LA JDC avvista una Balenottera comune nel Golfo di Taranto

Un evento di straordinaria rilevanza scientifica ha avuto luogo nel Golfo di Taranto, dove i ricercatori della Jonian Dolphin Conservation (JDC) hanno documentato l'avvistamento di una balenottera comune (Balaenoptera physalus), il secondo animale più grande del pianeta.
Un avvistamento atteso dal 2009
L'ultimo incontro con un esemplare di questa specie nelle acque tarantine risaliva al 28 aprile 2009. Nonostante le oltre 250 uscite annuali della JDC, per 16 anni nessuna balenottera comune era stata osservata in quest'area. L’avvistamento è avvenuto il 28 febbraio 2025, a circa 8 miglia dalla costa, in una zona con fondali profondi fino a 600 metri. L'esemplare, lungo quasi 20 metri, è stato visto nutrirsi in superficie, non lontano dal primo impianto eolico offshore del Mediterraneo.
Le balenottere comuni sono presenti nel Mar Mediterraneo e si spostano in cerca di cibo e acque più calde durante l’inverno. Il Golfo di Taranto, grazie alle sue caratteristiche ambientali, rappresenta un habitat favorevole per la loro presenza.
Importanza scientifica e biodiversità del Golfo di Taranto
Questo avvistamento assume un valore scientifico particolare, poiché rappresenta la prima documentazione in decennicon dati video e fotografici. Le informazioni raccolte sono state condivise con il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, con cui la JDC collabora da anni.
Grazie al costante monitoraggio, è stato confermato che sette delle otto specie di cetacei presenti nel Mediterraneoabitano il Golfo di Taranto, un'area con una forte presenza umana. Solo la scorsa estate era stata avvistata una coppia di Zifio (Ziphius cavirostris), oltre ad altre specie marine come la pulcinella di mare (Fratercula arctica) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea).
L’entusiasmo dei ricercatori
A raccontare l’eccezionale avvistamento è Francesca Santacesaria, responsabile delle attività di ricerca della JDC:
«Durante le consuete attività di monitoraggio ci siamo avvicinati a un gruppo di centinaia di gabbianelli e, maestosa, l’abbiamo vista emergere: non riuscivamo a crederci, potete immaginare la nostra emozione!»
La ricercatrice ha sottolineato come l’evento confermi la straordinaria biodiversità del Golfo di Taranto. Nonostante sia considerata un'area di importanza critica per la conservazione dei cetacei, attualmente non esistono misure di tutela a lungo termine. Per questo, la Jonian Dolphin Conservation è impegnata nella creazione di una Area Marina Protetta, un passo fondamentale per la conservazione delle specie vulnerabili e minacciate nel Mediterraneo.
Un curioso precedente storico
L'avvistamento della balenottera comune richiama alla memoria un episodio del passato. Il 9 febbraio 1887, nel Golfo di Taranto, fu segnalata la presenza di una balena franca boreale (Eubalaena glacialis), una specie mai vista prima nel Mediterraneo. L’evento generò panico tra la popolazione locale, che considerò l'animale un "mostro marino". La balena fu uccisa e la sua carcassa esposta al pubblico.
Successivamente, i resti furono venduti all’Università di Napoli, e dal 1950 lo scheletro è conservato nel Museo Zoologico, unico esemplare musealizzato nel Mediterraneo.
Oggi, la JDC studia e tutela i cetacei con un approccio scientifico e rispettoso. Nella sua sede di Kétos, è esposto lo scheletro di un Zifio spiaggiato e recuperato sulle coste tarantine, a testimonianza di quanto sia cambiato il rapporto tra l’uomo e i giganti del mare.