Taranto: Teatro Fusco, presentata la stagione di prosa 2022

Otto appuntamenti di grande livello in scena dal 26 novembre al 30 aprile

Cultura, musica e spettacolo
29.07.2022 00:52

Alla vigilia del mese di agosto, Comune di Taranto, Teatro Pubblico Pugliese e Teatro Comunale Fusco hanno presentano la stagione di prosa 2022/2023. Otto i titoli per sedici appuntamenti da segnare in calendario. Si comincia il 26 e 27 novembre di Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno con Fabrizio Saccomanno in scena e che firma anche la regia di “Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande”, si prosegue il 6 e 7 dicembre con Lodo Guenzi in “Trappola per topi” di Agatha Christie con traduzione e adattamento di Edoardo Erba per la regia di Giorgio Gallone e il 13 e 14 dicembre con Gabriele Lavia in “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello con Gabriele Lavia e Federica Di Martino. Il nuovo anno inizia il 10 e 11 gennaio con Gioele Dix che firma anche la drammaturgia e la regia di “La corsa dietro il vento. Dino Buzzati o l’incanto del mondo”. A febbraio, il 14 e 15, va in scena “Il medico dei pazzi” con l’adattamento di Eduardo Scarpetta e la regia di Claudio Di Palma. Il 28 e 29 marzo invece Massimo Ghini e Paolo Ruffini porteranno in scena “Quasi amici” tratto dall’omonimo film di Eric Toledano e Olivier Nakache con adattamento e regia di Alberto Ferrari. Seguirà Sergio Castellitto in “Zorro” di Margaret Mazzantini il 17 e 18 aprile e da Ambra Angiolini e Arianna Scommegna che chiuderanno la stagione con “Il nodo” di Johanna Adams e la regia di Serena Sinigaglia il 29 e 30 aprile.

Già definiti anche i costi per gli abbonamenti a otto spettacoli: abbonamento platea intero 176 euro; abbonamento platea ridotto 160 euro; bbonamento galleria intero 160 euro; abbonamento galleria ridotto 152 euro. 

Costo biglietti:
Platea intero 30 euro; platea ridotto 25 euro;
Galleria intero 25 euro; galleria ridotto 20 euro.

SCHEDE SPETTACOLI

26 - 27 novembre 2022

Teatro Koreja

ALESSANDRO - Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande

di Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno. Con Fabrizio Saccomanno, Giorgia Cocozza, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, AndjelkaVulic. Regia di FABRIZIO SACCOMANNO! cura del progetto e consulenza artistica Salvatore Tramacere. Coproduzione Ura teatro. Si ringrazia Feltrinelli Editore! Cecilia Bartoli, Mario Desiati, Emiliano Morreale e Laura Scorrano. Un ringraziamento speciale a Maria Leogrande. Alessandro è il racconto della vita, delle imprese, delle opere di un intellettuale straordinario. È racconto di un giovane che sceglie di tenere gli occhi aperti sulla realtà che lo circonda, di dedicare la propria vita a donare luce a quello che rimane oscuro e nascosto nei luoghi più terribili, d’impegnarsi a smontare gli stereotipi e le frasi fatte con cui allontaniamo da noi i drammi che percorrono il nostro presente, di stare sempre e comunque dalla parte degli “Ultimi”. Alessandro è Taranto. Alessandro è viaggio nei ghetti dei migranti, persi nelle campagne. È viaggio infaticabile nei luoghi delle frontiere e dei muri. Alessandro è meraviglia di fronte a un quadro. È pratica altissima di una “pietas” dello sguardo. Alessandro è un compagno di viaggio in questi tempi difficili, una fonte inesauribile d’ispirazione. Alessandro è teatro pulsante, dove memoria, presente e utopia non sopportano mai, come in tutta la sua opera, di essere separati.

6-7 dicembre 2022

La Pirandelliana

Lodo Guenzi

TRAPPOLA PER TOPI di Agatha Christie.

Traduzione e adattamento di Edoardo Erba. Con Lodo Guenzi, Claudia Campagnola, Dario Merlini, Stefano Annoni, Andrea Nicolini, Maria Lauria, Lisa Lendaro e un attore ancora in fase di definizione.Scene Luigi Ferrigno. Costumi Francesca Marsella.Musiche Paolo Silvestri. Luci Antonio Molinaro. Regia di GIORGIO GALLIONE.

