“Affaire” Vibonese una partita senza fine
Una estate particolarmente “calda” quella vissuta dalla Vibonese. Da Pippo Caffo, il suo appassionato presidente. Da tutta la tifoseria rossoblu. Una storia infinita. Un’estate trascorsa vivendo “duelli”, in punta di diritto sportivo, “saltando” da un’aula all’altra dei tribunali del calcio. Caratterizzata da picchi di grande entusiasmo (il ripescaggio, momentaneo e illusorio, in serie C) a situazioni di grande sconforto (la decisione del Collegio di Garanzia del Coni che annullava quella pregressa e rinviava il tutto ai giudici di primo grado).
In quel trambusto di controversie regolamentari la squadra si allenava. Iniziavano i campionati di Serie C e di Interregionale. Pippo Caffo e i suoi collaboratori avevano allestito una compagine degna della categoria professionistica. Il rigetto del Collegio di Garanzia aveva fatto piombare l’ambiente nello sconforto. Molti giocatori avevano preferito abbandonare, trasferendosi altrove. Con notevole ritardo la Vibonese era andata in campo nel campionato di Serie D Girone I. Diverse le gare da recuperare. Un avvio stentato, tanto da accumulare nel corso del girone d’andata, un distacco (massimo) di 13 lunghezze dalla vetta della classifica. Affiorava la sfiducia. Sasà Campilongo, l’allenatore, aveva rassegnato le dimissioni. Ufficialmente per motivi di famiglia. Era stato sostituito da Nevio Orlandi. Segnava l’inizio di un inseguimento disperato alla capolista Troina. Oggi, alla terza del girone di ritorno, la Vibonese ha recuperato gran parte di quello svantaggio ed attende fiduciosa lo scontro diretto, casalingo, con i primi della classe. La testa, la speranza di tutto l’ambiente è proiettata verso il possibile nuovo approdo tra i professionisti. Per primo, colui che ci ha sempre creduto, Pippo Caffo. L’affermato industriale, titolare di una delle distillerie italiane più affermate a livello mondiale, che ha sempre coltivato “amorevolmente” la sua creatura (Vibonese). Mai mollando la presa.
I risultati, in campo ed a livello di giustizia sportiva, gli stanno riconoscendo meriti e ragione. La Vibonese è proiettata verso la vittoria finale del suo girone. I campionati di si decidono a primavera, ma la marcia imposta dai ragazzi di Orlandi lascia ben sperare.
Non è però questo il contendere.
Pippo Caffo brillantemente assistito, dal punto di vista legale, dall’avvocato Cesare Di Cintio non ha mai mollato la presa. Come detto sopra. Seguendo “l’invito” pronunciato dal Collegio di garanzia del Coni ha riavvolto, con pazienza, il “gomitolo” ed a ripreso la sua “battaglia” dalle origini. Rinnovando le sue richieste e presentando nuova istanza alla Corte d’Appello Federale che, convocata a sezioni unite, gli ha dato ragione annullando la delibera impugnata. Ritenendo che le decisioni poste a fondamento dal Tribunale Federale Nazionale debbano invece ritenersi assorbite dalla decisione sulla questione preliminare. Questo potrebbe voler significare che, nel merito, alla Vibonese spettava la serie C in sostituzione del poi radiato Messina.
Tradotto in parole povere la Vibonese, qualunque sia l’esito finale dell’attuale campionato, ha enormi possibilità, nella prossima stagione, di giocare in serie C. Con una considerazione: ove fosse per il risultato acquisito sul campo il prossimo presidente federale potrebbe trovarsi a dover dirimere una controversia di non poco conto. Con una più che probabile richiesta, ingente,di danni. Oppure, da riammessa, in conseguenza di un parere, definitivo,emesso dall’Ordinamento della giustizia sportiva. Non trascurando che il tutto poteva essere evitato. Infatti, in tempi al di sopra di ogni sospetto ed in considerazione del numero limitato delle Società partecipanti al campionato di serie C (non raggiungevano le 60 previste) Pippo Caffo, pur di essere riammesso, si era dichiarato disponibile a versare i 300mila euro, a fondo perduto, previsti dalle norme. Una eventualità che non venne mai presa in considerazione. Purtroppo.