Una sessione di allenamento della LNI-TA Rematori Taranto Magna Grecia
‘Abbattiamo lo spirito depresso, ripartiamo controvento’
Il cielo è di un azzurro disarmante, nuvole candide sparse avanzano, c'è vento oggi. Si sale in barca con la consapevolezza che sarà un allenamento duro, bello ed estenuante. Il mare increspato con quei raggi di sole è un dipinto che verrà presto solcato e il profumo di sale si respira nell'aria. Indossi un kwey, una felpa, ma appena fai cento metri ti rendi conto che lo sforzo e il calore sono più forti del vento e decidi di rimanere più libera, meglio a maniche corte. In barca siamo dieci, siamo spalla spalla, un unico rumore un unico movimento. I remi come ali di farfalla si spingono nelle onde, ma in realtà sono stretti da mani ferme che sfidano il vento solo per soddisfazione. A ogni onda, la barca si alza, schizzi d'acqua salata sulle braccia alleviano la fatica, ma il vento asciuga tutto in fretta. Gli occhiali da sole incominciano ad appannarsi ma non hai né il tempo né il modo di toglierli e allora continui a oltranza. Fuori il respiro ti dà il tempo, dentro il cuore si agita e ti fa sentire viva. La barca pesa, stringi i denti e cambi la posizione delle mani, cambi la posizione dei piedi, e ti convinci che stai meglio e puoi affrontare qualche altro minuto. Sei quasi a metà percorso quando ti accorgi che stai per girare la boa e il tuo cervello intuisce che lo sforzo e la fatica non ci sono più, c'è solo la voglia di portare a termine l'allenamento. Il rumore delle onde sulla prua è una vibrazione che risuona alle spalle, ma è quasi finito. Girare la boa è diventato massacrante, i remi si alternano nei movimenti, la virata volge al termine con solo 5 colpi controvento. Ormai è una passeggiata il vento è a favore. Vogare è più piacevole, la barca sembra più Leggera che mai, riesci a guardarti anche intorno e ti rendi conto di quanto sei fortunata a stare lì, in mezzo al blu. I raggi del sole tornano a baciarti la pelle. I volti sono sereni, le mani continuano a stringere i remi, la fatica non la senti, il tragitto che è parso più breve, In realtà è sempre uguale. Quando ormai stai ormeggiando ti rendi conto di non aver mai dato pace alle mani, le guardi ed ecco le piaghe, le valorose medaglie di questa sessione di allenamento, che riprenderà dopo dieci minuti di pausa. P.s. le altre medaglie si avvertono solo sotto la doccia. (CS)