Il 25 novembre 1952, all’Ambassadors Theatre di Londra andava in scena per la prima volta “Trappola per topi” di Agatha Christie. Da allora, per 70 anni ininterrottamente, il sipario si è alzato su questa commedia “gialla” senza tempo e di straordinaria efficacia scenica. Ed ora tocca a noi… Non è consueto per me, spesso regista drammaturgo in proprio, misurarmi con un classico della letteratura teatrale. Certo da interpretare, ma da servire e rispettare. Ma non ho avuto dubbi ad accettare. Perché “Trappola per topi” ha un plot ferreo ed incalzante, è impregnata di suspense ed ironia, ed è abitata da personaggi che non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre ed ambigue il giusto per stimolare e permettere una messa in scena non polverosa o di cliché. In fondo è questo che cerco nel mio lavoro: un mix di rigore ed eccentricità. D’altronde, dice il poeta, il dovere di tramandare non deve censurare il piacere di interpretare. Altra considerazione: nonostante l’ambientazione d’epoca e tipicamente British, il racconto e la trama possono essere vissuti come contemporanei, senza obbligatoriamente appoggiarsi sul già visto, un po’ calligrafico o di maniera, fatto spesso di boiserie, kilt, pipe e tè.  Stereotipi della Gran Bretagna non lontani dalla semplicistica visione dell’Italia pizza e mandolino. Credo che i personaggi di Trappola nascano ovviamente nella loro epoca, ma siano vivi e rappresentabili oggi, perché i conflitti, le ferite esistenziali, i segreti che ognuno di loro esplicita o nasconde sono quelli dell’uomo contemporaneo, dell’io diviso, della pazzia inconsapevole. E credo riusciremo a dimostrarlo grazie alla potenza senza tempo di Agatha Christie, ma anche e soprattutto con il talento e l’adesione di una compagnia di artisti che gioca seriamente con un’opera “chiusa” e precisa come una filigrana, che però lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa. In questo la scelta di Lodo Guenzi come protagonista è emblematica, una promessa di imprevedibilità e insieme di esattezza. Come sempre: metodo e follia. E poi c’è la neve, la tormenta, l’incubo dell’isolamento e della bivalenza, il sospetto e la consapevolezza che il confine tra vittima e carnefice può essere superato in qualsiasi momento.  Ingredienti succosi ed intriganti che spero intrappoleranno il pubblico.

13 -14 dicembre 2022

Produzioni EFFIMERA e DIANA OR.I.S

Il BERRETTO A SONAGLI di Luigi Pirandello. Con Gabriele Lavia, Federica Di Martino, Francesco Bonomo, Matilde Piana Maribella, Piana Mario Pietramala, Giovanna Guida, Beatrice Ceccherini. Scene Alessandro Camera. Costumi ideati dagli allievi del Terzo anno dell’Accademia Costume & Moda Matilde Annis, Carlotta Bufalini, Flavia Garbini, Ludovica Ottaviani, Valentina Poli, Stefano Ritrovato, Nora Sala - Coordinatore Andrea Viotti musiche Antonio Di Pofi. Regia GABRIELE LAVIA.

