Europa Verde Taranto: ‘Proroga e rinnovo AIA ILVA, fine pena mai?’
‘Facciamo pressione insieme sul Ministero dell’Ambiente’
Sconcerto, incredulità, indignazione. Questi sono i sentimenti che ha suscitato nei Verdi della Provincia di Taranto, la notizia della richiesta di proroga per terminare i lavori di adeguamento alle prescrizioni dell’AIA da parte di Acciaierie d’Italia, in alcuni casi addirittura a dicembre 2027.
Le prescrizioni per le quali Acciaierie D’Italia chiede la proroga riguardano la certificazione prevenzione incendi, la bonifica dell’amianto e altre sul miglioramento della gestione ambientale. L’autorizzazione in vigore, risalente al 2012, dopo varie proroghe concesse a partire dal 2017, prevede che i lavori siano terminati entro il 23 agosto 2023.
A distanza di anni dalla prima scadenza, Acciaierie d’Italia ammette di non aver rispettato i termini e chiede una ulteriore proroga, per alcuni interventi addirittura a dicembre 2027.
Troviamo assurdo e indecente che si chieda la proroga per la bonifica dell'amianto e per il Certificato Prevenzione Incendi dei nastri trasportatori, uno dei settori dello stabilimento già interessato da incendi in passato.
La mancata attuazione delle prescrizioni dell’AIA comporta rischi per la sicurezza di tutta la cittadinanza, a partire dai lavoratori ai quali in questo modo non viene garantita la sicurezza del luogo di lavoro ai sensi del D. Lgs. 81/08.
Tale situazione, secondo l’azienda guidata dall’AD Lucia Morselli, dovrebbe essere prorogata in parte al 2025 e in parte al 2027. Tanto vale scrivere che l’ILVA di Taranto è esentata dall’AIA e da ogni altra prescrizione di legge valida per qualsivoglia azienda italiana.
In particolare, a Taranto i decreti legge hanno creato una zona franca per la siderurgia a furia di deroghe, proroghe e scudi penali.
Al contrario le altre attività economiche prima di aprire devono dimostrare, giustamente, di possedere tutti i requisiti e mantenerli durante lo svolgimento dell’attività. Lo stabilimento Acciaierie d’Italia di Taranto gode di un "favor" inaccettabile alla luce della Costituzione, tanto più dopo l’introduzione del diritto all’ambiente avvenuta nel 2022.
Inoltre, si è appreso che millecinquecento cassintegrati sono diventati definitivamente esuberi strutturali. I decreti salva ILVA, pertanto, non hanno salvato il lavoro, tanto meno la salute e l’ambiente che sono gravemente danneggiati come dimostrano lo studio SENTIERI, le valutazioni del danno sanitario e la VIIAS svolte finora, solo per citare alcuni documenti.
La fabbrica è incompatibile con la vita degli abitanti e con quella degli operai. Per Europa Verde non è accettabile nessuna proroga.
A questo punto riteniamo che il 2023 sia l’anno decisivo per porre fine a questa vergogna nazionale. Aggiungiamo che sarebbe davvero singolare che il Ministero dell’Ambiente concedesse il rinnovo dell’AIA ad un impianto nel quale, ancora dopo più 10anni, non si riesce ad attuare quella in vigore.
Ci appelliamo ed invitiamo i rappresentanti istituzionali, i sindacati, gli imprenditori illuminati e le associazioni e la società civile tutta a collaborare per bloccare questa operazione vergognosa e a definire un futuro senza l’ILVA, insieme. Altrimenti il destino di Taranto sarà “Fine pena mai”. (Europa Verde Provincia di Taranto)