Taranto: Cessione società, rifiutata una "offerta romana"
Un paio di giorni prima della gara interna con la Vibonese, che poi ha sancito la matematica retrocessione del Taranto in Serie D, Elisabetta Zelatore e Tonio Bongiovanni avrebbero ricevuto un'offerta per cedere il Taranto. Offerta formulata da una cordata romana facente capo a un imprenditore capitolino, il cui nome è rigorosamente top secret, ma che sarebbe stato svelato solo se l'affare si fosse chiuso.
LA PROPOSTA Secondo indiscrezioni raccolte da Blunote, l'offerta prevedeva un riconoscimento di 200 mila euro per il titolo sportivo con l'accollo di tutti i debiti del club che, a oggi, ammonterebbero più o meno a 600 mila euro. Di contro, Zelatore e Bongiovanni avrebbero chiesto 250 mila euro per il titolo sportivo più il pagamento degli ultimi quattro mesi di stipendi della stagione attuale, pari a circa 350/400 mila euro. Di fronte a questa richiesta, il gruppo romano avrebbe rifiutato mollando la presa.
BLASI Oltre alla cordata romana, ci sarebbero almeno un paio di imprenditori disposti ad acquistare il Taranto. Tra questi, però, non c'è Gigi Blasi, il più desiderato dalla piazza. Oltre a essere "spaventato" dalle scommesse singole, quotate anche in Serie D, l'ex presidente non ha ancora smaltito i maltrattamenti subiti dalla tifoseria, in particolare dai tifosi organizzati.
ALLA FINESTRA In attesa di capire se Zelatore e Bongiovanni hanno intenzione di cedere il club (lo scopriremo solo dopo Castellammare di Stabia), restano alla finestra Roberto Damaschi, fortemente interessato nonostante le smentite, e Domenico Campitiello, che non disdegnerebbe un ritorno in riva allo Ionio, dove, tra l'altro, trascorre gran parte del suo tempo. Chi lo conosce, sa che l'imprenditore di Pagani si è "pentito" di aver lasciato Taranto e adesso che il rapporto con Cava de' Tirreni non è più idilliaco, potrebbe anche pensare di tornare alla carica.