Taranto: Progetto Kétos, opportunità per consolidare rapporto tra uomo e mare

Cultura, musica e spettacolo
02.11.2021 13:51

(Di Fabio Dal Cin) Consultando, con un po' di nostalgia, il vocabolario greco – italiano Lorenzo Rocci, e soffermandomi sul termine greco κῆτος (kētos) leggo: “mostro marino, acquatico, cetaceo, mostro, ceto, balena ecc.”. Al Centro Euromediterraneo di Citizen Science, Kétos appunto, ubicato al Palazzo Amati, uno dei più prestigiosi del Borgo Antico della città di Taranto, di mostri marini non vi è traccia; la mitologia, infatti, ha lasciato il posto alla promozione del mare e dei cetacei, alla formazione, all’esplorazione scientifica, alla promozione della lettura e del patrimonio culturale identitario legato al mare, alla città vecchia alle tradizioni. Nel corso del weekend appena trascorso ho colto l’opportunità di conoscere da vicino questa realtà: il Centro euromediterraneo del mare e dei cetacei, Kétos, rappresenta il punto di riferimento territoriale per avviare la rigenerazione urbana, sociale, culturale della città vecchia guardando alla sopravvivenza dell’abitato come simbiotico rispetto alla risorsa mare, è provvisto di un’area museale e attrattiva caratterizzata da elevata innovazione tecnologica, di un’area di offerta servizi turistici legati al mare e all’osservazione dei cetacei, di una biblioteca virtuale sul mare (dotata, tra l’altro, di un‘intera collezione di libri di Emilio Salgari…. complimenti!). La missione di Kétos è quella di coinvolgere, motivare e rendere consapevole il cittadino della complessità e della fragilità del nostro ambiente marino; creare quel legame invisibile uomo-mare che vada oltre il significato mitologico del nome di una città, del suo eroe-fondatore e del delfino. Nel corso delle visite guidate è possibile conoscere aneddoti legati alle abitudini della Stenella, del Delfino comune, del Grampo (interessante comprendere i motivi delle numerose cicatrici presenti sulle pinne dorsali), conoscere la storia di “Due punti” e del suo cucciolo “Alessandro”, della Foca Monaca, dei Capodogli, consultare riviste multimediali. La sfida educativa è quella di monitorare il cambiamento delle conoscenze, coinvolgere i più giovani, le scolaresche (il nostro futuro), trasmettere valori e norme comportamentali indispensabili per proteggere e tutelare l’ambiente marino. Per questo, siamo tutti custodi. Ad Alessandro e Sabrina (che ci hanno accompagnato durante la visita), il merito di aver trasmesso, oltre la conoscenza, la passione per questo progetto. Buona visita! (Foto Fabio Dal Cin)

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