Cisl FP: ‘Gravi criticità al pronto soccorso del SS. Annunziata di Taranto’
“Come prevedibile, in queste ore la capacità di ricezione del Pronto Soccorso del P.O. SS. Annunziata è giunta a saturazione; l’afflusso di pazienti e ambulanze rende sempre più difficile gestire una situazione che dovrebbe essere ordinaria, ma che non lo è affatto. I lavoratori, medici, infermieri, operatori socio sanitari, sono allo stremo ed alla paura per il contagio del Covid-19, si somma la preoccupazione che, a questi ritmi, la capacità di dare risposte adeguate possa venire meno. Di fatto, in questo Servizio si naviga a vista“. Questa la denuncia al Direttore generale e al Direttore sanitario dell’Asl/Ta, sottoscritta in una nota da Giuseppe Lacorte, Segretario generale aggiunto Cisl FP Taranto Brindisi, indirizzata anche al Direttore Medico PO SS. Annunziata, al Sindaco di Taranto e al Presidente della Provincia. “L’affollamento è causato da diversi fattori, su tutti la carenza dei medici – prosegue Lacorte - i quali già prima della pandemia erano in affanno perché l’assoluta mancanza di programmazione non ha permesso il corretto tourn over dei pensionamenti, delle dimissioni volontarie e delle unità in congedo. E’ sufficiente dire che dei 28 medici previsti dal Piano del Fabbisogno, allo stato sono solo 16. Questa condizione ha obbligato alla sospensione del blocco isolamento e il percorso veloce dei codici verdi“. E’ evidente che in tale contesto, prosegue il Segretario Cisl Fp “si crea un pericoloso effetto imbuto che obbliga ad una condizione che lascia immaginare scenari bellici con barelle nei corridoi, fila agli ingressi e tanto altro ancora. Il personale tutto deve fare i “miracoli” per evitare che il lievitare dei tempi di attesa, non sfoci in aggressioni. Senza contare il pericolo denunce.Infatti, se il tempo al triage per la valutazione è comunque breve, purtroppo i tempi di attesa per codici di colore bianchi, verdi e azzurro a volte superano le 12 ore e quel che è peggio, si osservano attesa anche per i codici arancioni e finanche i rossi“. E allora “si è obbligati a disattendere, gioco forza, le direttive nazionali/regionali sulle misure di prevenzione e protezione per contenere il rischio di contagio da Covid-19 e così ad un anno e mezzo di distanza dall’inizio della periodo pandemico siamo ancora qui a segnalare l’impreparazione e l’inefficienza dei meccanismi di controllo atti al contenimento della diffusione del virus“. La condizione del Dipartimento Emergenza e Accettazione (DEA) di riferimento per tutto il territorio tarantino, che dovrebbe porre questo Servizio nella condizione di governare quasi esclusivamente i percorsi urgenti e salva vita come quello Stroke, le Sindromi Coronariche acute, il Trauma Maggiore, le urgenze chirurgiche, quelle del percorso nascita, etc. invece “lo costringe a gestire un numero esorbitante di prestazioni in codici bianchi e verdi; si pensi che nel solo mese di giugno, appena trascorso, si sono registrati oltre 4300 accessi“. Pertanto, il DEA, come panacea di tutte le urgenze, è il messaggio che non deve e non può passare; piuttosto è necessario mettere sul tappeto temi diversi. “Tra questi - annota Lacorte - l’inappropriatezza degli accessi nei Pronto Soccorso. Per molti utenti il PS rappresenta l’unico riferimento, per inevasione della domanda di salute, per le liste di attesa dai tempi improponibili, per le carenze della Medicina generale e dei servizi territoriali, per una diffusa dispercezione su cosa è urgenza e cosa non lo è; le centralizzazioni del Servizio 118 che devono essere meglio proiettate verso una equa distribuzione delle urgenze (tranne ovviamente quelle tempo-dipendenti) su tutto l’ambito provinciale, al fine di contribuire al decongestionamento del DEA di riferimento; l’assistenza delle cronicità, delle fragilità socio assistenziali, per la quale poco o nulla si fa. Il target, infatti, di gran parte degli accessi in Ps è di anziani e non, con poli-patologie, sindromi da allettamento e fragilità a grosso carico socio-assistenziale. Questi pazienti devono trovare risposta al loro bisogno di salute in strutture intermedie, ovvero sul territorio. Oggi esiste una forbice troppo ampia fra ciò che si è investito in ospedale e ciò che si è investito in strutture territoriali; il taglio dei posti letto che ha avuto un impatto devastante sul sistema d’Emergenza-Urgenza tarantino; il miglioramento del tourn-over dei pazienti che occupano i posti letto per acuti. L’insufficiente supporto socio-assistenziale-riabilitativo fuori dall’ospedale prolunga i tempi di degenza, di fatto rendendo complicata la disponibilità per il Ps di nuovi posti letto“. Concludendo la missiva, il segretario Giuseppe Lacorte chiede “un immediato intervento per correggere le gravi situazioni di rischio per la salute dei cittadini e degli operatori e assicura che, in caso di inerzia o ritardo, attiverà tutte le forme di tutela previste per i lavoratori e per i cittadini, non trascurando le denunce alle competenti autorità, la richiesta di un intervento ispettivo urgente alla Regione e al ministero della Salute e la mobilitazione dell’intero personale sanitario, quello che da sempre mette la faccia e il corpo davanti alle disfunzioni del sistema sanitario”. (CS)