Lega Pro: Pagni, `Non facciamoci ingannare dai blasoni...`

TARANTO
Alessio Petralla
02.09.2016 14:30

Direttore sportivo vincente e dalle grandi capacità, l'ex Taranto, Gallipoli, Salernitana, Messina e Chievo Verona, Danilo Pagni, a Blunote, fa le carte al prossimo Girone C della Lega Pro, partendo, però, dalla crisi che attanaglia il calcio italiano: "Il nostro calcio vive un momento di difficoltà: ho visto la partita tra Roma e Udinese e ho appreso che c'era soltanto un italiano, per giunta naturalizzato (El Sharaawy, ndr), in campo. Altro dato che deve farci riflettere è quello che l'Italia all'Europeo era la compagine più anziana. Bisognerebbe fare come la Germania: passare dai panzer ai giovani di qualità. Fortunatamente calciatori come Donnarumma e la conferma di Berardi fanno intravedere qualche spiraglio positivo".

IL MERCATO DI C: "Non amo dare giudizi sull'operato dei colleghi: personalmente vengo da un'altra scuola in cui lavoro e risultati sono sempre stati alla base di tutto".

I TRE COLPI: "In questa sessione di mercato estivo non ho visto nessun colpo geniale: un direttore sportivo oltre alle conoscenze e alle competenze deve avere creatività. Ripeto, non ci sono stati colpi ad effetto. Faccio un esempio: se Magnaghi, neo attaccante del Taranto, in questa stagione va in doppia cifra quello si potrà ritenere un colpo ad effetto. E' stato un mercato stereotipato, rispetto al passato c'è stato più libero accesso. Prima esisteva maggiore selezione".

IL GIRONE C: "Non bisogna farsi impressionare dal blasone di molte squadre. Mi conforta il numero di spettatori che si sono visti fino ad ora in riva allo Ionio: come ai tempi del bel calcio hanno dato spettacolo. Oggi vengono definiti "top player" calciatori che molto probabilmente anni fa non avrebbero giocato in Serie C. Come si è abbassato il livello della Serie A, così anche per la Lega Pro e la Serie D: bisogna adeguarsi. Le mie favorite? Juve Stabia, Cosenza, Foggia, Catania, Lecce e Matera hanno investito più delle altre e punteranno a vincere, anche se nel calcio non si sa mai. Poi ci sono i playoff: mi vien da sorridere quando sento formazioni che dicono "puntiamo agli spareggi", essendo fino alla decima posizione sembra vogliano esimersi da qualche responsabilità".

IL TARANTO: "Mi complimento con la società e con la tifoseria. Ovviamente alla fine il responso lo darà il campo e il bilancio economico. Società prontissima a cui auguro tanta fortuna".

TARANTO-MATERA: "Ho visto una partita in cui i valori delle due formazioni erano palesemente differenti. Era, però, solo la prima sfida e aspetterei per dare giudizi. Per il Taranto un punto di platino".

COSENZA-TARANTO: "I calabresi sono reduci da una grande vittoria nel derby: le squadre di Giorgio Roselli subiscono poco e in ripartenza possono fare male. Di contro, Papagni prepara bene le partite per non perdere. I cosentini faranno fatica a perforare la retroguardia ionica: non dimentichiamoci che il calcio è fatto di episodi. Sarò presente allo stadio "San Vito" per assistere al match...".

ABBONAMENTI: "Ricordo quando sono stato a Taranto sia da avversario che da dirigente: si sono visti sempre numeri notevoli. Per quanto riguarda gli abbonamenti, il tifoso si aspetta sempre il grande nome, ma voglio ricordare che questo è un anno di transizione. Intanto, la società merita un grandissimo applauso per tutto ciò che ha fatto. Fanno calcio per il sociale e non per interessi personali".

PAPAGNI E DELLISANTI: "Spesso ho dato una mano a tutti e due, li ritengo due bravissime persone".

CAZZARO' E MONTERVINO: "E' vero, sono stati miei calciatori: si tratta di due ragazzi eccezionali che hanno giocato nella vera Serie C. Per Cazzarò parlano i risultati: è un leader silenzioso che capisce di calcio, c'è tanto di suo in questo ripescaggio. Montervino, invece, con l'esperienza di Taranto ha acquisito maggiore competenza...".

SERIE A: "Taranto ha bisogno del calcio: l'habitat naturale sarebbe la Serie A. Se Chievo, Sassuolo, Frosinone e Carpi ci sono arrivate non vedo perchè non possano riuscirci anche gli ionici. Il problema di Taranto è che manca una struttura aziendale forte. Sono stato a Verona con il Chievo e so come si è lavorato, così come a Salerno: i campani giocano ancora in cadetteria, ma con qualche altro sforzo potrebbero raggiungere la massima serie. Anche il Gallipoli è arrivato fino in B, ma sono cresciuti solo i risultati sportivi non quelli aziendali e strutturali. La Serie A in riva allo Ionio non è utopia: potrebbe diventare una delle formazioni più forti del sud".

DIRETTORI SPORTIVI: "In questo periodo c'è grande disappunto nella categoria dato che questa classe non è tutelata.. C'è malcostume: molti si divertono a screditare i colleghi. Per quanto mi riguarda, mi discosto da tutto ciò vista la mia educazione e le mie capacità. C'è troppa illazione: i posti di lavoro sono molto meno di quanti siano i ds in circolazione. In Italia regna il qualunquismo: servirebbe più selettività".

AFFETTO: "Nelle ultime settimane ho ricevuto tanti messaggi da alcuni tifosi tarantini: mi ha fatto davvero piacere. Mi hanno mostrato grande affetto e stima: chi mi conosce mi vuole bene. Anche in vacanza, tra villaggi e hotel, ho rasserenato alcuni supporters ionici sul ripescaggio".

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