1, che affiancherà quella già attiva dell’AFO4. Probabilmente, schiaccerà un tasto o un interruttore, un gesto simbolico di cui sarà fiero. Ma quel gesto non rappresenterà solo l’avvio di un impianto: sarà l’innesco di una nuova bomba ad alto potenziale inquinante che ricadrà sulla salute di centinaia di migliaia di persone – bambini, donne e uomini – peggiorandone le condizioni di vita.

Mentre lei sorriderà, stringerà mani e forse brinderà a quello che considera un successo per il suo governo, la realtà per i cittadini di Taranto sarà ben diversa. Lei, ministro, ignorerà ancora una volta le numerose evidenze medico-scientifiche che dimostrano i danni causati da una produzione siderurgica obsoleta e altamente inquinante. Continuerà a chiudere gli occhi di fronte alle cinque condanne dello Stato italiano da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che ha sancito il mancato rispetto della vita e della salute dei cittadini tarantini.

Non ci aspettiamo risposte, siamo ormai abituati alla politica italiana che evita il confronto e tace le critiche. Tuttavia, le chiediamo: quanto costerà un chilo di acciaio prodotto a Taranto? Oltre al prezzo economico, si aggiungeranno i costi ambientali, le vite umane spezzate, i diritti negati e lo spopolamento di un territorio che l’ONU ha tristemente inserito tra le “zone di sacrificio”. Giovani che emigrano, disoccupazione crescente e impoverimento: questi sono i veri costi nascosti dietro la produzione di acciaio.

Noi cittadini ci domandiamo: chi è il ministro Urso? È un essere umano come noi? Anche lei prova empatia, preoccupazione per le vite spezzate a Taranto? O è forse un robot, incapace di comprendere le conseguenze delle sue azioni? Mentre il popolo tarantino continua a perdere amici e familiari, soprattutto bambini, lei si prepara a riavviare un’altra fonte inquinante, destinata a causare nuove lacrime.

Continueremo a lottare contro questa gestione disumana e contro il proseguimento di un’attività ormai illecita, che viola le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Non faremo un solo passo indietro, fino alla fine di questa vergognosa gestione della cosa pubblica. Il popolo tarantino (cittadini, associazioni e comitati)

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