Per Luigi Pirandello la vita è una “soglia” troppo affollata del “nulla”. E tutta la sua opera ruota attorno a questo “nulla” affollato di “apparenze”, di ombre che si agitano nel dolore e nella pazzia. Solo “i personaggi” sono “veri” e “vivi”. Il Berretto a Sonagli è una tragedia della mente. Ma porta in faccia la maschera della “farsa”. Pirandello mette sulla scena un “uomo vecchio” uno di quegli uomini “invisibili”, senza importanza, schiacciato nella “morsa” della vita e, poiché́ è un “niente di uomo” è trattato come se fosse niente: Questa “domanda disperata” nasconde la concezione di se stesso, torturata e orgogliosa, di un uomo dissolto nel “nulla” del mondo, un nulla affollato da fantocci, da pupi. Da fantasmi umani. Che spiano e che parlano. Parlano parole già̀ “parlate”, consumate. E sul nostro palcoscenico, “come trovati per caso”: un vecchio fondale “come fosse abbandonato” e pochi elementi, “come relitti” di un salottino borghese, e “per bene”, dove viene rappresentato un banale “pezzetto” di vita di una “famiglia perbene” o di una “famigliaccia per bene” che fa i conti con l’assillante angoscia di dover essere “per gli altri”, di fronte agli altri. Come se la propria vita fosse, per statuto, una recita per “gli altri” che sono gli spettatori ingiusti e feroci, della propria vita. Del proprio “teatro”. Vita di uomini che non sono altro che un segno che indica il nulla, fatto di apparenze, di fantasmi, di tutto quello che l’“io” è per gli altri. È l’“essere-per-gli-altri” a prendere il sopravvento perché l’“essere-con-gli-altri” è comunque il nostro “essere ineludibile”. Ciampa “scrive”, ha un mondo suo, ma solo di notte, di nascosto, come i delinquenti, quando “gli altri” dormono. Ma, di giorno: . Io sono la doxa, il “si dice “. È proprio il “si dice” ad “essere” la stessa sostanza identitaria del mio “io”. È il “segno” della perversione del mondo degli altri. Quel “mondo degli altri” che percepisce il mio mondo come, appunto, il mio mondo (il mio essere) “appare” a lui, a quel mondo che “non” sono “io”. Ma chi sono “io”? Chi è questo “io”? Questo “io” che è uno, nessuno e centomila. Questo “io” è “uno” con me stesso e “un altro io” con ognuno degli altri “io” che vivono nella “società̀ dei pupi”: Questo “io” è determinato, nel suo essere, dalle centomila interazioni sociali, amorose, erotiche, amicali che quelle “interazioni” contribuiscono a frammentare. È questo “io” fatto a pezzettini che non ha più̀ scampo. L’unica speranza è difendere l’“io” dall’aggressione degli altri. Ma come? Ciampa usa spranghe alle porte, catenacci, paletti per difendere il suo “io”. Ma non ci riesce. È costretto a uscire, a “sporcarsi le mani”, direbbe Sartre. Esistere. Ma esistere vuol dire “mettere in gioco” se stesso. E allora la “corda civile” e la “corda seria” non servono più̀. È la “corda pazza” che scatta. E scatta per tutti. Non si può̀ difendere il proprio “io” dagli attacchi del mondo. Non è possibile uscire dal mondo, uscire da noi stessi. Se lo facciamo siamo morti viventi.

10 -11 gennaio 2023

Centro Teatrale Bresciano

Gioele Dix

LA CORSA DIETRO IL VENTO

Dino Buzzati o l’incanto del mondo

con Valentina Cardinali

scene Angelo Lodi

musiche Savino Cesario

arrangiamenti Savino Cesario, Silvano Belfiore

costumi Marina Malavasi e Gentucca Bini

disegno luci Carlo Signorini

assistente alla regia Beatrice Cazzaro

audio Beppe Pelliciari - Mordente

drammaturgia e regia GIOELE DIX

in collaborazione con Giovit

Sotto il palazzo in cui abita un grande scrittore, piove dall’alto nel cuore della notte una pallottola di carta. Che cosa conterrà? Appunti senza importanza o versi indimenticabili da salvare? Da questo affascinante spunto, tratto da un racconto di Dino Buzzati, prende il via il nuovo spettacolo scritto e interpretato da Gioele Dix La corsa dietro il vento.

Ambientato in una sorta di laboratorio letterario, a metà fra una tipografia e un magazzino della memoria, lo spettacolo attinge dal ricchissimo forziere di racconti del grande scrittore bellunese – tra cui le celebri raccolte Sessanta racconti, Il colombre e In quel preciso momento – e compone un mosaico di personaggi e vicende umane dove ognuno di noi può ritrovare tracce di sé.

Dino Buzzati è stato scrittore, giornalista, pittore, talento multiforme, ma soprattutto un fine scrutatore d’anime. E la sua scrittura, insieme realistica e fantastica, corre sempre fulminea al punto, pur non trascurando l’eterna sospensione che caratterizza le nostre esistenze. E grazie al suo talento narrativo, assumono forma poetica paure, sogni e fantasie a noi più che familiari.

La corsa dietro il vento è un inedito viaggio teatrale grazie al quale Gioele Dix, ispirandosi a personaggi e atmosfere buzzatiane, parla (anche) di sé, dei suoi gusti, delle sue inquietudini, delle sue comiche insofferenze con l’ironia e il gusto del paradosso cui ha abituato il suo pubblico, condividendo il palcoscenico con Valentina Cardinali, giovane attrice talentuosa ed eclettica.

