Taranto: Carcere, Associazione Marco Pannella denuncia illegalità
Condivisa la richiesta della CISL per l’intervento di una commissione parlamentare
Da anni continuiamo a visitare e denunciare lo stato di illegalità in cui si trova il carcere di Taranto. Come può una struttura illegale accogliere per far scontare le pene e rieducare dall’illegalità? E’ da mesi invece che chiediamo a parlamentari e consiglieri regionali, gli unici con facoltà ispettiva, di accompagnarci in visita. L’ultima a farlo è stata il consigliere regionale Francesca Franzoso, con la quale dopo aver raccolto dettagliatamente tutte le difficoltà abbiamo provveduto a rapide segnalazioni e audizioni e provvedimenti in consiglio regionale. Ma purtroppo la responsabilità regionale, sanitaria e di reinserimento, non copre quella strettamente ministeriale relativa al numero di detenuti e agenti penitenziari e civili. Ed è questo che ancora una volta tornano a denunciare, a ragione, i sindacati penitenziari. Ancora una volta allarmi che cadono nel vuoto. Lottiamo accanto ai lavoratori del carcere di Taranto, ad oggi il più sovraffollato d’italia, vittime come tutta la comunità penitenziaria di un sistema al collasso, la cui condizione è stata aggravata da questo governo. Mentre il guardasigilli e il capo del dap dicono infatti che non vi è piu sovraffollamento, Solo nell’ultimo anno ci sono due suicidi all’interno del carcere di Taranto, che appunto contiene il doppio delle persone che potrebbe, cioe trecento di piu, ed è tornato al numero di sovraffollamento pre condanna della Corte Europea. A contribuire alla situazione la totale assenza del magistrato di sorveglianza di Taranto che non solo difficilmente concede permessi (quando potrebbe) ma neppure si reca mai agli incontri con i detenuti ne risponde alle loro richieste (come dovrebbe). Le condizioni delle carceri sono tragiche e continueremo come sempre costantemente ribadendo il nostro appello a farci entrare, a verificarle, segnalarle e denunciarle, ma mai la soluzione ad esse sarà come paventa il nuovo Governo “più galera”. Il problema infatti riguarda la Concezione della giustizia, e la diversificazione, personalizzazione e utilità delle pene. E mai come in questo momento il governo risponde a problemi sociali col pampenalismo trasformando le emergenze del paese in aumento di pene e carcere, mentre le statistiche ci dicono che il carcere stesso aumenta i reati e che a meno carcere corrisponde meno recidiva. Mentre ancora quasi la metà della popolazione penitenziaria è in galera preventivamente in attesa di giudizio e di questi oltre la metà a fine processo verrà dichiarata innocente, a dimostrazione che la custodia cautelare è solo un modo per pubblicizzare sicurezza a discapito delle garanzie, usato per garantire una pena che anche per colpa Della lentezza della giustizia non trova luce nel processo e, a volte, neanche nel Corso della Vita. Esprimiamo come sempre la nostra solidarietà a tutti gli operatori che con i detenuti soffrono le pene di una comunità penitenziaria vittima tutta di questo sistema di mala giustizia, e ci associamo alla richiesta della Cisl Funzione Pubblica per l'attivazione di una commissione parlamentare d'inchiesta sulle carceri. Mentre comune e provincia potrebbero nominare i rispettivi garanti dei detenuti, ricordiamo però che parlamentari e consiglieri regionali hanno gia questa facoltà ispettiva, e chiediamo loro di accompagnarci in visita per aiutarli a verificarne insieme condizioni, rispetto della legge, e diritti umani. Per i detenuti, e per i detenenti.