Dionigi: ''I tifosi meritano la Lega Pro, mi sento uno di loro''
“Un ripescaggio meritatissimo. Perché sono tre anni che il club tenta il rientro tra i professionisti e perché i tifosi, me compreso, lo meritano”.
Parole di Davide Dionigi, indimenticato ex giocatore e soprattutto ultimo allenatore del Taranto in terza serie, quando ancora si chiamava Lega Pro Prima Divisione. Sono trascorsi pochi anni, sembra trascorsa una vita... quando il tecnico modenese portò il Taranto dell'era D'Addario a due passi dal ritorno in B. Due playoff persi in semifinale tra il 2011 ed il 2012.
ANNI INDIMENTICABILI “Praticamente lasciai la squadra promossa moralmente in serie B – ricorda -. Tutti ricordano quei 70 punti colti sul campo, ridotti a 63 per le problematiche societarie. Avremmo potuto farcela anche nei playoff, ma le due gare di semifinale contro la Pro Vercelli furono pesantemente condizionate da ben tre gol annullati in totale. Quella è stata la più bella stagione da allenatore, riuscimmo a fare un miracolo sportivo nonostante la situazione drammatica del club. Ma il mio ricordo più bello è legato alla semifinale di ritorno dell'anno prima, a Roma contro l'Atletico, con 5.000 tifosi al seguito nonostante lo 0-1 dell'andata: avevamo la finale in pugno sul 3-1, beccammo il secondo gol che ci condannò in pieno recupero, ma la gente ci fu vicina, riconobbe il nostro sforzo”.
REGALO DA TENERE STRETTO Anni di bocconi amari per i sostenitori rossoblù, alla fine questo ripescaggio sembra un parziale risarcimento per la tifoseria. “Non so se sia giusto parlare di giustizia fatta – precisa l'ex attaccante modenese – perché il ritorno in Lega Pro è solo un primo passo verso la categoria che compete alla città. La dirigenza ha meritato questa promozione per ciò che è riuscita fare in un'annata particolare, io l'ho seguita con costanaz, seppure a distanza. Ora bisogna saper tenere stretto questo 'regalo' con una stagione di transizione, costruita per restare nella categoria, per poi puntare tra un anno alla serie B”.
COMPETITIVI CON 5-6 INNESTI Dionigi conosce la C, ha calcato la terza serie da giocatore anche con la maglia rossoblù, nell'era Blasi, sfiorando anche allora la promozione ai playoff. Sa che non sarà facile essere subito competitivi. “I tifosi capiranno che non si può pretendere dalla dirigenza una prima stagione da protagonisti. Il girone meridionale è il più difficile, ci sono piazze come Lecce, Foggia, Catania, Catanzaro, Casertana che aspirano al salto di categoria. Cosa occorre per rendere competitivo l'organico? Cinque-sei giocatori di categoria, non nomi altisonanti, ma gene 'giusta', motivata. Dellisanti, che ho apprezzato da allenatore, saprà lavorare bene in questo mese che precede l'inizio del campionato”.
PAPAGNI SIA SE STESSO Neanche a Papagni Dionigi non vuole dispensare consigli. “Non mi permetterei, siamo legati da stretta amicizia, è stato il mio ultimo allenatore nell'Andria e presi il suo posto sulla panchina del Taranto nel 2010. Gli dico solo di continuare ad essere se stesso, ad imporre la sua filosofia che è stata sempre vincente nelle precedenti esperienze con il Taranto”.
A TARANTO, UN GIORNO... Dionigi è fermo dopo l'ultima esperienza a Matera, ma potrebbe un giorno incrociare la sua strada con quella del Taranto... “Speravo in una chiamata importante in serie B, per quresto motivo ho rifiutato chiamate da club di terza serie – spiega -. Ciò non toglie che potrei accettare una chiamata durante la stagione in una squadra del girone meridionale: se dovessi ritrovarmi da avversario il Taranto, per me sarebbe una festa. Alla città sono legatissimo, del resto quest'anno ho trascorso quindici giorni di vacanza a Taranto. Una panchina rossoblù in futuro? Mi piacerebbe tornarci, lo ammetto. Ma non ora. Anche perché sono convinto che con Papagni si aprirà un bel ciclo vincente. Un giorno, chissà...”