Ho cominciato a leggere i racconti di Dino Buzzati all’età di dodici anni. Sono diventati parte del mio immaginario. La sua voce assomiglia spesso alla mia. Lo considero l’inventore di racconti perfetti, che non solo ti avvincono – perché vuoi sapere come vanno a finire – ma ti lasciano sempre un segno dentro, ineffabile però familiare.

14- 15 febbraio 2023

Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro S.G.A.T. Tradizione e Turismo - Teatro Sannazaro

IL MEDICO DEI PAZZI

di Eduardo Scarpetta adattamento

con Giovanni Allocca, Chiara Baffi, Angela De Matteo, Massimo De Matteo, Renato De Simone, Antonio Elia, Valentina Martiniello, Peppe Miale, Alfonso Postiglione, Federico Siano

scene Luigi Ferrigno

costumi Giuseppe Avallone

 aiuto regia Peppe Miale

assistente alla regia Manuel Di Martino

regia CLAUDIO DI PALMA

Scarpetta porta in scena con cinismo quell’avvertimento del contrario che per Pirandello era la comicità. Dice di farlo solo per “l’amato pubblico” che assiste ai propri vizi e se ne sente ristorato. La giocosa spietatezza di Scarpetta reintroduce la catarsi del teatro. Ne il medico dei pazzi uno “straniero”, un babbeo, il cafone Sciosciammocca precipita nel mondo di città che lo circuisce e spiazza. É così che le legittime ma inesauste ambizioni dei cittadini finiscono per apparirgli come pericolose follie. Sottile satira di costume? Macché! È solo per riderne. La denuncia dei nostri vizi è un calembur, l’affanno delle nostre aspirazioni un intrattenimento. Triste per cui assolutamente divertente.

28-29 marzo 2023

Enfiteatro

Massimo Ghini, Paolo Ruffini

QUASI AMICI

dal film “Quasi amici” di Eric Toledano e Olivier Nakache

Adattamento e regia ALBERTO FERRARI

Quasi Amici è una storia importante, di quelle storie che meritano di essere condivise e raccontate. Anche con il linguaggio delle emozioni più profonde: quello teatrale. Un adattamento per il teatro del soggetto e della sceneggiatura di Quasi amici èaffascinante perché permette di dilatare, in drammaturgia teatrale, quelle emozioni che nascono per il cinema con un altro linguaggio, non solo visivo, ma anche filmico. È straordinario raccontare ancora più nell’intimità delle parole, degli scambi, delle svolte narrative, delle luci, dei movimenti, che solo una drammaturgia teatrale può cogliere e restituire, dando il senso profondo di una grande amicizia in fieri. Osservando poi il percorso che compiono i due protagonisti per crescere, ognuno nella rispettiva vita e in quella dell’altro e di come uno diventi assolutamente necessario all’altro per poter proseguire indenne, o quasi, il proprio cammino su questa terra.

17-18 aprile 2023

Produzione Angelo Tumminelli

Sergio Castellitto

ZORRO

di Margaret Mazzantini

regia SERGIO CASTELLITTO

Uno spettacolo interpretato da Sergio Castellitto, un vagabondo che ripercorre la storia della sua vita e delle scelte che lo hanno portato a vivere sulla strada e nel mentre riflette sul significato della vita.  Un uomo ai margini della società capace di vedere la realtà osservando la vita delle persone “normali”. Capace di restituire attraverso una sorta di “filosofare” allegro e indefesso il “sale della vita”, la complessità e l’imprevedibilità dell’esistenza. Uno spettacolo tragicomico ed emozionante.

