Acciaierie d’Italia: Benaglia, D'Alò (Fim Cisl) ‘Governo affronti con noi nodi critici’
E’ stata inviata la richiesta d’incontro urgente per Acciaierie d’Italia da parte dei Segretari generali di Fim, Fiom, Uilml,rispettivamente Benaglia, De Palma, Palombella, ai Ministri Urso, Calderone e Picchetto Fratin. “Abbiamo inviato la richiesta unitaria d’incontro perché, dopo l’insediamento del nuovo governo, uno dei primi dossier a cui bisogna mettere le mani, come d’altra parte aveva bene evidenziato lo stesso ministro Urso all’indomani della sua nomina, è quello di Acciaierie D’Italia.
La madre delle vertenze del nostro Paese si trascina ormai da troppi anni, oltre 10, senza che nessuno dei governi, di qualsiasi colore politico, sia riuscito a dare una risposta positiva e risolutiva alla vertenza in termini industriali, occupazionali che di ambientalizzazione.
La nostra richiesta arriva tra l’altro dopo che Acciaierie d’Italia ha comunicato, a fine della scorsa settimana, la volontà di non rinnovare i contratti alle ditte d’appalto. Un ulteriore, come se ne servissero ancora altri, campanello d’allarme di come l’attuale gestione manageriale della più grande acciaieria d’Europa non riesca a gestire il sito e il gruppo sul piano industriale, occupazionale e commerciale.
Rispetto agli impegni presi a inizio anno, la produzione è rimasta nei fatti sostanzialmente ferma e ridotta, mentre è aumentato solo l’uso degli ammortizzatori. I forti costi energetici stanno mettendo ulteriormente a repentaglio la tenuta occupazionale del sito di Taranto come anche gli altri siti del Gruppo. Serve quindi riaprire subito il confronto rispetto alla finalizzazione del miliardo di euro disposto dal governo, coinvolgendo Mittal nelle responsabilità, all’assetto societario che doveva essere completato a metà anno con l’ingresso a maggioranza dello Stato, decisione questa rinviata dal precedente governo e su cui ci aspettiamo ora una ripresa della discussione.
E’ fondamentale riaprire il dialogo tra parti sociali, azienda e governo per rimettere questa vertenza sul giusto binario, con tempi e scadenze certe rispetto alle cose da fare che assicurino un rilancio industriale, occupazionale e ambientale. L’ex-Ilva di Taranto rappresenta, non ci stancheremo mai di dirlo, un asset importante per l’intera industria italiana che oggi continua ad acquistare gran parte dell’acciaio necessario fuori dai confini nazionali che alla luce anche dei nuovi equilibri geo-politici, sarebbe opportuno invece rimettere con urgenza al centro dell’azione del governo nell’interesse nazionale. (Comunicato stampa)