Tilia: "Non sono un truffatore. A Martina e Caserta preso in giro"

TARANTO
Dante Sebastio
05.05.2017 18:42

Luca Tilia contatta la nostra redazione ed è un fiume in piena. Le esperienze di Martina e Caserta hanno minato la sua reputazione che ha raggiunto, come un'onda lunga, anche le coste ioniche. "Adesso basta, mi sono veramente stancato di passare per un truffatore quando la realtà dice ben altro - attacca -. La gente straparla senza nemmeno conoscere i fatti. Innanzitutto, ci tengo a sottolineare che nell'operazione Taranto non sono coinvolto direttamente. La Onda Technology mi ha chiesto di acquistare una club di calcio e penso che quella rossoblu sia una piazza appettibile".

MARTINA FRANCA "Premessa doverosa: il Martina non è mai fallito. Questa cosa mi perseguita e non voglio più essere additato come quello che ha fatto perdere la Lega Pro. Quando sono arrivato a Martina Franca, nel novembre del 2015, ho trovato un buco di 4,8 milioni di euro contratti dalla precendente gestione, quella di Donato Muschio Schiavone. Il quale mi assicurò che al termine del campionato avrebbe fatto fronte a questa massa debitoria purchè mi impegnassi a portare a termine la stagione. Bisogna precisare che 2 milioni di quei 4,8 sono andati in prescizione. Purtroppo, mi sono lasciato coinvolgere come un fesso e siccome ho acquistato il Martina in sole quattro ore perchè Lippolis si stava portando via anche i palloni, non ho avuto nemmeno il tempo di mettere in piedi una due diligence per verificare lo stato del club. Ci sono 30 faldoni sul Martina calcio: dal 2012 al 2015 non era stato pagato nulla tra iva e contribuiti vari. Nonostante tutto, ho portato avanti l'impegno. A gennaio ho acquistato 9 calciatori pagando l'incentivo all'esodo a elementi super pagati come Bogliacino, Rullo, Cristea e tanti altri. La squadra era quasi ultima quando sono arrivato, l'ho salvata ai playout con il Melfi. A stagione finita, Muschio Schiavone si è tirato indietro e non potevo certo essere io a pagare tutti i suoi debiti. E' come se andassi al ristorante e pagassi il conto di chi mi sta vicino. Dovete anche pensare che Scatigna, signor imprenditore, ha preferito perdere 350 mila euro, che al giorno d'oggi sono soldi, pur di non ripianare i 2,8 milioni di debiti che schiacciavano il club. Sono stato stupido, ho preso un bidone, ma quando ho capito che dovevo essere io il pollo da spennare sono andato via. Ma è bene si sappia che il Martina non si è iscritto al campionato di Lega Pro per i debiti contratti da Donato Muschio Schiavone, che tra l'altro mi sta anche simpatico. Anzi, di tasca mia ci ho rimesso 473 mila euro per pagare stipendi e contributi dei tesserati, altrimenti saremmo stati penalizzati su segnalazione della Covisoc".

CASERTA "Anche qui ci sarebbe da scrivere un libro. Giovanni Lombardi, che aveva deciso di affiancare Vigorito nella gestione del Benevento appena promosso in Serie B, chiama me e Nino Petrosino proponendoci l'acquisto della Casertana. Siamo d'accordo e programmiamo una due diligence. A quel punto, Lombardi, imprenditore stimato e di livello, sostiene che non c'è bisogno perchè la società ha solo un monte ingaggi di 1,2 milioni di euro. Considerati i tempi ristretti per iscrivere la squadra al campionato, chiedo allo stesso Lombardi di provvedere alla presentazione della fidejussione, che gli avrei restituito con calma. Dopo un lungo tira e molla, iscriviamo la squadra senza fidejussione presentandola di tasca mia in un secondo momento. Con Luca Pensi, direttore sporitvo, ci mettiamo subito all'opera abbattendo il famoso monte ingaggi di ben 900 mila euro. Con 500 mila euro lordi costruiamo una squadra che oggi è in lotta per disputare i playoff nonostante un allenatore alla prima esperienza come Tedesco. Credo che questo dimostri che siamo in grado di fare calcio in Lega Pro. Un mese e mezzo dopo il nostro avvento, ci accorgiamo della presenza di 700 mila euro di debiti che nel bilancio erano stati occultati. Per tutta risposta, Lombardi mi dice che possono essere rateizzati, ma la cosa comincia a non piacermi. Fatto sta che arrivano decine di fatture al giorno, tutte fasulle, da fornitori che sostenevano di vantare crediti dalla vecchia gestione. A proposito, per acquistare la Casertana ho sborsato 100 mila euro, non mi è stata ceduta gratis come sostiene qualcuno. Insomma, per farla breve, decido di non andare avanti perchè non avevo intenzione di accollarmi debiti, quei famosi 700 mila euro, contratti da altri. Così, si fa sotto il signor D'Agostino, al quale vendo per 80 mila euro. Che non mi sono mai stati pagati, tant'è vero che il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha disposto un decreto ingiuntivo al signor D'Agostino per 63 mila euro. E adesso gliene farò un altro per 20 mila euro. Ecco, questa è la mia storia calcistica e prima di parlare e condannare ingiustamente una persona bisognerebbe conoscere la relatà dei fatti. Tra l'altro, è tutto dimostrabile: sono pronto a indire una conferenza stampa con documenti alla mano per far capire come stanno realmente le cose a chi mi definisce un farabutto e truffatore".

ZELATORE E BONGIOVANNI "Non ho mai avuto il piacere di conoscerli, però da quello che sento e leggo mi pare non abbiano le competenze giuste per gestire una squadra di calcio. Come si possono spendere 1,2 milioni di euro in una sola stagione e retrocedere senza nemmeno disputare i playout? Saranno anche brave persone, ma per portare avanti una squadra di calcio ci vuole competenza. Taranto è una piazza così calda che se fai le cose perbene dopo due mesi va in autogestione: basta investire un po' di soldi all'inizio affidandoli alle persone giuste. Credo che Zelatore e Bongiovanni non abbiano nessuna intenzione di vendere perchè con il Taranto si guadagna. Basta andare a vedere il bilancio al 31 dicembre del 2016 per rendersi conto che il club ha chiuso con un attivo di 86 mila euro. E allora, perchè cedere se si può guadagnare? Ma è giusto così...".

PROGETTO TARANTO "Confidando in una chiusura positiva della trattativa, con Luca Pensi ci eravamo già messi a lavoro per allestire una squadra in grado di riconquistare la Lega Pro in una sola stagione. Dalla Casertana avremmo portato calciatori come il portiere Ginestra, Rajcic, Ramos, tutti a scadenza. Avevamo ottenuto anche una disponibilità di massima da Giuseppe Genchi, che lì a Taranto ha fatto benissimo in due anni, oltre a una punta argentina che in seconda divisione ha messo a segno 27 reti in una sola stagione. La nostra intenzione era quella di creare un gruppo che fosse un mix di elementi esperti e di categoria superiore con giovani di belle speranze. Non per vantarmi, ma a Caserta abbiamo portato calciatori sconociuti come Carriero e Corado, che oggi sono richiestissimi in Lega Pro. Dal momento che Taranto è una piazza molto importante, non potevo certo sostenerla da solo, ma ero pronto a essere supportato da due/tre soci che avrebbero investito una cifra complessia di 700 mila euro, giusta per poter puntare alla promozione. Peccato, avrei fatto calcio molto volentieri a Taranto, spero ci sia una prossima volta...".

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