29-30 aprile 2023

Società per Attori e Goldenart Production

Ambra Angiolini, Arianna Scommegna

IL NODO

di JOHNNA ADAMS

traduzione di Vincenzo Manna e Edward Fortes

scene Maria Spazzi

costumi Erika Carretta

light designer Roberta Faiolo

musiche Mauro Di Maggio e Federica Luna Vincenti

aiuto regia Gabriele Scotti

regia SERENA SINIGAGLIA

Un’aula di una scuola pubblica. È l’ora di ricevimento per una insegnante di una classe di prima media. È tesa, ha la testa altrove, è in attesa di una telefonata che non arriva mai. Al colloquio si presenta inaspettatamente la madre di un suo allievo. Vuole parlarle, ma non sarà un dialogo facile. Suo figlio alcuni giorni prima è stato sospeso, è tornato a casa pieno di lividi e lei vuole a tutti i costi capire il perché. È stato vittima di bullismo o forse lui stesso è stato un molestatore... Forse l’insegnante l’ha trattato con asprezza… Sciogliere questo nodo, cercare la verità è l’unica possibilità a cui aggrapparsi. Perché, come conseguenza del fatto, il figlio ha commesso qualcosa di tremendo, di irreparabile. E solo un confronto durissimo tra le due donne potrà dare un senso al dolore, allo smarrimento e al loro reciproco, soffocante senso di colpa. Il Nodo è ambientato in una classe di prima media della scuola pubblica di Lake Forest, piccolo centro abitato nei dintorni di Chicago. Ma attenzione: il “dove” non è importante, importante è il “quando” e soprattutto il “perché”. Quali sono le responsabilità educative dei genitori e quali quelle delle istituzioni nei confronti dei figli? Di chi è la colpa se i nostri figli si trasformano in vittime o carnefici?

LE DICHIARAZIONI - La rassegna del Fusco è stata presentata nel foyer del teatro comunale, alla presenza del sindaco Rinaldo Melucci, dell’assessore alla Cultura Fabiano Marti, del direttore del Teatro Pubblico Pugliese Sante Levante e del direttore del Fusco Michelangelo Busco.

«Amiamo il teatro comunale Fusco come fosse una seconda casa dei tarantini – dichiara Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto –. Questo luogo dimostra quanto sia importante la cultura per noi e per la comunità. Non stiamo presentando solo un’eccellente stagione teatrale, stiamo riaffermando la centralità della cultura nella nostra agenda, che poi è ciò che ci ha consentito di riposizionare l’immagine della città. Devo ringraziare tutti quelli che si sono impegnati in questa sfida, in particolare l’assessore Marti che le ha dato un’accelerata poderosa”.

“Il risultato della scorsa stagione di prosa è stato eccezionale – ha aggiunto Marti – sia dal punto di vista della qualità, sia in termini di presenze, per cui con il direttore Busco e Giulia Delli Santi del Teatro Pubblico Pugliese sapevamo di avere una grande responsabilità. Ma siamo convinti di aver fatto un grande lavoro, costruendo una stagione che spazia dal teatro classico a quello più leggero, ma sempre di altissima qualità. Sono sicuro che, come sempre, il pubblico tarantino risponderà alla grande, regalandoci ancora una volta la soddisfazione di vedere la platea e la galleria sempre stracolme di gente”.

“Il sindaco ha dato la visione di quello che è il nostro lavoro – ha dichiarato Levante -. La stagione è un tassello di questo percorso che stiamo facendo insieme. Cito solo un appuntamento a tal proposito che è "Alessandro" dedicato ad Alessandro Leogrande e alla sua visione e che apre la stagione non a caso. Una stagione che mantiene la struttura degli anni precedenti con otto titoli in abbonamento e grandi artisti che con i loro spettacoli daranno la possibilità al pubblico di aprire la mente, riflettere, evadere dalla propria vita e lasciarsi trasportare in una dimensione diversa. Si tratta di una stagione ricca costruita in queste settimane con un lavoro che ci ha appassionato molto e per cui ringrazio anche la dirigente Giulia Delli Santi, e che oggi ci porta a presentare qui a Taranto la prima stagione del circuito. Infine un ringraziamento va all'amministrazione per la fiducia che ci ha rinnovato e che non è mai scontata. Continueremo su questa strada, tanto che stiamo già lavorando per completare anche le stagioni di Teatro Ragazzi e Musica che presenteremo nelle prossime settimane”.

“Questa stagione ha una peculiarità legata alla sua varietà – ha concluso il direttore Busco – perché passiamo da titoli classici e attori come Gabriele Lavia e Sergio Castellitto, a lavori più freschi e interpreti come Lodo Guenzi e Ambra Angiolini. Il nostro scopo è confermare il Fusco come spazio di riferimento per l’offerta culturale cittadina, riportandovi numeri e qualità”.

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