Disperazione scolastica, Iossa ‘Necessaria strategia condivisa scuola-territorio’
Convengo internazionale a Taranto presso il polo universitario di città vecchia
Un convegno internazionale a Taranto per parlare di dispersione scolastica. Un argomento delicato e quanto mai attuale, soprattutto in territori a rischio socioculturale come i quartieri di città vecchia e Tamburi.
Tra le relatrici anche la dirigente scolastica dell’I.C. Galilei, Antonietta Iossa. “Il nuovo contesto culturale, istituzionale e normativo, ha introdotto strumenti e dispositivi che mirano alla costruzione di un sistema integrato di istruzione e formazione, nel quale il piano dell’offerta formativa sia effettivamente rispondente alle caratteristiche e alle esigenze dei giovani e del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale e sia, quindi, strettamente connesso con la più complessiva programmazione formativa territoriale“.
”Ed è in questo contesto che si collocano le azioni e i progetti promossi in collaborazione con il Prof. Liverano, con l’intento di passare da interventi rivolti alle patologie del sistema scolastico, e di conseguenza straordinari e sperimentali, a una strategia ordinaria finalizzata alla prevenzione primaria (fare le cose giuste al momento giusto) e alla promozione del successo formativo per tutti, per garantire la piena scolarità, portando tendenzialmente tutti agli stessi risultati e non solo garantire l’accesso e la frequenza, ma incidere con misure formative, agendo non con interventi riparativi e compensativi rivolti ai singoli, ma con interventi sistemici rivolti alla rete di soggetti e di relazioni; assumere indicazioni che vengono dalle migliori esperienze per valorizzarne i punti forti coerenti con il nuovo contesto“.
”Un sistema che può far fronte in modo più adeguato alle situazioni di disagio e al problema della dispersione scolastica soprattutto perché, utilizzando tutti gli strumenti offerti può sviluppare, nell’ordinarietà del fare scuola, quello spirito di ricerca che anima la motivazione a trovare percorsi innovativi, propria delle fasi di sperimentazione o di emergenza anche perché se il disadattamento rimanda a cause esterne alla scuola, è indubbio che esso può trovare origine o rafforzamento dentro la scuola stessa, in quelle disfunzioni interne che in misura “relativamente autonoma producono le condizioni della dispersione”.
“Sulla base di queste considerazioni e tornando alla definizione di dispersione scolastica e all’analisi del suo significato, emerge con forza la necessità di mettere in atto una strategia condivisa di azioni dentro la scuola, tra le scuole e nel territorio. Credo fortemente che la scuola sia un luogo in cui ogni studente può scoprire il suo talento, un luogo in cui gli alunni possano apprendere gli strumenti per volare in alto. Nel mio sogno, la scuola sarebbe il posto giusto in cui gli alunni possano imparare a disegnare il proprio futuro, senza esclusione ed emarginazione, un futuro in cui la parola d’ordine sia ponte, per attraversare un mare di difficoltà e lasciarsi alle spalle il passato puntando verso un luminoso domani”.