Taranto: Fipe Bar, ‘Ripartiamo con nuovo direttivo e nuovi obiettivi’
Passaggio del testimone per FipeBar Confcommercio Taranto che nei giorni scorsi ha rinnovato il suo Direttivo. Alla guida del gruppo Paolo Barivelo, giovane imprenditore del settore, con al suo attivo una esperienza formativa realizzata sul campo negli Usa e attualmente titolare di una attività bar/ristorazione a Taranto. Diversi i giovani imprenditori del settore che nel nuovo Direttivo affiancheranno i colleghi che hanno già maturato una precedente esperienza sindacale e che, assieme al neo presidente, opereranno con “uno spirito di rinnovamento e di rilancio del settore”, come ha sottolineato lo stesso Barivelo nel primo consiglio direttivo. Un incontro proficuo aperto ai colleghi della ristorazione, coordinati da Antonio Salamina che, nelle vesti di commissario Fipe Ristoranti, sta lavorando al percorso di costruzione del nuovo direttivo di categoria. Molti gli obiettivi condivisi da bar e ristoranti che dovranno operare in uno spirito di collaborazione, come a ha chiesto il presidente provinciale Leonardo Giangrande, operando entrambi i settori spesso con la stessa clientela, con target affini e con offerte di prodotto che rispondono a un mercato mutevole e a nuove dinamiche di consumo. L’obiettivo che si intende perseguire è rafforzare il ruolo sindacale di FIPE Bar e Ristorazione, ma nel contempo stimolare a ogni livello la cultura d’impresa, la qualità e le competenze manageriali degli operatori del settore. “Un pubblico esercizio, bar o ristorante che sia, si trova – sottolinea Barivelo - a dover affrontare e approfondire molteplici problematiche che richiedono competenze diffuse nell’ambito gestionale, amministrativo, della innovazione e del marketing. Fipe Taranto (Bar e Ristorazione) offrirà strumenti di crescita attraverso formazione, servizi, assistenza al credito, del tessuto imprenditoriale provinciale dei pubblici esercizi”. Il nuovo direttivo Fipe Bar Presidente: Paolo Barivelo. Consiglieri: Andrea Cellamare, Antonio Comegna, Mariagrazia Di Lorenzo, Ivan Lecce, Andrea Maiorino, Carlo Mele, Fabio Minardi, Cataldo Barivelo, Anna Rapeso, Gennaro Rescigno, Eraldo Rizzo, Luca Serio, Raffaele Vignola. Emergenza Covid L’emergenza Covid è stato ovviamente il tema centrale del primo direttivo di Fipe Ristoranti. Dal confronto sono emersi vari spunti di riflessione inerenti le difficoltà del settore, costretto a misure particolarmente restrittive per l’esercizio della attività, a partire dalla chiusura anticipata alle 18.00. Disposizioni che mettono in crisi il settore dei pubblici esercizi, già duramente provato dal lockdown dei mesi scorsi. Tanta amarezza tra gli operatori che si sentono ingiustamente penalizzati da disposizioni particolarmente restrittive verso un settore che più di altri ha provato a convivere con il virus, attraverso la messa in campo di misure rispettose delle prescrizioni. “E’ tanta la preoccupazione per le nostre attività - commenta il presidente Fipe Bar Taranto, Paolo Barivelo -, vi è molta incertezza per il futuro delle nostre imprese, abbiamo grandi responsabilità verso i nostri dipendenti, e verso le nostre stesse famiglie. Deprechiamo le manifestazioni violente di questi giorni, diciamo ‘No’ allo spontaneismo di piazza. È innegabile però che il settore dei pubblici esercizi stia soffrendo e che molti di noi potrebbero chiudere il prossimo anno. Non possiamo continuare a essere penalizzati oltre misura, come se nei bar e nei ristoranti il virus avesse un grado di aggressività più elevato che sui bus o in altri contesti. Tuttavia, staremo nel sistema e non andremo in piazza a gridare slogan che possano dare spazio a gruppi e soggetti esterni e con obiettivi di altra natura. Alla manifestazione regionale organizzata da Fipe a Bari, in contemporanea a varie piazze italiane, Fipe Taranto è stata presente (nella mattinata di mercoledì 28 ottobre) con una sua delegazione. Vogliamo, attraverso la nostra pacifica manifestazione, far giungere al Governo il grido di allarme dei titolari dei pubblici esercizi, la disperazione delle imprese ormai oltre il limite della sopportazione. Le nostre tovaglie simbolicamente stese a terra per dire che così ci vengono tagliate le gambe e che domani potremmo non risollevarci più".